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manifestazione

Giovedì e sabato in piazza al fianco della resistenza palestinese

Data di trasmissione
Durata 11m 38s

Un compagno di Udap sugli appuntamenti al fianco della resistenza palestinese di questa settimana:

giovedì 14 novembre ore 11.30 a piazzale Clodio per chiedere la liberazione di Tiziano, arrestato il 5 ottobre

sabato 16 novembre ore 15 piazza delle Camelie a Centocelle corteo con la resistenza palestinese e libanese contro il genocidio in corso

verso la manifestazione nazionale del 30 novembre

Tiziano libero: con Khaled (UDAP) la piazza del 5 ottobre

Data di trasmissione
Durata 14m 51s

Commentiamo la manifestazione del 5 ottobre a Roma con Khaled (udap). Una manifestazione che ha visto la partecipazione di più di 15 mila persone in piazza, ma un coinvolgimento anche maggiore. Non sono mancate  le parole di delegittimazione da parte di politica e giornali, in continuità con la legittimazione di israele alla quale abbiamo assistito in questi mesi. Rilanciamo il presidio a piazzale Clodio contro la repressione e in solidarietà a Tiziano, ragazzo arrestato durante la manifestazione. In piazza non c'era una divisione fra manifestanti buoni e altri cattivi quanto una manifestazione unica solidale con la palestina, contro il genocidio, il ddl 1660 e l'irrigidimento della società.

Diecimila in piazza per la Palestina nonostante intimidazioni e repressione

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Diretta della manifestazione per la Palestina del 5 ottobre 2024: dopo la mattinata che ha visto le forze dell'ordine bloccare, identificare, emettere fogli di via in diversi quadranti di Roma, nel pomeriggio abbiamo seguito la piazza con varie corrispondenze e sentito compagne/i di altre città i cui pullman sono stati bloccati prima dell'ingresso a Roma. In particolare un bus da Pisa è stato bloccato al casello di Roma ovest dove studenti e altri manifestanti hanno manifestato in autostrada.

A fine pomeriggio le forze dell'ordine hanno impiegato idranti, blindati, manganelli e una pioggia di lacrimogeni di fatto rendendo complesso il deflusso dalla piazza

GIOVANI PALESTINESI: VERSO IL CORTEO DEL 5 OTTOBRE A ROMA

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Durata 19m 46s

Una corrispondenza con un compagno dei giovani palestinesi che ci commenta le ultime vicende internazionali a partire dall'attacco dell'Iran e delle ragioni e dell'importanza della manifestazioni del 5 Ottobre a Roma.

Di seguito il comunicato diffuso da Giovani Palestinesi d’Italia:

“La questura di Roma ha vietato formalmente ogni manifestazione prevista il 5 ottobre a Roma, coerentemente con le dichiarazioni del ministro Piantedosi.

La prescrizione da parte della questura di Roma è un divieto politico, come si evince dalle motivazioni espresse da parte delle autorità. Ancora una volta il governo italiano, forte della sua complicità con “Israele”, utilizza gli strumenti della repressione per mettere a tacere ogni forma di solidarietà nei confronti del popolo palestinese.

Dietro alla questione dell’ “ordine pubblico” si cela invece la volontà politica di censurare la nostra mobilitazione in un clima di repressione politica mai visto prima. Dopo il divieto del 27 gennaio e le ripetute violenze da parte delle forze dell’ordine durante le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese, questo divieto ribadisce la posizione del governo italiano ad un anno dall’inizio del genocidio.

La gravità di questo provvedimento è inaudita.

Dopo un anno di Genocidio in Palestina, mentre assistiamo al massacro in Libano, è il movimento italiano di solidarietà alla Palestina ad essere colpevole. Dopo più di 42mila vittime in Palestina e 600 in 3 giorni di attacchi indiscriminati in Libano, è la nostra resistenza il colpevole. È il movimento di solidarietà con la Palestina, non i macellai di Tel Aviv, quello da fermare, solo perché diciamo: è giusto resistere al colonialismo e all’oppressione. A questo punto il problema non è solo “Israele”, che da 76 anni porta avanti coerentemente il progetto coloniale sionista.

La democrazia è malata e sta fallendo, e il problema è l’Italia, che arma e protegge il regime genocidario, mentre cerca di reprimere chi si oppone alla guerra.
Questo divieto non è altro che il preludio dello stato di guerra che entrerà in vigore con il ddl 1660, il nuovo decreto sicurezza del Governo Meloni, messo a punto per reprimere brutalmente qualsiasi forma di protesta e di dissenso, come nel nostro caso. Un precedente pericoloso per chiunque si batte per il diritto alla libertà di manifestazione e di espressione.

