La puntata si apre con un estratto dallo spettacolo "Vio-Lenti", messo in scena Da Luca Persico aka 'O Zulù, con l'intento di indagare e rappresentare il suo percorso tramite i testi delle sue produzioni di questi 30 anni, svincolati dalle rigide strutture della canzone. Da questa introduzione parte la piccola monografia da solista della storica voce dei 99 Posse, concentrata sui due primi album, e condita dalla sua voce raccolta nella rete.
Integrazione e riscatto sociale sono i concetti cardine al centro di "Il Mio Nome è Zulù", accompagnato da un videoclip con la regia di Gianluigi Sorrentino, che ha come protagonisti l’-Afro Napoli United-, squadra di calcio multietnica composta da napoletani e migranti, e la tifoseria -Brigata Spallatella-, che sostiene i propri atleti mantenendo alti i valori dell’antirazzismo e antifascismo. Con questa canzone ‘O Zulù si prende gioco di chi crede di offendere la nostra parte diversa, quella da rivendicare invece con orgoglio, perché in essa risiede la nostra parte migliore. Il secondo estratto da “S(u)ono Questo, S(u)ono Quello – Quant’ ne vuo’” (2017), è "Reo Confesso", una riflessione sul proprio individualismo storico, che suona come una presa di posizione
"Bassi Per Le Masse - 14 Compresse Musicali"(2019) è il titolo del secondo lavoro da solista, scritto di getto tra gli impegni promozionali del precedente, e "10 giorni di rapimento da parte degli alieni"e di flusso di coscienza. Tutte le tracce sono arricchite da collaborazioni notevoli, a partire da "Basses for The Masses" feat. Andrea Tartaglia, dove il claim di Lennon diventa "all we are sayng is give basses a chance". Il basso in questo caso è la rappresentazione di una fiera e orgogliosa proposta di un modello differente, portato avanti anche a passo di dancehall.
Slow Motion feat. Bunna si sviluppa sul Tempo riddim, che scandisce e colpisce come la violenza della costante pressione alla quale siamo sottoposti, distratti e galvanizzati da una "“cortina fumogena alimentata ad arte da politici, spin doctor e media strategist per rinchiudere le persone in un mondo virtuale mentre nelle strade i drammi sociali passano in secondo piano”. Il "Digital Riddim" feat. Shanty Powa, completa e rappresenta simbolicamente anche con le sonorità il senso della precedente affermazione.
La nostra -Zulugrafia- si chiude con la dura "Ramm Semp n facc", e il remix di "Bella Ciao", prodotte insieme a Dj Spike.
La seconda parte della puntata scorre fluida, e trattiene le sonorità rotonde, i fiati militanti, gli ammiccamenti digitali, e posizionando i bassi in petto fino a chiusura. In scaletta" Don't Turn The Bass Down" de L'ENTOURLOOP feat, Attila Baukó aka Azariah, giovane cantante e youtuber ungherese, l'ipnotica "Let The Weed Bun di Taiwan Mc feat Davojah, i monumentali Fat Freddy's Drop con " Sling and Arrow", l'incontro tra North East Ska Jazz Orchestra e Wicked Dub Division di Michela Grena in " Mama", e in chiusura lo stepper di Weeding Dub meets The Afro Wild Section con "African Shrine"
'O Zulù:
- Il Mio Nome è Zulù
-Basses for the Masses feat. Andrea Tartaglia
-Slow Motion feat. Bunna
-Digital Riddim feat. Shanty Powa
-Ramm semp n facc
-Bella Ciao rmx
L'Entourloop faet Azariah - Don't Turn The Bass Down
Taiwan MC - Let The Weed Bun feat. Davojah
Fat Freddy's Drop - Slings And Arrows
Wicked Dub Division meets North East Ska Jazz Orchestra - Mama
Weeding Dub meets The Afro Wild Section - African Shrine