Oggi abbiamo riproposto la presentazione di "La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia" (Manifestolibri, 2024), con l'autore Antonio Mazzeo, e del dossier "La questione palestinese fuori e dentro l'università", con il Collettivo d'Ateneo di Firenze. A partire dalla presentazione di questi due lavori, abbiamo approfondito e criticato lo stretto legame che sussiste fra appartato industriale-militare-finanziario e scuola e università oggi in Italia.
Insieme ad Antonio Mazzeo parliamo di armamenti e scenari bellici, a partire dalla notizia dell'utilizzo di sistemi antidroni israeliani all'interno dei concerti di Jovanotti e dei Maneskin. Quindi commentiamo le evoluzioni della NATO a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina, parlando anche degli attacchi di cyber war, sempre più frequenti nelle guerre degli anni 20 del 21° secolo.
Di fronte alle alte cariche dell’esercito egiziano, ai ministri e ai generali stranieri, il presidente Abdel Fattah al Sisi ha inaugurato il 29 novembre la seconda edizione dell’Egypt Defence Expo (Edex), l'esposizione internazionale del settore della difesa.Sui banner pubblicitari della mostra organizzata da al Sisi è presente in bella vista il nome di un’azienda italiana partecipata dallo stato attraverso Cassa depositi e prestiti, “Fincantieri”. Una sponsorizzazione già annunciata nel 2020 prima che l’expo venisse rimandato causa Covid e che "si concretizza nella partecipazione e nel dare visibilità all’evento". Ma non è l’unica. Al contempo, mentre l'Italia partecipa in bella mostra a questa fiera della morte, dopo tre anni viene approvata all'unanimità la relazione sull’inchiesta sull’uccisione di Giulio Regeni che afferma che "la responsabilità del sequestro, della tortura e dell'uccisione di Giulio Regeni grava direttamente sugli apparati di sicurezza della Repubblica araba d'Egitto, e in particolare su ufficiali della National Security Agency (NSA), come minuziosamente ricostruito dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Roma".
Ci si aspetterebbe che il trattamento dei dati sensibili e il loro eventuale trasferimento a soggetti terzi per fini di ricerca venga attribuito al Sistema sanitario nazionale.
Il soggetto responsabile è invece INVITALIA S.p.A.
Oltre alle informazioni anagrafiche e quelle relative alla professione svolta, vengono richieste le condizioni di salute odierne e le eventuali malattie pregresse (patologie cardiocircolatorie e respiratorie, condizioni di compromissione del sistema umanitario - cancro, leucemia, linfoma, HIV/AIDS, trapianto); se si ha avuto attacchi di convulsioni o qualche problema al cervello o al sistema nervoso; l’esistenza di allergie; la tipologia dei farmaci, integratori naturali, vitamine, minerali o eventuali medicinali alternativi utilizzati; l’effettuazione di trasfusioni nell’ultimo anno; eventuali gravidanze in corso o se si sta pensando di rimanere incinta nel mese successivo alla prima o alla seconda somministrazione; la convivenza con soggetto ad alto rischio, contagi e/o risultati di eventuali test anti-Covid; finanche i viaggi internazionali effettuati nell’ultimo mese ela possibile frequenza di comunità...
Certo, in teoria, si può sempre rifiutare di dare il proprio consenso ma – si sottolinea in calce – “il conferimento dei dati è OBBLIGATORIO per registrare l’avvenuta somministrazione del vaccino Anti-Covid 19 verso il Sistema Sanitario Nazionale e che l’eventuale rifiuto di fornire tali dati comporterebbe la mancata prosecuzione del rapporto”.
Se vuoi il vaccino dacci i dati!
Chi gestisce questa mole enorme di dati?
Ne parliamo in collegamento telefonico con Antonio Mazzeo.