Su invito di una persona che si trova in una condizione di reclusione psichiatrica mettiamo a disposizione i nostri indirizzi email con l’intento di raccogliere testimonianze, racconti, scritti e narrazioni di coloro che si ritrovano in strutture psichiatriche come SPDC (Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura), REMS (Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza) o Strutture Residenziali Psichiatriche chiuse.
Gli obiettivi principali sono innanzitutto dare voce a chi non ne ha, riuscendo possibilmente a mettersi/li in relazione ed inoltre rendere pubbliche tali testimonianze (con il consenso della persona e rispettandone l’anonimato) attraverso un’eventuale pubblicazione quanto più possibile periodica.
Venerdì 29 settembre presso lo Spazio Antagonista NEWROZ di Pisa si tiene un'assemblea per parlare dei maltrattamenti contro persone disabili nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla fondazione Stella Maris, in vista dell'ennesima udienza che si terrà presso il tribunale di Pisa martedì 3 ottobre davanti al quale è indetto alle ore 14 un presidio di solidarietà.
Si tratta del più grande processo in Italia per maltrattamenti a persone con disabilità seguito a un'indagine attivata dopo la denuncia dei genitori di un giovane ospite nel 2016. Il processo va avanti da anni molto lentamente, 12 gli imputati tra cui dottoresse, assistenti e il direttore generale che condannato in primo grado questa estate è stato assolto in appello.
Parallelo al processo principale va avanti un altro procedimento per la morte di un ragazzo, Mattia, deceduto per gli psicofarmaci che gli venivano somministrati; su questa storia al Newroz viene proiettato il documentario “LA STORIA DI MATTIA" di Maria Elena Scandaliato (è possibile vedere il film anche su Raiplay). .
Ne parliamo con un compagno del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Il 20 giugno 2023 alle ore 14 ci sarà un nuovo presidio davanti al Tribunale di Pisa, in Piazza della Repubblica, dove si terrà l'udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa ulteriore udienza dovrebbero venire sentiti gli imputati, se non ci sarà l’ennesimo rinvio funzionale evidentemente al raggiungimento della prescrizione.
Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.
Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 5 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia che nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa. Tra le numerosissime parti civili si segnala la presenza di tre associazioni: ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) AGOSM (Associazione Genitori Ospiti Montalto) e Telefono Viola di Roma.
Con una compagna del collettivo antispichiatrico Senza Numero parliamo dell'iniziativa benefit di domenica 21 maggio @Strike Spa dalle ore 12.30 in favore di Casa Galeone. Casa Galeone è uno spazio comunitario autogestito nelle Marche dove, da 8 anni si sperimentano pratiche che, riflettendo la trasversalità e inclusività del progetto, vanno dall’autodeterminazione alimentare alla socialità popolare e solidale, dalla cura dell’ecosistema rurale all’educazione libertaria, dall’antipsichiatria alla lotta contro l’agroindustria, dal sostegno alle arti e alla cultura alternativa fino alla promozione della transizione ecologica dal basso.
A partire da libro "Divieto d'infanzia. Psichiatria, controllo, profitto" di Chiara Gazzola e Sebastiano Ortu, con un compagno del collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa parliamo della tendenza all'interno della scuola pubblica di un aumento di certificazioni sancite per catalogare ogni difficoltà dell’età evolutiva che inducono alla prevaricazione dell’approccio clinico danneggiando la relazione educativa. Quali le possibilità di opposizione alla diffusione degli screening e a obiettivi formativi che limitano la libertà professionale degli insegnanti? Quali le alternative per i genitori?
Oggi la rete di collettivi antipsichiatrici e singoli ha organizzato una giornata antipsichiatrica che è iniziata con un presidio sotto il carcere della Dozza a Bologna dal quale vi proponiamo una corrispondenza.
