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more fire

Musica reggae ogni martedì dalle 22

More Fire "Basses for the Masses "

Data di trasmissione
Durata 1h 1m 21s

La puntata si apre con un estratto dallo spettacolo "Vio-Lenti", messo in scena Da Luca Persico aka 'O Zulù, con l'intento di indagare e rappresentare il suo percorso tramite i testi delle sue produzioni di questi 30 anni, svincolati  dalle rigide strutture della canzone. Da questa introduzione parte la piccola monografia da solista della storica voce dei 99 Posse, concentrata sui due primi album, e condita dalla sua voce raccolta nella rete.

Integrazione e riscatto sociale sono i concetti cardine al centro di "Il Mio Nome è Zulù", accompagnato da un videoclip con la regia di Gianluigi Sorrentino, che ha come protagonisti l’-Afro Napoli United-, squadra di calcio multietnica composta da napoletani e migranti, e la tifoseria -Brigata Spallatella-, che sostiene i propri atleti mantenendo alti i valori dell’antirazzismo e antifascismo. Con questa canzone ‘O Zulù si prende gioco di chi crede di offendere la nostra parte diversa, quella da rivendicare invece con orgoglio, perché in essa risiede la nostra parte migliore.  Il secondo estratto da “S(u)ono Questo, S(u)ono Quello – Quant’ ne vuo’” (2017), è "Reo Confesso", una riflessione sul proprio individualismo storico,  che suona come una presa di posizione

"Bassi Per Le Masse - 14 Compresse Musicali"(2019) è il titolo del secondo lavoro da solista, scritto di getto tra gli impegni promozionali del precedente, e "10 giorni di rapimento da parte degli alieni"e di flusso di coscienza. Tutte le tracce sono arricchite da collaborazioni notevoli, a partire da "Basses for The Masses" feat. Andrea Tartaglia, dove il claim di Lennon diventa "all we are sayng is give basses a chance". Il basso in questo caso è la rappresentazione di una fiera e orgogliosa proposta di un modello differente, portato avanti anche a passo di dancehall.

Slow Motion feat. Bunna si sviluppa sul Tempo riddim, che scandisce e colpisce come la violenza della costante pressione alla quale siamo sottoposti, distratti e galvanizzati da una "“cortina fumogena alimentata ad arte da politici, spin doctor e media strategist per rinchiudere le persone in un mondo virtuale mentre nelle strade i drammi sociali passano in secondo piano”. Il "Digital Riddim" feat. Shanty Powa, completa e rappresenta simbolicamente anche con le sonorità il senso della precedente affermazione.

La nostra  -Zulugrafia-  si chiude con la dura "Ramm Semp n facc", e il remix di "Bella Ciao", prodotte insieme a Dj Spike.

La seconda parte della puntata scorre fluida, e trattiene le sonorità rotonde, i fiati militanti, gli ammiccamenti digitali, e posizionando i bassi in petto fino a chiusura. In scaletta" Don't Turn The Bass Down" de L'ENTOURLOOP feat, Attila Baukó aka Azariah, giovane cantante e youtuber ungherese, l'ipnotica "Let The Weed Bun  di Taiwan Mc feat Davojah, i monumentali Fat Freddy's Drop con " Sling and Arrow", l'incontro tra North East Ska Jazz Orchestra e Wicked Dub Division di Michela Grena in " Mama", e in chiusura lo stepper di Weeding Dub meets The Afro Wild Section con "African Shrine"

'O Zulù:
- Il Mio Nome è Zulù
-Basses for the Masses feat. Andrea Tartaglia
-Slow Motion feat. Bunna
-Digital Riddim feat. Shanty Powa
-Ramm semp n facc
-Bella Ciao rmx
L'Entourloop faet Azariah - Don't Turn The Bass Down
Taiwan MC - Let The Weed Bun feat. Davojah
Fat Freddy's Drop  - Slings And Arrows
Wicked Dub Division meets North East Ska Jazz Orchestra - Mama
Weeding Dub meets The Afro Wild Section - African Shrine

 

More Fire " Our Time Come"

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 36s

"The sound of history circling in wondrous ways", così Will Hermes del Rolling Stone magazine commenta la cover prodotta nel 2011 da Tim Armstrong (Rancid) di "The Guns Of Brixton", dei The Clash. A cantarla infatti è lo stesso Jimmy Cliff che interpreta quell'Ivan di cui si parla nel testo scritto da Paul Simonon, protagonista del film "The Harder They Come" diretto da Perry Henzell nel 1972.

