Lampedusa aspetta l'anniversario della strage di 366 migranti
Ogni giorno è il 3 ottobre. No alle passarelle politiche, alla militarizzazione e al business dell’accoglienza
In corrispondenza con una compagna da Lampedusa
In corrispondenza con una compagna da Lampedusa
Continuano le proteste dei migranti nel CIE di Ponte Galeria, dove 15 persone si sono di nuovo cucite la bocca per denunciare le condizioni allucinanti in cui versano dentro il lager alle porte di Roma. Vengano principalmente da Lampedusa, dove, dopo le riprese TV dei maltrattamenti, era stato chiuso il centro dell'isola. Ma anzichè dargli la possibilità di trovare un lavoro, sono stati rinchiusi dietro le sbarre.
Una testimonianza da dentro il CIE racconta le motivazioni della protesta.
Con l'operazione denominata Mare Nostrum è iniziata la guerra ai migranti e alle migranti.
Sono stati accolti con cartelli e grida ("Vergogna" "Politici a casa" e "Assassini") gli esponenti dell'UE e del Governo italiano giunti in mattinata a Lampedusa. La popolazione dell'isola ha inteso così rimarcare lo sdegno nei confronti delle istituzioni e dei governi responsabili di guerre, sfruttamento, militarizzazione delle frontiere e stragi dei migranti.
Difronte alle ipocrisie dei politici italiani ed europei, decine di mobilitazioni in tutta Italia per denunciare i responsabili dei morti a largo di Lempedusa. Intervengono ai microfoni di radio ondarossa il Movimento migranti e rifugiati e i compagni e le compagne di Torino che stanno costruendo un corteo razzista per il 12 Ottobre, data in cui la LegaNord scenderà in piazza per chiedere maggiore sicurezza e meno immigrati in città.
Oggi, dopo il rifiuto dei migranti a rientrare nel cie, nell'isola si sono avuti diversi episodi di violenza a danno dei tunisini, prima da parte della popolazione esasperata e poi dalle forze dell'ordine.
Un abitante di Lampedusa ci aiuta a capire cosa è successo veramente nella giornata, con una popolazione abbandonata a risolvere un'emergenza così grande e le istituzioni che hanno come unico linguaggio i rimpatri, la violenza e la repressione.
Ieri i detenuti e le detenute nel CIE di Lampedusa hanno appiccato il fuoco alla struttura dopo aver appreso di numerosissimi rimpatri in Tunisia.
Oggi hanno organizzato un corteo in un'isola dove la tensione rimane altissima, insieme all'esasperazione della popolazione locale.
La puntata di Silenzio Assordante di venerdì 2 settembre 2011.
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La corrispondenza è andata in onda durante la puntata di oggi di Silenzio Assordante: ascolta.