Scendere in piazza il 5 ottobre è  un atto minimo di disobbedienza, contro “Israele” e i suoi crimini, contro la NATO che ci ha portati nel barato della guerra, contro il Governo Meloni, prima che sia troppo tardi, prima che non esistano più le libertà fondamentali. Contro l’accanimento nei confronti del nostro popolo e di tutte le nostre forme di resistenza al colonialismo che ci priva di vivere la nostra terra e le nostre famiglie da più di un secolo e che oggi colpisce ancora una volta, i nostri fratelli libanesi. Scendiamo in piazza, non ci renderanno complici della protezione e impunità di “Israele”.

Il 5 ottobre in piazza denunceremo a voce alta l’illegittimità dell’intoccabile alleato italiano e ricorderemo i nostri martiri palestinesi e libanesi.”

Manifestazione 21 settembre: No alla NATO né a Firenze né altrove

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Durata 12m 32s

Con Alessandro Orsetti del comitato No Comando Nato nè Firenze nè altrove parliamo della conferenza che si terrà oggi 18 settembre alle ore 11 in sala Macconi a Palazzo Vecchio in vista della manifestazione di sabato 21 settembre a Firenze.

SABATO 21 SETTEMBRE 2024
CORTEO ore 16.00 in piazza Gino Bartali in Gavinana.
CONTRO GUERRA, SPESE MILITARI E COMANDO NATO.
 
1. Gli abitanti dei rioni vicini alla Caserma rischiano di veder stravolta e peggiorata la qualità della vita a causa dell'innalzamento dei livelli di controllo e sicurezza richiesti della NATO.
 
2. Il parco fluviale che costeggia la caserma rischia la chiusura così com'è stato e continua ad essere per il lungarno nei pressi del consolato USA.
 
3. Ci hanno detto che l'insediamento del Comando NATO sarà un'opportunità economica:è semplicemente falso.
Al contrario tutti i servizi connessi al Comando saranno pagati con fondi pubblici mentre i nostri quartieri continueranno ad esser privati di servizi essenziali.
 
4. Ci hanno detto che l'insediamento del Comando NATO rappresenterà un'occasione di scambio culturale: l'unico scambio che la NATO è in grado di produrre è legato all'aumento della pressione sulle scuole con il fine dell'arruolamento alla guerra. Non è un caso che da più parti venga evocato il ripristino della leva obbligatoria: hanno bisogno di soldati e carne da cannone.
Dobbiamo ribadire un concetto semplice: le scuole sono scuole e non caserme.
 
5. È giusto sapere anche che in caso di ulteriore escalation bellica i centri di Comando sono considerati "obiettivi militari legittimamente eleggibili".
Ciò vuol dire esporre Firenze a rischi imprevedibili e incalcolabili specialmente in una fase in cui la NATO sta movimentando ordigni nucleari.
 
6. La catena di comando prevede che la NATO abbia individuato Firenze come luogo di comando per gestire le truppe di tutto il fronte sud-est.
Che il governo e il ministero della Difesa stiano interloquendo con la NATO per rendere operativo e fattivo questo salto di qualità.
Allo stesso tempo l'amministrazione comunale è tenuta ad essere informata su ogni passaggio.
Le carte però rimangono secretate e ad oggi è impossibile reperire documenti ufficiali: stanno trasformando Firenze in una zona di guerra coperti dal segreto militare.
Tutto accade sulle nostre teste.
Ognuno scarica le responsabilità sul livello superiore.
 
7. I comandi NATO sono solitamente difesi da sistemi missilistici. Ad oggi non è dato sapersi quali e quanti missili saranno puntati su Firenze "a difesa" del Comando e soprattutto dove saranno posizionati.
 
8. È importante lanciare un chiaro segnale dimostrando che gli strateghi della guerra non sono i benvenuti in questa città.
 
9. Dobbiamo esigere un'inversione di tendenza che aumenti la spesa sociale contro quella militare.
A dircelo sono i costi ormai insostenibili della nostra vita quotidiana: trasporti, carburanti, bollette, carrello della spesa, casa, liste d'attesa nella sanità pubblica mentre i bilanci delle industrie di armi continuano a lievitare grazie alla spesa pubblica.
Costi sociali che aumentano ulteriormente dal punto di vista ambientale e climatico: la guerra è l'azione umana più inquinante e sta accelerando in modo significativo il surriscaldamento globale con effetti devastanti sul cambiamento climatico.
 