I cerchi continuano ad inanellarsi proprio con la punk band di Joe Strummer, che sullo stesso album del 1979 "London Calling", ripropone a sua maniera il -real rock- riddim della epica "Armagiddeon Time" di Willie Williams. Appassionati di musica reggae, ma anche informati su quello che accadeva nell'isola di Giamaica, nel 1980 The Clash incroceranno la loro strada con un engineer e broadcaster locale, con il quale produrranno "Bankrobber". Il personaggio in questione è Mickey Dread aka the - Dread at the control-,  che invece entra in scaletta con la monumentale "Roots & Culture".

Ormai lanciati nell' olimpo di questa musica, andiamo avanti con "Rise and Shine" di Bunny Wailer, tratta da "Liberation" del 1988, nella versione introdotta da parole di biasimo per come "le mani crudeli e presuntuose degli schiavisti coloniali e imperialisti" hanno rapito, torturato e spremuto per 400 anni il popolo africano, privandolo di cultura, dignità, libertà e di ogni diritto. A risollevare le nuove generazioni sarà lo spirito del -Profeta-, Heile Selassie, che torna a cavalcare in "Prophet rides again"di Dennis Brown , e come racconta "General" di Ini Kamoze-, le tribù si riuniranno senza vittimismo per scambiarsi amore contro l'ipocrisia del sistema, -ca' wi nuh waan "no wata down ting"-, come tuona YT sulla scia di "ice cream love" di Johnny Osbourne.


Nella seconda parte della puntata i suoni ereditati dagli anni 80 sono ancora vivi in "Too Dangerous" di Kiko Bun, e in "Rock the Dancehall" di Alborosie, che addirittura è figlia di "England Be Nice" prodotta da Sly & Robbie per Ini Kamoze. 

Il giovane ma ormai ospite di lunga data della nostra trasmissione Dahvid Slur, torna con "Stay Alive" sull'ipnotica strumentale prodotta da Addis record. I suoi consigli su una -buona vita-  si arricchiscono nella successiva "No Competition", dove le voci di Naman e Sara Lugo si fondono senza attriti, e nell'invito ad aprirsi solo a ciò che è importante di "Life's Sweet" prodotta da Inna Vision per Dre Island & Jemere Morgan.

In chiusura facciamo un passo indietro con due nuovi classici, ovvero "Foundation" di Jah Sun & Kabaka Pyramid sullo -swing easy- riddim, e "Our Time Come" dove Protoje, omaggia Burning Spear, e racconta a suo modo i primi anni di carriera.

 

Jimmy Cliff faet. Tim Armstrong (Rancid) - Guns of Brixton + Dub
The Clash - Armagideon Time
Mickey dread - Roots & Culture
Bunny Wailer - Rise & Shine (Liberation 1988)
Dennis Brown - The Prophet Rides Again
Ini Kamoze - General
Yt feat. Johnny Osbourne - No Wata Down Ting
Kiko Bun - Too Dangerous
Alborosie - Rock The Dancehall
Dahvid Slur - Stay Alive
Danman feat Sara Lugo - No Competition
Inna Vision feat. Dre Island & Jemere Morgan - Life's Sweet  
Kabaka feat. Jah Sun - Foundation
Protoje ft. Don Corleon - Our Time Come

More Fire " Long way fe go dj"

