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Carcere

Luigi Spera sulla propria esperienza in carcere

Data di trasmissione
Durata 42m 53s

Luigi è stato arrestato ne marzo2024 in maniera preventiva con l'accusa di terrorismo per un'azione contro Leonardo S.p.a. Insieme a lui anche altr* 2 compagn* sono stat* colpit* da misure repressiva, con l'accusa di aver diffuso il video dell'azione che avevano ricevuto come Antudo. Inizialmente Luigi si è trovato nel carcere Pagliarelli di Palermo e successivamente è stato trasferito in Alta Sicurezza nel carcere di Alessandria. A inizio dicembre il tribunale del riesame di Palermo ha disposto la scarcerazione, dopo che l'accusa di terrorismo era già stata esclusa dalla cassazione.

La vicenda che ha coinvolto Luigi Spera e altr* 2 compagn* di Antudo è una storia che abbiamo seguito fin dall'inizio. E' una storia come in Italia ce ne sono tante: persone che non sono disposte di voltarsi dall'altra parte di fronte alle ingiustizie, persone che si battono nel quotidiano, magistrature che costruiscono castelli pur di criminalizzare chi lotta con l'auspicio di seppellirl* sotto diversi anni di carcere. E' la storia di questi tempi: tempi di guerra, globale e interna, di resistenze e strette repressive.

Lo stato dell'arte è che l'impianto processuale comincia a sgretolarsi, Luigi è uscito dal carcere ma non è del tutto libero (l'intervista a un certo punto è stata interrotta per un controllo della polizia). Anche le altre misure cautelari di obbligo di firma disposte per 2 compagn* sono state revocate dalla Corte D'Assise.

In quest'intervista con Luigi parliamo della sua esperienza in carcere, di come l'ha vissuta e di quello che ha visto. Parliamo del carcere come spaccato di questa società, in un momento in cui, solo nel 2024, le condizioni delle carceri hanno condotto 87 persone a suicidarsi fino ad oggi. Sempre durante il 2024 in decine e decine di carceri ci sono stati episodi di disperazione, rabbia, rivolta, denunciando la disumanità che sono questi luoghi. In carcere si muore e resiste ogni giorno.

Rilanciamo l'appuntamento di venerdì 20 dicembre alle 9:30 del processo contro Luigi e l* altr*; il presidio di lunedì 23 dicembre alle 17 sotto al carcere di Velletri e il presidio del 31 dicembre sotto al carcere di Rebibbia.


Nell'intervista Luigi fa riferimento all'appello Vogliamo rompere un tabù: https://www.rompiamountabu.org/index.html

Segnaliamo anche la raccolta fondi per le spese legali: https://www.produzionidalbasso.com/project/dalla-parte-giusta-della-sto…

Odio il carcere: presidio al carcere di Velletri

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In collegamento una compagna del DopoLavoro Ferroviario di Velletri per parlare insieme dei percorsi in solidarietà alle persone detenute.

Di seguito l'appuntamento:

CONTRO OGNI CARCERE GIORNO DOPO GIORNO

LUNEDI' 23 DICEMBRE

-Presidio in solidarietà con le persone detenute. ORE 17.00 - Casa Circondariale Velletri -

Indirizzo: S.P. CISTERNA CAMPOLEONE, 97 - VELLETRI

REGINA COELI: LETTERA DAI DETENUTI

Data di trasmissione
Durata 4m 50s

In questo redazionale abbiamo commentato e letto una lettere arrivata a fine Novembre in redazione da parte dei detenuti del carcere di Regina Coeli, di seguito la sua trascrizione:

"Cara Radio Onda Rossa,

intanto grazie. Grazie sempre per esserci e portare voci, musiche e lotte dentro queste mura. Per usare le parole di un uomo indegno, cinico e affetto da un'oscena deriva securitaria, io vorrei confessarvi di "provare un'intima gioia" ogni volta che salutate i radioascoltatori privati della loro libertà personale. Perchè voi l'aria riuscite a darcela. Vi sentiamo qui. Vi sentiamo con noi. E siamo tanti, più di quanti possiate pensare. Voi siete "quelli della radio che odia il carcere": Siete "quelli che gridano dal gianicolo". Siete "quelli dell'agenda". Quindi grazie! Certe volte siete l'unico modo che abbiamo per sentirci ancora portatori di valori e idee. Attraverso la radio partecipiamo alle lotte, alle manifestazioni, ai momenti in cui anche noi vorremmo urlare ma non possiamo. Ieri eravamo col cuore in piazza a dire no al patriarcato e al sessismo. Eravamo alla Sapienza. In piazza per fermare la mattanza sul popolo palestinese. Così non siete solo voi ad entrare qui, ma noi a "uscire" con voi. Ho scritto ad amici e parenti di passare da voi per acquistare la nuova Scarceranda, che mi piacerebbe ricevere anche qui. Avendo ascoltato l'appello per la sottoscrizione, vi vorrei anche chiedere come contribuire da qui ( c'è un iban che si possa usare?). Grazie ancora! Non mollate! Vi aspettiamo qui al gianicolo!"

 

 

Di carcere, di corpi e di amore

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In questo redazionale abbiamo avuto come ospiti nello studio di Via dei Volsci a Petra e Andrea per parlare della situazione in carcere delle persone trans e per annunciare l'evento "Di carcere, di corpi e di amore", questo mercoledì 30 ottobre, nello Spazio Sociale 100celle Aperte. Il benefit di questa serata andrà per le casse di solidarietà che sostengono lx prigionerx trans.

TESTIMONIANZA DAL CARCERE DI REGINA COELI

Data di trasmissione

Pubblichiamo il racconto di un detenuto del carcere di Regina Coeli.

 


 Ciao,
 Parto dalla situazione qui. Non so se e quanto resterò. Avrete saputo della rivolta. Ma la storia è molto diversa e nessuno ancora ci ha permesso di parlare.
I disordini sono partiti da una goffa operazione delle guardie che avevano mandato una squadra di una decina di agenti per prelevare un detenuto che secondo loro disturbava troppo. È stata un’operazione stupida fatta a sezione aperta. In poco tempo la situazione si è accesa e poi tutto è degenerato. Dopo aver preso il controllo di tutta la sezione, sono stati distrutti gli uffici degli agenti e incendiati i loro magazzini, poi sono state distrutte le barriere visibili che impediscono di guardare fuori. Dopo 2 ore la rivolta era fuori controllo. Non si respirava più, non si vedeva. Dopo un bel po’ non so come ma sono riusciti a buttare giù le due porte blindate che vanno sul tetto. Alcuni sono saliti e hanno iniziato a lanciare tegole sui mezzi delle guardie. Tutto ciò, tra incendi, allagamenti e ogni altra forma di azione, è andato avanti per quasi 5 ore. Poi è andata giù la linea elettrica e siamo rimasti tutti al buio. Molti erano nelle celle cercando di sopravvivere al fumo acre e tossico mischiato ai lacrimogeni. Poco dopo abbiamo visto le torce elettriche dei reparti speciali che irrompevano. Erano agenti penitenziari con armature, caschi, manganelli e scudi. Tantissimi.
Non è vero, come hanno scritto, che non ci sono stati contatti. Non hanno solo preso chi trovavano in giro. Sono entrati in ogni cella e hanno manganellato chiunque, anche detenuti anziani seduti sulla branda che non sono mai usciti dalla cella durante la sommossa. [...] Le persone hanno addosso i segni dei colpi e non sono state medicate. Tutta la sezione è un cumulo di macerie, non c’è luce elettrica, c’è ancora fumo e ceneri ovunque. Da due giorni siamo tutti chiusi nelle celle. Portano solo il vitto e le terapie più serie. Per il resto niente aria, niente docce, niente spesa, niente telefonate, niente visite mediche o scuola o incontri con psicologi / educatori. Non abbiamo più modo di comunicare e io (come tutti) siamo chiusi h24 in questo buco di cella. La cosa più assurda è che non possiamo lavarci o che siamo senza corrente elettrica. Non abbiamo luce, così dopo le 18 piomba il buio e non possiamo manco muoverci o cucinare. Durante il giorno, per via delle gelosie alle finestre, riesco a malapena a scrivere. Leggere è ormai impossibile. So che ieri è passata Ilaria Cucchi ma non c’è stato permesso di parlarci. È stato fino ad ora faticoso e non ci dicono per quanto tempo saremo costretti a questa tortura. Ci sono ancora molti, incluso me, che sono rimasti intossicati. Ho tossito catrame nero per 24 ore e non ho ricevuto alcuna assistenza. Per non parlare di quanto accaduto durante la repressione della rivolta.
I danni alle sezioni sono ingenti ma riguardano solo cancellate, finestre, porte, uffici delle guardie e magazzini. Non sono state toccate celle, infermeria, scuola e raccolta di libri. Le guardie, quando sono scappate, hanno lasciato l’ufficio di guardia aperto e perfino le chiavi sul tavolo! Grazie a quelle sono stati aperti i magazzini e i cancelli. È quasi matematico che ora inizieranno azione di rappresaglia, trasferimenti, denunce etc… Non so cosa succederà né che fine farò. Quello che per ora è certo è che vorrebbero chiudere la sezione o accorpare 4 piani in 2 (cosa insostenibile). Nel frattempo siamo chiusi come sardine senza possibilità di aria, luce, acqua. A tempo indeterminato. Sto soffrendo molto. Mi sento così perso e solo.

