Con Victor, redattore de La Directa, ripercorriamo i fatti avvenuti a Barcellona giovedì scorso, dove un attentato rivendicato dall'ISIS ha fatto 15 morti e oltre 100 feriti, di cui molti assai gravi.
Quali sono state le reazioni della città e quali quelle dei musulmani anti-ISIS? Come stanno reagendo le forze della sinistra? Quali sono le responsabilità della Corona spagnola e come si è mosso il governo centrale di Madrid?
Infine, quali le prospettive della Catalogna alla vigilia del referendum indipendentista?
A Barcellona, viene trovato cadavere nella sua automobile un agente della Guardia urbana, la polizia municipale. Ad essere accusati dell'omicidio la sua compagna, che veniva ricattata dall'ucciso attraverso la triste pratica del revenge porn, e l'amante di lei. Dalle indagini emerge che tutti i protagonisti della vicenda hanno a che fare con la misteriosa morte di un venditore ambulante di Barcellona, caduto rovinosamente in un crepaccio nel parco di Montjuic dopo un'operazione a cui hanno preso parte sia il poliziotto morto sia i suoi presunti assassini. Un'inchiesta interna della guardia urbana aveva ovviamente scagionato da ogni accusa, riguardo la morte del venditore ambulante, tutti i poliziotti della guardia urbana, capitanati da un ufficiale noto per le sue simpatie nei confronti di gruppi neofascisti.
Di questa vicenda, e del contesto politico e culturale in cui si muove la polizia municipale di Barcellona, parliamo con Victor, il nostro corrispondente da Barcellona
Pubblicato nel 2015 in spagnolo e catalano, "La città orizzontale. Etnografia di un quartiere ribelle di Barcellona" ripercorre la costruzione, la distruzione e la lotta delle casas baratas di Bon Pastor, antico quartiere operaio alla periferia di Barcellona, oggi una delle zone più marginali e sconosciute della città.
Negli ultimi vent’anni, nonostante le retoriche sulla partecipazione, le classi dirigenti catalane hanno progressivamente neutralizzato i quartieri più popolari e combattivi della città, accompagnando la distruzione fisica dei luoghi con l’azzeramento delle risorse collettive e degli stili di vita autonomi della popolazione. Le conseguenze sociali e politiche di queste distruzioni non sono affatto state superate, nonostante i rivolgimenti politici degli ultimi anni.
Nato all’interno di una ricerca multidisciplinare durata dieci anni e coordinata dall’antropologo Manuel Delgado, il libro di Stefano Portelli nasce dall’insolito incontro tra alcuni abitanti dissidenti e un gruppo di ricercatori precari e attivisti contro la speculazione, convinti dell’importanza della socialità di strada e delle forme di convivenza orizzontali minacciate dalla furia urbanistica del cosiddetto “modello Barcellona”.
Per ironia della sorte, un giorno prima della tragica morte di un venditore ambulante di origine africana a Roma, avvenuta in seguito ad un controllo della polizia municipale, abbiamo dedicato un'intera puntata della trasmissione radio Euskadi al racconto delle terribili condizioni di vita dei venditori ambulanti africani di Barcellona, i cosiddetti top manta.
In questa trasmissione abbiamo cercato di raccontare le isterie dei media, le ambiguità dell'amministrazione municipale barcellonese guidata da Ada Colau, le persecuzioni della polizia municipale, l'autorganizzazione portata avanti da realtà come il sindicato popular de venditores ambulantes de Barcelona e i tentativi di infrangere le catene della "Ley de extranjeria".
A Barcellona è attivo da diverse settimane Barnaut, un web-magazine in lingua italiana dedicato all'informazione ed alla comunicazione alternativa nella capitale catalana.
Ci presenta il progetto un redattore di Barnaut, per info:
Una marea umana, almeno 160.000 persone, ha manifestato nel fine settimana per le vie di Barcellona per mostrare il proprio appoggio e la propria solidarietà a profughi e richiedenti asilo, mentre il governo centrale boicotta le operazioni di smistamento delle poche migliaia di persone che l'Unione Europea ha affidato alla gestione di Madrid.
L'ex Presidente della Generalitat, il governo autonomo catalano, si trova sotto processo per il suo ruolo nell'organizzazione del referendum consultivo sull'indipendenza catalana tenutosi nel 2014 e ritenuto illegale dal Governo spagnolo: rischia fino a dieci anni di inabilitazione dai pubblici uffici. Nel frattempo, la stragrande maggioranza delle forze politiche catalane si appresta ad organizzare un altro referendum sul diritto all'autodeterminazione che si terrà con ogni probabilità a settembre.
Un reportage del portale di informaziona antagonista "La directa", di Barcellona, ha rivelato la presenza da più di un anno, nella capitale catalana, di una vera e propria impresa specializzata nello sgombero di appartamenti ed immobili occupati illegalmente.
L'impresa, che ha un proprio sito internet e lavora alla luce del sole, si presenta come una società di intermediazione fra i proprietari e gli occupanti ma, nella pratica, è solita irrompere negli appartamenti occupati quando non c'è nessuno, distruggere le suppellettili ed impedire il ritorno in casa degli occupanti. Una forma di intervento paralegale che è guardato di buon occhio sia dalle forze dell'ordine sia dai proprietari di stabili ed immobili. Di Desokupa fanno parte personaggi legati all'estrema destra catalana ed esteuropea.
Un compagno de "La directa" che ha curato il reportage ci racconta la storia di questa impresa, le contromisure messe in atto dai movimenti per il diritto all'abitare di Barcellona, le coperture poliziesche e politiche e lo scenario immobiliare barcellonese a 8 anni dall'esplosione della grande bolla speculativa.
Come ogni anno l'11 settembre, a Barcellona e nelle altre principali città della Catalogna, centinaaia di migliaia di persone sono scese in strada per commemorare la festa nazionale catalana, che ricorda la perdita dell'autonomia da Madrid nel 1714.
Insieme a Victor, corrispondente da Barcellona, cerchiamo di capire quali sono state le principali parole d'ordine dei cortei di domenica scorsa e lo stato dell'arte del quadro politico catalano e spagnolo, alla vigilia delle elezioni amministrative nel Paese Basco e in Galizia e in attesa di sempre più probabili elezioni generali nazionali, le quarte in un anno, che si terranno probabilmente nel periodo natalizio.
Notizie contrastanti dalla capitale catalana, il CIE della Zona Franca continua ad essere inattivo, pur se si attende un giiudizio della magistratura spagnola che potrebbe consentirne la riapertura, mentre continua la caccia alle streghe contro i "top manta", i venditori ambulanti di origine africana, nei confronti dei quali è in atto una vera e propria caccia alle streghe