Data di trasmissione
Durata 1h 3m 27s

La puntata coniuga il sing-jay style dei -good old 80's- con i nostri giorni, già dai primi brani costruiti sul "Taxi" riddim, che trova a sua volta le radici nella Cuba degli anni 30.
Lady Ann apre la puntata parlando di violenza domestica in "Remember Who", e passa poi il mic ad un'altra superstar della -dancehall scene-, Sister "Bam Bam" Nancy, che si presenta e rappresenta con "One Two". A mantenere il tenore sulla stessa strumentale, è a questo punto Virtus con "Bring Joy", tratto dal mixtape della Cool Up Records "Good Old Days", così come il successivo "Ink" di Pupa Congo, che racconta la passione per i tattoo.
Ritroviamo in scaletta Lady Ann con "Informer", singolo prodotto da Joe Gibbs che, insieme all'album omonimo, la incoroneranno in quegli anni come la prima dj (toaster) in classifica sulle charts di entrambe le categorie.
Ormai lanciati nella -dancehall arena-, è il momento dei classiconi, e quindi ascoltiamo "Worries in De Dance" di Frankie "Dada" Paul, e "To the Rub a Dub Session" di Johnny Osbourne, prima di tornare al presente, ma senza scossoni che stravolgano le frequenze. Ad accompagnarci, la nuova e notevole produzione della Roll & Records, che ascoltiamo al dritto con "Peter Youth Deh Bout" di Peter Youthman, e al rovescio, come tradizione -inna dj style-, con "Long way fe go dj" di Tennah.
-Lirycs gwaan conscious-  con High Pawm che, con "Burn Your Tag" tuona contro chi cerca di costringere gli individui in  categorie univoche, e spesso errate.  
-Digital Style in full effect-, nella produzione di Strclty Sound registrata agli Echotronix studios di Aosta, che vede la collaborazione di Galas & Pupa Saga nella militante "What ah Gwaan", dove l'amore e contrapposto ai beni materiali.
Di cuore e passione per la musica parla  "Heartikal" di Virtus, che introduce la seconda parte della puntata, dove si continua a ballare con due produzioni di Danny t & Tradesman, e i loro remix di Lutan Fya "Dance ah Gwaan", e di " Walk & Skank" di Jah Screechy. Dopo la combo di Nuttea, LMK e al veteran Pinchers, con " Musical Murder" di Irie Ites Records, che suona come un -killer dubplate- pronto per un -sound clash-, un'altro ottimo lavoro di ripescaggio e missaggio di Raggattack da nuova vita a "Enterteiner Party rmx" feat. Junie Ranx, e "Tell me who rmx" feat. Super Cat.
La puntata si chiude con i saluti di Mr Williamz, a Roma per il suo live, e il singolo "Cyan't stop the Youth" cantato con Million Style, e prodotto da Dreadsquad, con echi che riportano al producer Gussie Clarke, ed all'iconica "Pirates Anthem".

Lady Ann - Remember Who
Sister Nancy -One Two
Virtus - Bring Joy
Pupa Congo - Ink
Lady Ann - Informer
Frankie Paul  -Worries in de dance
Johnny Osbourne - Rub a Dub session
Peter Youthman - Peter Youth Deh Bout
Tennah - Long way fe go dj
High Paw - Burn Your Tag
Pupa Saga & Galas - What ah gwaan
Virtus - Heartikal
Lutan Fyah - Dance ah gwaan
Jah Screechy - Walk & Skank
Nuttea, LMK & Pinchers - Musical Murder
Raggattack feat. Junie Ranx -  Enterteiner Party rmx
Raggattack Feat. Super Cat - Tell me  who rmx
Mr Williamz feat. Million Style - Cyan't stop the Youth

 

" Asembi Ara Amba"

Data di trasmissione
Durata 1h 4m 41s

Dopo il la dato dal Jingle dei The Appetizers, rimaniamo in acoustic mood  con “Spanish Town Rockin’” di Chronixx, registrata insieme  alla Zincfence Redemption Band nel 2017 per -NPR Music Tiny Desk-, nice and easy!

Yaadcore, accompagnato dal veteran roots singer Fred Locks, accende la puntata adagiando il messaggio politico di “Sufferation” sul ritmo ipnotico e pulsante di una lovers tune d’altri tempi.

La colpevolezza dei politici e del babylon system si fa universale con “So Much Trouble” di Bob Marley & The Wailers , e trova una soluzione nell’amore e nella collaborazione,  in “Love Fountain” di Tony Rebel, cantata sulla stessa base strumentale.

Rimaniamo nella fine degli anni ’90 con il rimaneggiamento musicale di “ Prophet rides again” di Dennis Brown, sul quale Fattis Burrel produce le monumentali “ Freedom” di Frankie Paul, e “Rough inna Town” di Cocoa Tea & Luciano.

