Intervista col prof. Giorgio Antonucci sulla scadenza di chiusura degli Opg, fissata dal governo al 31 marzo 2013 e l'istituzione di micro-Opg a livello regionale. Non aver messo in discussione la filosofia del controllo psichiatrico non consente di cambiere nulla di sostanziale. Il solito pateracchio all'italiana.
Il Disegno di legge governativo nominato: “misure strutturali” per “ridurre la popolazione carceraria e creare condizioni più civili per quanti scontano sanzioni detentive senza potersi riconoscere nella funzione rieducativa che la Costituzione assegna all’espiazione di condanne penali”, il 23 ottobre andrà alle Camere. Ma ha già subito una menomazione: la parte sulle “depenalizzazioni” -quella più significativa e interessante- è stata tolta per l'opposizione di troppi gruppi parlamentari.
Anche la chiusura degli Opg e la sostituzione con micro-Opg a livello regionale è in forse. Mancano meno di 6 mesi alla scadenza prevista dalla Legge 9/2012 per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. E intanto negli Opg si continua a entrare. “E continueranno gli internamenti”, dice Francesco Maisto presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna.
La morte di Luigi Marinelli, percosso e ammanettato dagli agenti di polizia. Una storia di omertà, ipocrisia, menzogne, mistificazioni.
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio è una questione che concerne la battaglia per la libertà. Queste le parole di Giorgio Antonucci col quale discutiamo sul Tso e sul controllo psichiatrico, dopo che tutto il paese ha visto le 85 ore del supplizio e delle torture cui è stato sottoposto Francesco Mastrogiovanni.
L'indignazione verso i campi di sterminio nazisti è rimasta viva perché i partigiani, gli ex internati hanno continuato a tener viva la memoria. Dice MariaRosaria D'Oronzo del Centro Relazioni Umane di Bologna. Bisogna tener viva la memoria e la consapevolezza che le torture avvengono anche oggi sotto i nostri occhi, aggiunge. Il Tso è una di queste. La psichiatria interviene nei conflitti per riportare all'ordine i soggetti conflittuali.
Testimonianza dell'iniziativa all'Ergastolo dell'isola di Santo Stefano (Ventotene) all'interno di una campagna contro l'ergastolo in particolare l'ergastolo "ostativo". Una quarantina di persone hanno portato un fiore sulle tombe del cimitero adiacente all'Ergastolo, cercando di dare un nome ai morti di ergastolo. Ne parliamo con una compagna e un compagno che hanno partecipato all'iniziativa.
Denuncia del tentativo di introdurre il Soft (Sex offenders full treatment), un trattamento psichiatrico per "trattare i detenuti condannati per reati di violenza sessuale. E' il primo passo per dispiegare la "medicalizzazione" di chiunque trasgredisce la legge. Un tentativo squallido e pericoloso che dobbiamo impedire.
Colloquio con Giorgio Antonucci che è stato primario del Reparto Autogestito del Manicomio di Imola e con Maria Rosaria D'Oronzo fondatrice del Centro Relazioni Umane di Bologna. Il tema è il controllo Psichiatrico: alla luce del decreto che chiude gli attuali 6 Opg (Manicomi Criminali) per sostituirli con piccoli luoghi "custoditi" gestiti dalle Asl delle Regioni e non più dal Ministero della Giustizia, ragioniamo se cambierà qualcosa oppure si riprodurrà, forse su scala allargata, il meccanismo di esclusione e coercizione prodotto dal pregiudizio psichiatrico. Se non cambia l'approccio e la stessa concezione di considerare delle persone come "incapaci di scegliere". Racconti di esperienze umane reali.
Voci flebili sull'amnistia. Chiusura degli Opg: dove saranno internati gli attuali 1400 reclusi? La suddivisione tra "socialmente pericolosi" e non pericolosi. Per i primi saranno comunque strutture a custodia esterna, militare. Il problema è l'esistenza di questa figura giuridica: "socialmente pericoloso" che il fascismo ci ha lasciato in eredità e che questo ceto politico tiene molto a conservarsi insieme al codice penale di origine fascista.
Bari: detenuto di 28 anni si impicca in carcere dopo il colloquio con la famiglia.
È rientrato in cella dopo il colloquio con i suoi familiari, ha tagliato le lenzuola, le ha annodate alle grate della finestra del bagno e si è impiccato. 28 anni, era stato condannato per fatti di droga.
Sono già cinque i suicidi dall’inizio dell’anno registrati nelle carceri pugliesi, dove si vive anche in 10 in quattro metri quadrati.
