"Women makes the world go round "
Puntata dedicata alle donne nella musica reggae, che inizia con la regina del Rocksteady Phyllis Dillion, e la sua versione di “Woman of the ghetto”(Marlena Shaw), seguìta in scia da “People makes the world go round”(The Stylistics), killer track cantata da Hortense Ellis, degna sorella di Alton.
Le liriche consapevoli trovano terreno fertile nel ritmo ipnotico e cadenzato di “ Dread out deh” di Joy White, prodotta da Lloyd 'Spiderman' Campbell, e incontrano il lato mistico con la seguente “ Inna Jah children” di Dahima alla corte di Joe Gibbs.
Entriamo quindi negli anni '80 con qualche fortunata ristampa degli ultimi tempi, ovvero “Don’t mash up creation” di Sharon Little, Shaka tune, e la combo Nya & Natty “One Love Stylee”. Sempre dall’archivio del compianto Jah Shaka, ascoltiamo un'altra traccia di Sis Nya, questa volta da sola con “Jah Jah way”. Prima di arrivare ai nostri giorni, sul piatto girano ancora “Cush” delle Abacush e la cover di Anita Ward“ Ring My Bell” cantata dalle Blood Sisters.
Dopo il giro di boa visitiamo gli studi di due produttori attualmente punto di riferimento della scena, il pioniere Neil Peirch degli Zion Train, che produce Jah9 nella traccia “Fire”, e il giovane veterano Paolo Baldini che nel cortile di Kingston Papine incontra l' unconquerable Hempress Sativa di“Boom – Wah Da Da Deng”.
Nell’ultima parte della puntata si passa ai suoni "digikal" con produzioni made in EU, dall’ Italia di R.esistence in Dub e Sister Awa con “ Soundsystem”, passando per la Spagna con Chalart58 e Matah in “Music Box”, fino alla Francia di Maunudigital, nella sua session con la devastante Queen Omega di “Don’t call me local”.
Sul finale si riprende il volo dal vecchio continente, per le ultimissime tappe nel Messico dagli Eskimo Attack con Irie Nanara e “Digital Has nuh merci”, e quella in Giamaica con “Toast” della Grammy Winner Koffee.