Lasciamo la Giamaica verso il Ghana, dove vedere un avvoltoio significa sfortuna, come conferma la storia a lieto fine che racconta Y-Bayani in “Asembi Ara Amba”, accompagnato da The Band of Enlightenment, Reason & Love.

L’Africa è al centro anche della storia che riguarda il brano “Kadjembawe” di Christine Salem,  remixato dal produttore danese Dub Across Borders, prima in maniera non ufficiale come bootleg, e poi riedito insieme alla stessa cantante.

Tra le ultimissime uscite c’è “Roots” dell’Inglese Charlie P, prodotto da Rico degli OBF,  e registrato presso gli studi Room In The Sky di Londra, con una super band che vede il "Rockers" Horsemouth Wallace alla batteria. Il nome dell’album suggerisce prima ancora dell’ascolto intenzioni e sonorità, delle quali diamo una prova con “Sailing Ship” e “Roadblock”.

The “Hotstepper” Ini Kamoze, che prendiamo come padre ispiratore delle nuove generazioni per introdurre le prossime produzioni in scaletta, ci riporta nella - nostra - isola nei Caraibi con “Trample”.

Dal – riddim- album “Brimsone” prodotto dalla Dutty Rock, ascoltiamo Ras Ajai con “No Drop U Guard”, Busy Signal  con “Jah You Know”, e Quan Dajai , interprete del giovane Bob Marley nel film “One Love”,  con “Brimstone”.

In chiusura, prima di lasciarci con “Next Stop”, singolo che precede l’uscita del nuovo album dei neozelandesi Fat Freddy’s Drop “ Slo Mo”, diamo spazio a “Blessings”, collaborazione del giovane e turbolento Jahshii con l’intensa Lila Ikè.

Playlist:

The Appetizers - More Fire Jingle

Chronixx- Spanish Town Rockin' (Acoustic)

Yaadcore feat. Fred Locks - Sufferation

Bob Marley & TheWailers - So Much Trouble in The World

Tony Rebel - Love Fountain

Frankie Paul - Freedom

Cocoa Tea feat. Luciano - Rough Inna Town

Y Bayani & The Band of Enlightenment, Reason & Love - Asembi Ara Amba

Christine Salem & Dub Across Borders - Kadjembawe  (Vocal Horns Mix)

Charlie P - Sailing Ship

Charlie P - Roadblock

Ini Kamoze - Trample

Ras Ajai - No Drop U Guard  (Brimstone riddim)

Busy Signal - Jah You Know (Brimstone riddim)

Quan Dajai - Brimstone (Brimstone riddim)

Jahshii & Lila Iké - Blessings

Fat Freddy's Drop - Next Stop

"Summer Dance"

Data di trasmissione
Durata 1h 3m 2s

 

Il collettivo di musicisti confluito nel gruppo -The Appetizers-, con un solido background  le cui fondamenta sono rinforzate dall’approfondimento delle seminali produzioni  Studio One e Treasure Isle, ci fa un doppio regalo in apertura  con il nuovo singolo “Summer Dance”, e lo splendido jingle per More Fire,  realizzata per l’occasione. Ricambiamo - regalandoci-  una versione – studio session – di “Dem Talk”, brano presente sul precedente album  di esordio “Listen Up” (Badasonic 2022).

Lasciamo l’Italia, ma continuiamo a -skankeggiare-  con le atmosfere vintage, e il rimaneggiamento  nostalgico della reggae band  londinese Junior Dell & The D-Lites,prodotte in casa Anderson della Original Gravity Label. La prima “Louie Louie”,  è tratta da un omonimo EP a 45 giri interamente dedicato  al brano scritto nel 1955 da Richard Berry, e declinato in quattro differenti versioni.

Dopo l’intermezzo in cui Payoh Soulrebel & Baay Selecta con “Up your vibez”  ci riportano alla mente i Wailing Wailers, la seconda cover in scaletta della band di Junior Dell, riprende addirittura Rebel Mc, oggi conosciuto come Congo Natty, e il suo classico hip-house di fine anni '80 "Street Tuff".  Rimaniamo sul-riddim-  di Toots & The Maytals, sul quale è costruito il tutto,  e facciamo girare  anche le  “Good Vibes” di Daddy Cookiz  degli Atomic Spliff. L’iconico Lone Range chiude la sezione con l’incalzante  “Ask Me”, prodotta dal canadese Dubmatix.