Vibo Valentia. Un detenuto ha tentato di togliersi la vita impiccandosi in una cella della Casa Circondariale di Vibo Valentia. “Con una corda rudimentale
Livorno. Un detenuto hatentato togliersi la vita per la seconda volta in dieci giorni, nel carcere delle Sughere.
Opera (Mi): detenuto di 24 anni muore. Il direttore: “È caduto a terra e ha perso i sensi...” L’uomo, un marocchino di 24 anni, è deceduto in ospedale dopo il malore.
REGGIO EMILIA. Dopo la protesta messa in atto nella serata di giovedì dai detenuti dei reparti del carcere di via Settembrini, con rifiuto del vitto, la sera del sabato, dalle 18 alle 24 circa e ancora nella mattinata di domenica hanno protestato battendo oggetti metallici sulle inferriate, creando un assordante rumore, hanno lanciato nel corridoio delle sostanze oleose per rendere viscido il pavimento e hanno gettato le urine sulle pareti del corridoio dei reparti detentivi, da loro raccolte in bottiglie di plastica. Hanno incendiato delle coperte e ritagli di giornali creando fumo e danneggiando l’ambiente”. La repressione non tarda ad arrivare: cinque detenuti ritenuti promotori della protesta sono stati trasferiti, mentre altri dodici partecipanti alla protesta sono stati messi in isolamento totale (misura vietata dalle convenzioni internazionali) ed esclusi da tutte le attività.
Un suicidio e una morte per cause da accertare
Sabato 14, Vincenzo Lemmo, 48 anni, in attesa del processo di appello nel
carcere Lorusso e Cotugno di Torino, si impicca alle sbarre della cella. È il terzo detenuto che si toglie la vita dall'inizio del mese:
il 5 maggio nell'Opg di Aversa si è ucciso il 33enne Salvatore Pepe,
mentre ancora a Torino il 6 maggio si è impiccato Luciano B., di 62 anni.
Domenica 15, Enrico Brera, 53 anni, detenuto nel carcere di Porto Azzurro, viene ritrovato cadavere nella sua cella. Era da poco
rientrato da un permesso premio. Un decesso al momento misterioso: anche se i primi accertamenti farebbero pensare a un malore, il
magistrato ha disposto l'autopsia.
Dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane si sono tolti la vita 24 detenuti, altri 40 detenuti
sono morti per cause "da accertare" (in 17 casi sono state aperte inchieste, volte all'accertamento dei fatti): nel complesso le
vittime del sistema penitenziario sono state finora 67.
Dal 2000 ad oggi nelle carceri italiane sono morti 1.800 detenuti, di cui 650 per suicidio.
“Procedere alla chiusura dei 6 ospedali psichiatrici giudiziari italiani, come previsto dalla legge, e farlo velocemente. Si è perso
già troppo tempo e il numero degli internati è costantemente lievitato.
Fino all’ultima escalation, con 4 decessi in poco più di 4 mesi nell’Opg di Aversa, l’ultimo per soffocamento, un ragazzo meno che
trentenne.
Nell'ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Aversa si è consumata l'ennesima tragedia. Un giovane quasi trentenne è morto per soffocamento. Si aggiorna così il triste bollettino del 2011, che registra ben 4 decessi in poco più di 4 mesi, tre dei quali per suicidio.
Campagna Stop Opg e abolizione del "controllo psichiatrico".
Varie testimonianze critiche dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Letture dal libro: Mimmo De Simone, I due volti dell'innocenza. Edizione Sensibili alle foglie, 2006
Il controllo psichiatrico diventa sempre più pervasivo a favore dei poteri forti al fine di controllare i comportamenti delle persone. La paura del "diverso" la sua espulsione dal gruppo sta diventando una sottocultura devastante che permea tutti gli ambienti di questa società.
Gli «ospedali psichiatrici giudiziari» OPG, hanno sostituito i vecchi manicomi criminali, potrebbero in molti casi essere sostituiti dall'affidamento ai servizi di salute mentale e altre misure alternative. Ma i servizi mancano, e l'inerzia è forte. Così restano sovrappopolati gli Opg. Rinchiudere è più facile che curare. Una buona metà degli internati negli Opg ha commesso reati insignificanti, ma la «misura di sicurezza» viene reiterata e si prolunga all'infinito molto più della carcerazione corrispondente. Sono persone sottoposte all' "ergastolo bianco".
Essere dichiarati «non imputabili» per incapacità mentale è una condanna a vita.
Gli OPG sono "buchi neri" che possono risucchiare un detenuto per il resto della vita.