 



Questo che segue invece è un ultimo aggiornamento


Verso le 14 di mercoledì 2 ottobre sono partite nuove proteste all’interno della VII sezione di Regina Coeli. I detenuti sono partiti con una battitura, per poi arrivare a dar fuoco a oggetti. Al momento non si hanno altre notizie. Non ce la fanno più. Hanno trasformato in stanza persino i magazzini, senza finestre o bagno.
Nella sezione VIII le condizioni sono insostenibili. Dopo la rivolta li tengono chiusi la maggior parte del tempo, sono senza luce, quindi dopo il tramonto non si vede più nulla. Senza acqua.
La spesa la portano quando decidono loro, dipende se gli va.


Odiamo il carcere e la società che ne ha bisogno

 

25 settembre iniziativa: (NON) Morire di carcere

Data di trasmissione
Durata 7m 25s
Un anno fa, a fine settembre 2023, Mohammad Ishaq Khan veniva arrestato nel quartiere di Torpignattara, dove viveva. Otto mesi dopo, il 4 giugno, Ishaq è trovato morto nella settima sezione del carcere Regina Coeli. Aveva 27 anni.
Quello di Ishaq è il trentanovesimo suicidio in carcere del 2024, ma ad oggi sono già più di 70. Sono numeri che raccontano l’attuale situazione carceraria, tra sovraffollamento e assenza di diritti, soprattutto per le persone straniere.
 
Con la famiglia di Ishaq, che vive in Pakistan, con gli avvocat* e una rete di solidali, vogliamo fare chiarezza sulla morte di Ishaq. In attesa dei risultati degli accertamenti medici e della prosecuzione delle indagini, richieste dalla famiglia, vi invitiamo a un momento di solidarietà, confronto e dibattito, per immaginare insieme azioni collettive.
 