Lyrical Benjie ci porta con toni militanti al momento dedicato alla musica spirituale, e al “Sounds of reality”,  seguito dal Full Bloom Riddim Medley , prodotto dal  talentuoso collettivo di  Zion High Kings, nel quale abbiamo mixato le tracce ispirate di Micah Shemajah( "Dis ya Rockers) e Imeru Tafari (1930).

Ancora musica -consapevole-, insieme all’ormai consueto appuntamento con Roberto Sanchez, che compare in “Warmonger” di Benjammin, uscita per la Fruit Records, e suonata dagli strepitosi - The 18th Parallel- , e in “Life Is Free” di David Fendah, registrata proprio agli A-Lone Ark Studios.

L’ultimo segmento alza toni e BPM della puntata, aprendo con un nuovo progetto dalla Francia, la -F.I. Music-, crew composta da Future Irie e il suo beatmaker Fred Island, che ci scuote con l’energica “Ramp Up”, con evidenti richiami artistici a Kabaka Pyramid e Jr Gong.

Arriviamo così alla nuova uscita di Hussla D, dj-producer e cantante  inglese, il cui nome descrive l’esperienza di vita nella quale si è fatto avanti grazie alla sua rivendicata persistenza. Hussla ha affrontato una vasta gamma di stili e generi musicali, che ha filtrato e fuso con la cultura che gli appartiene per discendenza, e che ha consolidato  fin da quando era un giovanissimo selector nel Jah Trooper Sound System. L’incontro artistico cruciale, quello su cui ci focalizziamo, avviene nel 2018 con il leggendario produttore giamaicano King  Jammy’s, e l’uscita di “ Skanking  in the Dancehall”,  che ascoltiamo per introdurre il nuovo singolo realizzato nella collaborazione, che vede addirittura il pioniere Duke Vin, operator e selector del primo sound system inglese in stile giamaicano della storia, il “ "Duke Vin the Tickler's", raccontarene la nascita sul tappeto digital-reggae  di “ Sound System”.

In chiusura, continuiamo a celebrare la musica con la nuova uscita di Dubamine su etichetta Dub Stuy, che ascoltiamo a partire dal B-side, con “Mosquito Dub“, dedicata a David “Ram Jam” Rodigan e condita da un suo classico speech, e,  dopo “Sound is rockin’” del produttore polistrumentista Kanka cantata da Little R, ci salutiamo con il lato A, insieme al -crrrucial youth- Jonnygo Figure, e le distorsioni bizzarre di “Bulletproof”.

"Gone This Ya Style"

Data di trasmissione
Durata 1h 4m 52s

Dopo l'accorato prologo di protesta, regalo di Michael Exodus di casa Dub-O-Matic Records, che rimaneggia “Palestina Rossa”, scritta e cantata nel 1973 dal poeta Umberto Fiori (voce e chitarra degli Stormy Six), la puntata riparte da  New York con “Revolutionary Youth”, dal fortunato EP di esordio di Jonnygo Figure  (Crucial Showcase– 2019), che invoca la rivoluzione come unica soluzione per superare la confusione di questi tempi.

Si prosegue – inna rub a dub style – con Lyrical Benjie, che cavalca la – bassline- su “ Gone This Ya Style”, e Sister Nancy aka Muma Nancy, che ripercorre la sua carriera  di -first female dancehall DJ - dal 1976 a oggi, in “Rub a Dub Story”.

Il secondo EP che tocchiamo è un altro -sold out- degli ultimi anni, “ Noise and Emptiness” di Joe Yorke, nel quale è accompagnato dal producer, songwriter e musicista  Eeyun Purkins, titolare dei Waggle Studios di Bristol, e founder dei The Co-Operators. La traccia che ascoltiamo è intitolata “ Downtown”. Dopo un salto nella Nuova Zelanda dei Fat Freddy’s Drop, che ascoltiamo con “ Slings And Arrows”, torniamo negli UK  per incontrare il – one man army - Kiko Bun, e la fulminante “How You Want Me”, scritta per il primo appuntamento con la sua fidanzata,  e rilasciata per lo scorso San Valentino.

