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Varie testimonianze audio di donne che hanno partecipato alla Resistenza
– Marisa Musu, partigiana, ha partecipato alla liberazione di Roma e all’attacco di via Rasella contro un reparto delle truppe d’occupazione tedesche.
– Ida Camanzi, staffetta partigiana, nome di battaglia “Ilonka”, gappista della provincia di Ravenna.
– Varchiria Terradura, partigiana combattente di Gubbio (l’audio è tratto dal documentario Bandite di Alessia Proietti).
– Luigina Donati, “Ivana”, staffetta della brigata Garibaldi.
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Minipimer del 7 maggio 2013
…scrisse Ada Gobetti:
“Nella Resistenza la donna fu presente ovunque: sul campo di battaglia come sul luogo di lavoro, nel chiuso della prigione come nella piazza o nell’intimità della casa. Non vi fu
attività, lotta, organizzazione, collaborazione a cui ella non partecipasse: come una spola in continuo movimento, costruiva e teneva insieme, muovendo instancabile, il tessuto sotterraneo della guerra partigiana”.
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Lidia Menapace, partigiana e femminista, e con le compagne intervistate in piazza 25 aprile del 2016 a Roma
Si susseguono i presidi sotto le sedi della Rai. A Bologna, come in altre città, è stato caricato dalla polizia. Al seguito degli incidenti la Rai ha detto che avrebbe letto il comunicato del presidio. Sentiamo la voce di un compagno che era lì al presidio.
è festa. è la festa nostra, per cui ogni anno auguriamo buona liberazione, liberazione dal fascismo, dal nazismo, dall’oppressione del capitalismo. è una liberazione, che, come nel '45, si ottiene, combattendo, lottando, tutti i giorni, un piccolo passo alla volta. eppure ogni venticinque aprile arriva un aria nuova, fresca, energica, bramosa di cambiamento, di rivolta all'ingiustizia, di resistenza. apriamo la finestra degli studi di ror la facciamo circolare, ci pervade e ci inebria. anche troppo....
da via dei volsci 56, con marco dei p38punk e con talune incursioni di "allegro con fuoco", festeggiamo la nostra caotica liberazione punk. evidentemente non pubblichiamo la play list. "solo" 3 ore di caos creativo.
Con Davide Conti, storico e archivista, riannodiamo i fili e le parti oscure della Liberazione dal nazi-fascismo.
In nome dell'anticomunismo, le dirigenze dell'Italia repubblicana e post-fascista impedirono l'epurazione nella magistratura, nelle forze dell'ordine e nell'esercito, proteggendo inoltre i criminali fascisti fuggiti all'estero; il codice penale Rocco è uno dei tanti esempi di queste scelte. E' quello che Davide Conti ha definito il "peso della continuità dello Stato" ("il manifesto", 24.04.2016).
Nella seconda corrispondenza, Gavino ci illustra la storia (piuttosto oscura) dell'oro di Dongo, ovvero alcuni beni sequestrati dai partigiani ai fascisti repubblichini. Tra i tanti, oltre a Mussolini, anche il boia Graziani fu catturato nei dintorni di Como. Emergono tratti opachi anche su alcuni omicidi nel comasco nell'immediato dopoguerra.
L'intervista allo storico De Luna è consultabile qui, quella a Luciano Violante qui.
Le corrispondenze effettuate oggi dal corteo antifascista, partito alle 10.30 circa da Colosseo per arrivare, dopo aver attraversato piazzale dei Partigiani, al centro socio-.culturale curdo Ararat.
Nella prima, una compagna della redazione di Onda Rossa ci racconta la composizione del corteo, tra strutture politiche, bandiere e striscioni.
Nella seconda, la compagna curda esprime tutto il suo entusiasmo per la celebrazione della festa della Liberazione.
Infine, nell'ultima, una compagna del liceo Virgilio di Roma ci racconta il punto di vista degli studenti medi romani.