Mercoledì 25 settembre, Largo dei Savorgnan – Giardino Ciro Principessa
 
19:30 Cena di raccolta fondi per le spese legali con piatti saharawi dell’attivista Mohamed Dihani – gradita prenotazione al n. 3668041806 o alla mail ariannaeglev@gmail.com
 
20:30 Reading I studio “Circuito Chiuso” di Laura Garofoli e Dalila Cozzolino
 
21:00 Introduzione di Arianna Egle Ventre, regista di un progetto di film documentario collettivo su Ishaq, con la casa di produzione Antropica
 
A seguire dibattito con Cleo Maria Feoli e Andrea Dini Modigliani, avvocatə della famiglia di Ishaq, Valentina Calderone, Garante dei Diritti dei detenuti di Roma, Tamar Pitch, professoressa di filosofia e sociologia del diritto
Modera Federica Delogu del Centro di giornalismo permanente
 
Perché di carcere non si muoia, ma nemmeno di carcere si viva.

LUIGI SPERA AGGIORNAMENTI: LA SOLIDARIETA' NON SI CENSURA

Data di trasmissione
Durata 21m 32s

Con un compagno dalla Sicilia diamo alcuni aggiornamenti sulla campagna di solidarietà con Luigi e sulla censura alla quale è stato recentemente sottoposto. Facciamo un ragionamento sulla stretta autoritaria della società anche alla luce del nuovo DDL 1660.


LIBERA INFORMAZIONE CONTRO LA GUERRA!
Al Tribunale di Palermo, il 5 settembre, si è svolta l’udienza preliminare del processo che vede accusati LUIGI SPERA e altri 2 membri di ANTUDO. […] Lo Stato si è costituito parte civile per danni morali. Luigi e gli altri due di ANTUDO - già raggiunti da misure cautelari - sono stati rinviati a giudizio con le stesse accuse: atto terroristico e istigazione a delinquere solamente per aver diffuso il video di un’azione simbolica di protesta. L'udienza per il primo grado di giudizio è fissata per il 6 novembre, INTANTO Luigi resta nel carcere di Alessandria in regime di alta sicurezza e con disposizione di censura sulla corrispondenza. Invitiamo tutte e tutti a inviare cartoline a Luigi, fotografarle e pubblicarle sul proprio profilo con l'hashtag #nocensura #luigilibero, la solidarietà non si può censurare!
Firma l’appello: https://forms.gle/vUgxAbPAZ4kktemXA
Raccolta fondi per spese legali e famiglia di Luigi: https://sostieni.link/35848

https://t.me/antudoinfo

Ogni lotta aiuta un'altra lotta

Data di trasmissione
Durata 1h 27m 54s

Juan Sorroche e Anan Yaesh. Prigioniero anarchico il primo e prigioniero palestinese ricercato da Israele il secondo. Entrambi rinchiusi nel carcere di Terni. Oltre alla repressione, può anche la solidarietà intrecciare queste vicende distinte e differenti? Ne parliamo con un compagno che sta partecipando alla mobilitazione per Juan, mentre l'avvocato Flavio Rossi Albertini (difensore di entrambi) ci aggiorna sulle udienze.

Racconto della rivolta nel carcere di Trieste

Data di trasmissione
Durata 29m 31s

Torniamo a parlare delle rivolte delle persone detenute nei vari carceri del paese Italia. Oggi, con un compagno e una compagna di Trieste, parliamo della rivolta avvenuta nel carcere della città friulana avvenuta il 12 luglio scorso. Ascoltando il racconto, riflettiamo anche sulla costruzione mediatica in atto per cercare di mistificare la realtà delle rivolte di questi ultimi due mesi all'interno delle galere. Parliamo anche di CPR.

Contro ogni carcere e ogni gabbia, giorno dopo giorno. Libertà per tutte e tutti!

Buon ascolto!

Giovedì 1 Agosto : Battiture per la Libertà

Data di trasmissione
Durata 21m 42s

Una compagna dell' Assemblea di solidarietà e lotta, nata dopo la mobilitazione contro il 41 bis, l'ergastolo e al fianco di Alfredo Cospito, ci parla delle proteste nelle carceri di questi mesi che raccontano la sofferenza delle persone detenute e dell'importanza di mobilitarsi all'esterno per rompere l'isolamento.

Giovedì 1 agosto h 22.00 Ponte Garibaldi - Trastevere Roma