Rimaniamo a Londra con due produzioni targate Prince Fatty, e accompagnate da Horseman al mic, prima con i The Skints e Tippa Irie in “London Town”, e poi in prima persona con la cover dei Cypress Hill “Insane in The Brain”.  L’ Hip Hop della – golden era – riecheggia  ancora nell’aria con di Jstar & The Dubmatix, e il remix di “ Scenario” dei A Tribe Call Quest, prima della mega combo orchestrata da  L'Entourloop  in  “Florilège” con  Lyricson, Queen Omega & Red Fox.

Chiudiamo il segmento con “Dey” , che celebra l’incontro tra l’afrobeat e il mondo del reggae nella  legacy  di due artisti militanti e rivoluzionari, Fela Kuti e Bob Marley, con i loro figli minori Oluseun  Anikulapo aka Sean, e Damian aka “ Jr Gong” .

More Fire - turn dub - nell’ultima  parte della puntata , con le atmosfere tribali di “African Step” di Toroki feat. Isayah , e il barrito animale di “ The Elephant” di Jah Shulz.  A seguire tre artisti di Barcelona Matah, Adala e  Chalart58, tornano con “ Steppa Boy”, un anthem che ci proietta direttamente sotto le casse del  sound system, coniugando l’habit delle radici giamaicane con il messaggio controculturale ormai tipico di questa scena.

La chiusura è affidata al grido di denuncia di Yt, affiancato dai Wicked Dub Division,  che con “Not In My Name” chiude il cerchio di apertura di puntata sulle attuali guerre, discostandosi dai “warmonger games” dei pochi, che giocano con il sacrificio dei molti per i loro interessi.

"Gratitude"

Data di trasmissione
Durata 1h 1m 59s

La puntata si apre con il “Queen of the Minstrel” riddim, ripreso dalla giovane Khalia nella struggente - lover track- “Addicted”.  Si prosegue con le novità insieme a Royal Blue, nato nel ghetto di Spanish Town, e la speranzosa “Light My Way”, che vede il - featuring - del grammy winner Kabaka Pyramid.  A seguire, Jah Lil con “ You Teach Me”  ribadisce  il motto - united we stand divided we fall - , arricchendolo con il valore delle diversità.

La seconda - combo - della puntata è “Stay Like Me”, prodotta dal rivoluzionario  Yaadcore, impegnato in uno scambio reciproco di confidenze con la - dancehall star -  Charly Black.

Il canadese Shayne Amani entra in scaletta con la consapevole “Gratitude”, nella quale esorta al - clean livin’-. Le sonorità di ispirazione ’80s lasciano spazio alla battuta meticcia  in quattro quarti de L’Entourloop, che ospita  il cantante e youtuber ungherese Azahriah in “Don't Turn The Bass Down”.

Papa Diggi aka Protoje, uno dei protagonisti della nuova era del reggae made in JA, torna con “ Legend Legend”, nata come un freestyle composto da titoli di  canzoni di Bob Marley, in una versione remix di Zion I King.

Facciamo uno scalo in Bulgaria con la notevole “Jah Callin’ di Jahmmi Youth, prima di  tornare in Francia con “Trouble In A Wicked Man”, una produzione Krack in Dub cavalcata dalla solida Soom T. Daman & Sara Lugo chiudono la prima parte della puntata con “ No competition”, nella quale torna il concetto di - inity -.

Mano ai 45 giri per dare po' di ritmo alla puntata, incastrando due brani dal cofanetto “From DJs to DJs”  de L’Entourloop, e il freschissimo remix di un anthem di A Tribe Call Quest dalle mani  di JStar feat.The Dubmatix. Ascoltiamo quindi L'Entourloop  feat. Jessica Persee, Bouchkour, Flavia Coelho & Lidiop con “Li Sem (L'Entourloop Remix)”, Jstar feat. Dubmatix con “Scenario Remix”, e ancora L'Entourloop  feat. Lyricson,Queen Omega & Red Fox con “ Florilege”

In chiusura di puntata,  entriamo nella “Dub Area” con i nostrani Wicked Dub Division accompagnati da YT in “Not in My Name”, e ci rimaniamo con Dr Ring Ding - inna sound system tribute -  con “ Follow Dis Ya Sound”. Ci salutiamo con la rarefatta e ispirata “Manifesto Animista”, prodotta dall’amico Freddie Stork, e animata da Amparito MC.