La giornata prosegue poi a Imola, alla Brigata prociona con la presentazione del libro "Divieto di infanzia. Psichiatria, controllo e profitto" di Chiara Gazzola e Sebastiano Ortu
Con un compagno del collettivo antipsichiatrico parliamo di carcere e psichiatria a partire dall'iniziativa prevista per questo pomeriggio 14 gennaio alle ore 17.30a Pisa c/o Spazio Antagonista NEWROZ in via Garibaldi 72. Quella della salute mentale sicuramente costituisce una delle questioni di maggior rilevanza, anche in termini di complessità, che interessano il mondo carcerario, ll carcere è nella sua essenza terreno fertile per l’insorgere di patologie psicologiche e psichiatriche anche durante tutta la fase detentiva e nella fase prossima alla scarcerazione.
Nei reparti psichiatrici italiani si continua a morire di contenzione meccanica, sia in regime di degenza che durante le procedure di TSO. Contenzione meccanica e farmacologica sono praticate diffusamente anche nelle strutture che ospitano persone anziane e/o non autosufficienti. In nessun caso la carenza di personale e di strutture può giustificare il ricorso a pratiche coercitive. Anche la logica dei “motivi di sicurezza”, dello “stato di necessità” o delle “persone aggressive” a cui sovente si fa appello nei reparti, deve essere respinta poiché fondata sul pregiudizio ancora diffuso della potenziale pericolosità della “pazzia”. Molti ritengono, per atteggiamento culturale o per formazione, che sia giustificabile sottoporre persone diagnosticate come “malate mentali” a mezzi coercitivi, che sia nell’ordine delle cose e corrisponda al loro stesso interesse. Chi condivide questa opinione non considera adeguatamente, sia in termini esistenziali che giuridici, il valore imprescindibile della libertà della persona, tanto più rilevante quanto più attinente a libertà minime, elementari e naturali, come la libertà di movimento. Sabato 6 novembre si terrà un presidio a Livorno contro la contenzione e domenica sempre a Livorno un'assemblea antipsichiatrica. Di seguito il programma dettagliato della due giorni.
La contenzione si nasconde in quelli che dovrebbero essere luoghi della cura. Nel nostro paese, in gran parte dei servizi psichiatrici ospedalieri di diagnosi e cura, la contenzione è pratica diffusa, La pratica della contenzione - meccanica e farmacologica - è ben conosciuta negli istituti che si occupano di persone anziane (rsa) e nei luoghi che accolgono bambini e adolescenti, nelle REMS, nelle carceri. In molti di questi luoghi si lega ma si fa di tutto per non parlarne. Salvo quando avviene qualcosa. Francesco Mastrogiovanni, maestro di cinquantotto anni, muore nel servizio psichiatrico di Vallo della Lucania (SA) ai primi di agosto del 2009, dopo 4 giorni di contenzione; tre anni prima, nel 2006, moriva nel Servizio psichiatrico dell’ospedale "Santissima Trinità” di Cagliari, Giuseppe Casu dopo che per una settimana era rimasto legato al letto. Elena Casetto, ragazza di 19 anni morta arsa viva dalle fiamme di un incendio sviluppatosi nel reparto di psichiatria del “Papa Giovanni” di Bergamo nel 2020 e che non ha potuto mettersi in salvo perché legata al letto. In occasione della Seconda Conferenza Nazionale sulla salute mentale del giugno scorso che ha tracciato la road map per rilanciare l’assistenza territoriale per la salute mentale allo scopo di “migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi a beneficio di pazienti e operatori”, il ministro Speranza ha annunciato anche che è pronto l’accordo con le Regioni per “il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale". Eppure nel Pnrr di fragilità psichica non si parla. Ne parliamo con un compagno del collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud.
Con il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa torniamo sulla vicenda di Alice Di Vita, una ragazza di 26 anni rinchiusa che il padre non riesce a vedere dal giorno del ricovero. Commentiamo anche l'aumento della pratica dei TSO e delle richieste di supporto che arrivano al collettivo.