Seconda puntata del Reggae Month 2025, che il 6 febbraio ha celebrato l’ottantesimo anniversario della nascita di Robert Nesta Marley, poeta rivoluzionario che ha diffuso messaggi di amore, libertà e resistenza attraverso la sua musica immortale.
Come per Dennis Brown, il nostro tributo musicale sarà arricchito dalle parole tratte dalle sue interviste, che ascolteremo direttamente dalla voce del cantante, insieme alle sue canzoni.
L’approccio alla musica e alla scrittura è introdotto dal medley acustico Headcornerstone/Comma Comma/Hurting Inside e da Coming from the Cold (Uprising, 1980).
Il tema della sofferenza e l’atteggiamento verso le cose materiali ci conducono a Slave Driver, che proponiamo nella versione studio tratta da Talking Blues (Record Plant, San Francisco, 1973), e Them Belly Full (But We Hungry) (Natty Dread, 1974).
Il bisogno di spiritualità si concretizza in Natural Mystic (Exodus, 1977), mentre l’onnipresente H.I.M. His Imperial Majesty si manifesta contro le convinzioni e le imposizioni del hypocritical Babylon system nelle parole di Bob, accompagnate da Crazy Baldhead (Rastaman Vibration, 1976).
Le convinzioni rastafari offrono una visione chiara dell’origine della sofferenza, alimentata dall’egoismo di chi si eleva sugli altri per manipolarli e costringerli a vivere sotto la pressione di leggi che generano violenza e criminalità. Ma per Marley, le uniche leggi sono la vita e il modo in cui la si vive.
«Every man gotta right to decide his own destiny, and in this judgement, there is no partiality.»
L'autodeterminazione è il tema centrale di Zimbabwe (Survival, 1979), brano dedicato all'omonima nazione, allora colonia britannica nota come Rhodesia. Il 18 aprile 1980, in occasione della sua indipendenza, Bob Marley celebrò l'evento con un concerto gratuito al Rufaro Stadium, sostenendo personalmente tutte le spese per un totale di 250.000 dollari.
Marley porta avanti la sua missione nel mondo, cantando il proprio credo rastafari come un monito per chi sa accoglierlo, ora che il giorno del giudizio si avvicina. Per questo, il suo sguardo è rivolto a Zion, la terra dei padri, che considera il paradiso del popolo africano: l’Etiopia. Lo ascoltiamo in Exodus (Exodus, 1977).
In chiusura di questa prima parte dello speciale, torniamo alla musica che nasce nel ghetto e parla a tutti, perché il ghetto è dove c’è sofferenza, e denunciamo le false pretese della religione:
«Cause only a fool leans upon his own misunderstanding. What has been hidden from the wise and the prudent has been revealed to the babe and the suckling.»
Ci salutiamo con So Much Trouble in the World (Survival, 1979) e Forever Loving Jah (Tuff Gong Studio Rehearsal, 1980).
(Audio Interview: Neville Willoughby, 1973 - Swiss Tv, 1980)