 

 

"Born Slippy"

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 22s
Una puntata ricca di tributi alla musica e non solo, che inizia dove si leva anche il sole con Inokasira Ranger, e la cover degli Underworld  "Born Slippy”, pilastro della colonna sonora di Trainspotting.
Da New York,  Sir Agent Jay (The Slackers) aka Crazy Baldhead , apre la parentesi su punk e grunge in chiave – rocksteady-  con la letale  “Astro Zombies” dei Misfits,  per poi calciare la palla nel Regno Unito fino al poliedrico producer & dub master  Prince Fatty,  con  la sua squadra di all stars che comprende tra gli altri anche il leggendario Horsemouth Wallace alla batteria. Insieme a lui, a completare il lavoro fatto sui Nirvana con “Battle for Seattle”, c'è ancora Little Roy accompagnato da Hollie Cook, e nella strumentale dagli ottimi Soothsayers, nel reprise di “Smells Like Teen Spitrits”. 
A questo punto il gioco di rimandi si fa ridondante con Rhoda Dakar (The Bodysnatchers),  che ricanta  - inna flying cymbals seventies style - “ The Man Who Sold The World”, una canzone di Bowie  molto cara allo stesso Kurt Cobain.
Usciamo dalla  - skavalcata -  della prima parte della puntata rallentando un pò il ritmo, con un - new classic- del genere in versione extended, la consapevole denuncia di “ Same Justice” di Pupa Jim & Stand High Patrol.
Anche nella seconda mezz’ora di More Fire la musica che ascoltiamo rimanda ad altro. In particolare, si inizia con il Jazz Etiope ripreso finemente in levare dai polacchi Dreadsquad con “Yèkèrmo Sèw “  feat. Don Fe, Craig Crofton e  Piotr Zabrodzki, e “Ethiopian Rhythm” dal loro prossimo EP in uscita. Ci spostiamo poi musicalmente in Turchia con un prodotto targato Dubquake,  la tradizionale “ Katibim”  - inna rockers style-  dalle mani di  Samity e la voce di Orçun SünearLa cruciale Sister Nancy, apre l’ultima sezione della puntata ripercorrendo la sua carriera  con la nuovissima “Rub a Dub Story” prodotta da Legal Shot, seguita  nella stessa chiave sonora  da Natto con “Love”,  accompagnato da Puppa Shan & Bass Culture Players.
La chiusura spetta a ben quattro nuove uscite di casa nostra. 
Dal Salento Papa Leu con “Basta Picchi” canta del valore dell’accoglienza e della ricchezza della multiculturalità. Di grande attualità, anche nel richiamo al testo di fine ottocento del poeta Peppino Mereu,  è la presa di posizione dei Train To Roots in “Gaza”, dove Nanneddhu diventa Mohammeddhu, nella denuncia dello stato di oppressione e miseria del popolo palestinese
Il gruppo maremmano dei Quartiere Coffee entrano in scaletta con Finaz della Bandabardò, e il singolo “Mr.Propaganda”,     che anticipa il nuovo album “ La mia terra”, che vede tra le collaborazioni anche Forelock, Tonino Carotone, e gli Israel Vibrations.
Prima di salutarci torniamo a casa,  e ascoltiamo a un paio di giorni dall’uscita di “Reggaediazepine”,  i romanissimi  Inna Cantina con l’estratto manieristico “Fino Al Sole”,  nel quale duettano con l’ illustre e amato expat  Puppa Albo aka Alborosie.

"Heartikal Souljah"

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 45s

La puntata parte da Bristol, dove il falsetto di Joe Yorke, accompagnato sulla traccia “Living Dead” dai Co Operators - inna fine 70s style -, denuncia le reiterate intenzioni del sistema di volerci come dei morti viventi, malpensanti ed imbevuti di ideologia fascista.

Se la situazione è critica, ci viene in soccorso il pianeta caro alla nostra trasmissione, quello descritto da Jay Smilee nel mixtape della Cool Up Records. “Planet Reggae” è  adagiata sapientemente sulla strumentale di “A True” di Dennis Brown, prima delle due tune in scaletta registrate nei Joe Gibbs studios a cavallo tra gli anni 70 e 80. La seconda, è la cruciale “Ina Jah Children” cantata da Sandra Lucille Matthews, che già si firmava Dhaima (Love Live Forever) dopo  l’incontro con la cultura hippie, e la legacy con Bob & Rita Marley.

