Con una compagna cerchiamo di fare un quadro sulla situazione dell'ultima settimana a Calais. Qui trovate un blog in continuo aggiornamento, sulla lotta delle persone migranti. Qui invece una traduzione riguardo gli ultimi avvenimenti.
Un approfondimento realizzato con una compagna lesbica femminista di Belgrado sulla situazione dei rifugiati in Serbia e a Belgrado in particolare (a cura dell'mfla).
Questa mattina circa 250 persone sono uscite dal Centro di accoglienza di lampedusa e hanno sfilato per le vie del centro dell'isola. I manifestanti tutti richiedenti asilo, si sono rifiutati di fornire le impronte alla polizia e chiedono di poter essere inviate e inviati dai propri ami ci e familiari in Europa.
Ne abbiamo parlato in diretta con un attivista di Askavusa, che ha commentato anche la richiesta della sindaca Nicolini di intervento del governo italiano.
L’appuntamento è per Sabato 10 Ottobre ore 16 a stazione Ostiense per andare e tornare insieme
con il treno. Dalle 17 in poi presidio solidale sotto le mura del CIE di Ponte Galeria.
Venerdì 9 Ottobre serata a sostegno delle lotte contro i CIE ore 19 sala da the Fronte
del Porto, via del Porto Fluviale 18
Sono stati/e chiamati/e rifugiati/e, clandestini/e, profughi… sono oggetto di calcoli politici ed economici, numeri da piazzare qua e là nei vari paesi europei. Oggetti da sbattere in prima pagina per raccontare una storia commovente e soprattutto oggetti su cui è possibile speculare, politicamente per attirare un pò di consenso, o economicamente, perchè per molti i flussi migratori sono una gran bella fonte di profitti.
Per noi sono delle persone, con delle vite, delle storie, dei corpi. Persone che per diverse
ragioni, che non sta a noi sindacare, decidono di intraprendere un viaggio. A volte per scelta,
spesso perchè costrette.
In questi giorni abbiamo visto le forze dell’ordine comandate dal governo, sgomberare il campo
autogestito alla frontiera italo-francese a Ventimiglia. Lo sgombero ha comportato anche il
trasferimento forzato di 20 persone nel Cara di Bari, campo d’internamento etnico per chi fa
richiesta d’asilo in Italia.
Questa ennesima violenza di stato è avvenuta mentre come compagni/e impegnati/e nella lotta
contro i CIE a Roma, abbiamo sentito l’urgenza di una discussione sulla violenza di genere
nelle comunità in lotta, a seguito delle dichiarazioni, a firma del Presidio No Borders di
Ventimiglia, sullo stupro di una donna nel campo autogestito. Riteniamo inaccettabile
l’isolamento prodotto nei confronti della donna e la delega alle istituzioni di
“fare giustizia” e determinare la veridicità della denuncia di stupro.
In Italia sono tanti i centri per la detenzione amministrativa in cui vengono sbattute
queste persone, con varie sigle e diversi regolamenti. Per noi sono semplicemente prigioni.
Il CIE di Ponte Galeria a Roma è uno di questi. Un luogo dove quotidianamente vengono rinchiuse ragazze e ragazzi, dove avvengono pestaggi, deportazioni. Nell’ultimo mese ne abbiamo viste tante, individuali e di massa, come abbiamo ascoltato i racconti di chi, lottando per la propria esistenza e la propria dignità, è stato/a pestato/a e umiliato/a da guardie e operatori che all’interno di questi centri lavorano con disumana impassibiltà.
Ma il CIE di Ponte Galeria, come altri, è anche un luogo dove nascono complicità e solidarietà,
sia dentro che fuori, dove si lotta, dove si resiste. É per queste persone e per le relazioni ù
create nel tempo che continuiamo ad andare sotto quelle mura, con regolarità e determinazione.
E continueremo a farlo finchè ognuno di questi posti non verrà distrutto.
https://romattiva.wordpress.com/2009/08/19/controic-i-e-portofluviale-910/https://romattiva.wordpress.com/2009/08/18/presidioc-i-e-pontegaleria-1010/