10. La pace non è il periodo che va dall'ultimo al prossimo bombardamento.

La pace non è la fase che divide una guerra dall'altra.
La pace è il frutto di una società nuova che superi le logiche di sfruttamento e diseguaglianza. Che superi la necessità della guerra stessa.
Abbiamo l'obbligo di iniziare a pensarla e costruirla: la storia non ci lascia alternativa.

Il Comitato NO Comando NATO né a Firenze né altrove chiama la cittadinanza tutta a scendere in piazza perché l'opposizione alla guerra e all'insediamento del Comando NATO a Firenze non sono questioni più eludibili o rimandabili.
Ne va del nostro futuro e non vogliamo aspettare con le mani in mano che altri lo scrivano per noi.
 
Comitato NO Comando NATO né a Firenze né altrove

 

Il Quarticciolo è Roma

Data di trasmissione
Durata 5m 16s

Corrispondenza dal Quarticciolo, dalla manifestazione di quartiere contro l'abbandono istituzionale che chiede:

- Il completamento dei lavori alle palazzine di via Ugento
- Il completamento della costruzione dell'asilo a via Locorotondo
- La riapertura della piscina di via Trani
- Lo sblocco della sanatoria
- La realizzazione degli interventi annunciati al parco Modesto di Veglia
- L'assegnazione dei locali commerciali lasciati vuoti
- L'illuminazione e l'arredo dello spazio verde di Via gioia del Colle

Quarticciolo: IL VOSTRO ABBANDONO È IL NOSTRO DEGRADO

Data di trasmissione
Durata 6m 43s

Oggi Mercoledì 27\03 ci sarà una manifestazione di quartiere contro l'abbandono istituzionale alle h 17,30 presso la Casa di Quartiere in Via Ugento 30, di seguito il comunicato:

 

Il Quarticciolo è Roma!
Il vostro abbandono è il nostro degrado
Mercoledì 27 marzo ore 17.30 manifestazione di Quartiere.
Ci sono quartieri che vengono trattati come se non fossero parte di questa città, Quarticciolo è uno di questi. Qua è stato messo tutto quello che i ricchi vogliono vicino ma non vogliono sotto casa. Le piazze di spaccio, la prostituzione di strada, i lavoratori dei servizi alla persona, gli addetti alla logistica, gli spazzini, gli autisti, gli addetti mensa, chi fa le pulizie. Stiamo tutti a disposizione h 24, senza il rischio di rovinare il panorama della città dei ricchi.
A Quarticciolo chiudono i negozi, chiude il consultorio, viene dimensionata l'unica scuola del quartiere. A Quarticciolo si laureano un settimo delle persone che si laureano al centro, sono diplomati meno della metà degli abitanti, gli stipendi sono bassi e la disoccupazione è alta. Qua le opere annunciate ci mettono decenni per essere realizzate, qua occorre scendere in strada perché ATER faccia le manutenzioni ordinarie.
È come se a via Palmiro Togliatti ci fosse una frontiera invisibile, forse non per caso la Togliatti era un fossato fino a pochi decenni fa. è una frontiera che riemerge ogni volta, come le acque della marana tombata quando piove. Una frontiera che emerge al colloquio di lavoro o davanti a un magistrato, davanti a un assistente sociale. È una frontiera che ci rende abitanti di serie B.
è una frontiera che per qualche motivo impedisce all'ATER di trattarci come gli altri quartieri di Roma.
Ora basta sono mesi che aspettiamo risposte, scendiamo in strada mercoledì 27 marzo alle 18.00 per chiedere:
- Il completamento dei lavori alle palazzine di via Ugento
- Il completamento della costruzione dell'asilo a via Locorotondo
- La riapertura della piscina di via Trani
- Lo sblocco della sanatoria
- La realizzazione degli interventi annunciati al parco Modesto di Veglia
- L'assegnazione dei locali commerciali lasciati vuoti
- L'illuminazione e l'arredo dello spazio verde di Via gioia del Colle
Su alcune di queste opere il municipio V ha avviato gli iter realizzativi, da ATER tutto tace. Chiediamo un incontro urgente con il presidente del V municipio e con la Direttrice Generale dell'ATER per avere notizie degli impegni presi.
Pochi giorni fa gli abitanti di Bastogi sono scesi in strada dietro lo striscione “Bastogi è Roma”, riprendiamo il loro slogan perché ci riconosciamo nella loro lotta.
Saranno gli abitanti di serie B a far venire giù le frontiere tra le città dei ricchi e le città dei poveri.