Si prosegue in - stepper style - con due magnifiche cover. “Ring My Bell” delle Blood Sisters, uscita nello stesso anno dell’originale di Anita Ward, e la più recente “ The Model” dei Kraftwerk, nella rivisitazione di Prince Fatty con Shanice & Horseman.

Gli ultimi due dischi della prima parte della puntata viaggiano sulle stesse ritmiche, affidate alla accorata “Me Provoca Te Ver” di  Manu Chao , prodotta con Chalart58, e all’esclusivo dubplate di Kunterbunt Sound “ Dub Stories”, con Black Omolo, Kazaam Davis & Infinite.

Rimaniamo con La Panchita records di Chalart58  con “ Woman Soldier” di Belèn Natali, che da il titolo all’omonimo mixtape dell’etichetta, e alla nuova uscita di Matah “Mash It Up”.

Un disco dal quale ascoltiamo entrambe le tracce vocali, è quello prodotto nel 2019 dalla Earth & Power, con la fiduciosa “Swingin In The Trees” di Ras Hassen Ti, e la decisa  “Done Them Again “ di Rassie Ai.

Liriche consapevoli proseguono ancora sull’etichetta Moa Ambessa, e le amatissime “Heartikal Souljah” di Giallo Man, e “Jah a di Best” di Jules I, intervallate dalla cavalcata sul riddim della Forward Fever, con le seguenti tracce dedicate alla scena - Sound System -. Idren Natural “ Musical Order”, Ras Cloud & Ion One  “Rocking Time” & Rudy Roots “To The Max !”

"Rebel up"

Data di trasmissione
Durata 1h 0m 47s

La puntata si apre con il ritmo one drop dall’anima roots realizzato nell’estate del 2023 dai Moby Stick. “Roots” è in particolare il titolo del brano di Luciano aka Jah Messenger, seguito in battuta dalla riddim title track “Twisted Reality”, nella quale il gruppo affianca l’iconico King Kong.

Ancora in odore di 4/20, ovvero la giornata mondiale dedicata alla Marijuana, direttamente dagli “Irie Yute Tapes”, ascoltiamo “Smoke We A Smoke” realizzata per l’occasione con The Steppas from Hawaii e gli italiani Mellow Mood, restando poi dalle nostre parti con “ Ruff inna Town” di Lion D.

Torniamo inna riddim mood con “ Rebel Up “di Purple D'lyte, che da il nome alla strumentale prodotta agli A-lone Ark studios di Roberto Sanchez, e “ Crazy World” di Muscle Emmanuel.

Waterhouse style per Alborosie, che ci riporta in Giamaica doppiando la Taxi Gang  con “Rock The Dancehall", per poi lasciarci a ripassare l’album “ Tha Kalling “ di Kabaka Pyramid,  vincitore del Grammy del 2023, che ascoltiamo insieme a Nathalia sulla traccia “Stand Up”, prima di lanciarci nella romantica “ There For You” di LMK sul Fight Again  riddim di Derrick Sound

Dopo il ritorno del giovane musical hero Dahvid Slur con “New Age Rockaz”, ritroviamo la royal family dei Morgan Heritage con la potente “Selah”, subito dopo aver ascoltato il figlio di Grampa Morgan, Jemere, nella produzione degli Inna Vision, accanto a Dre Island in “Life's Sweet”.

L’ultima parte della puntata inizia con “Blood in The Street” di Samory I, estratta dal notevole “Strenght”, e prosegue con il nuovo singolo di Ini Kamoze “ I Want You”, prodotto nella consolidata legacy con la famiglia Burrell, in duetto con l’indomabile e intensa Lila Ikè.

La chiusura è affidata al messaggio di consueta saggezza di Pupa Jim,  che da il titolo all’ ultima raccolta dei Mungo’s Hi Fi “ Past & Present”, e che ci mette in guardia dalla paura e dalla nostalgia, con uno sguardo sempre rivolto in avanti...Forward ever !