NO a Piantedosi all'Università degli studi del Molise
Un collegamento con il professore di Storia moderna e contemporanea Rossano Pazzagli, il primo docente dell'ateneo ad aderire all'appello lanciato dalla Casa del Popolo di Campobasso per opporsi e disertare la partecipazione all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università in cui è prevista la presenza del Ministro dell'Interno Piantedosi.
Di seguito l'appello sottoscritto da oltre 100 cittadini/e tra cui i docenti universitari Rossano Pazzagli, Enzo Scandurra, Pietro Bevilacqua, Pino Ippolito Arminio, l’ideatore di Cammina Molise Giovanni Germano, dall’assessore alla cultura del Comune di Campobasso Adele Fraracci, gli ex consiglieri regionali Italo Di Sabato, Domenico Di Lisa, Michele Giambarba, Michele Petraroia, l'ex sindaco di Montefalcone del Sannio Gigino D'Angelo, il direttore della rivista "La Fonte" don Antonio Di Lalla:
Il prossimo 30 ottobre ad inaugurare l’anno accademico dell’Università degli Studi
del Molise sarà presente il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi
L’attività del Ministro in questi due anni di Governo è stata tutta incentrata alla
repressione e alla criminalizzazione del dissenso, della solidarietà, dei poveri e
marginali.
La democrazia, così come la cultura, sono fondate sulla possibilità di dissentire.
Solo il dissenso permette la diversità delle posizioni e delle idee, solo il dissenso
mette al vaglio la verità e la giustizia, solo il dissenso è alla base del pensiero.
L’itinerario che il ministro Piantedosi e il governo stanno perseguendo fin dal
primo giorno e che culmina con una legge, il Ddl “sicurezza” 1660, detto anche
legge anti-Gandhi, che proibisce in tutte le sue forme, attiva e passiva, disarmata
e non violenta, ogni dissenso, manda oggi al macero la democrazia e la cultura
che il dopoguerra ha pazientemente costruito, con il sostegno della Costituzione
della Repubblica Italiana.
Noi, cittadine e cittadini molisani e lavorator* e student* nel Molise ci
riconosciamo in questa Costituzione, nei principi e nelle libertà che ci ha fino a
oggi garantito, e ci rifiutiamo di rinnegare 77 anni di democrazia e di cultura,
compiendo l’orribile salto indietro in una stagione che credevamo sepolta.
Ci riconosciamo nella libertà di pensare e di esprimere il nostro pensiero sotto
ogni forma, parlata e scritta, stampata e diffusa con qualsiasi mezzo, di riunirci e
associarci, di informare ed essere informati, di insegnare ed essere istruiti, di
scegliere liberamente la nostra occupazione, il nostro domicilio e liberamente
viaggiare; e riconosciamo queste libertà per noi, gli stranieri e gli apolidi, i
rifugiati e i richiedenti asilo, e intendiamo esercitare i nostri diritti inviolabili, a
cominciare dal diritto di solidarizzare con chi si oppone, sia con lo sciopero che
con l’occupazione pacifica o con manifestazioni pubbliche di dissenso, con chi
reclama dallo Stato leggi che permettano alla nostra terra di difendersi da
catastrofi climatiche o dagli orrori delle guerre e infine con chiunque risponda al
richiamo della giustizia e della umanità: e se questi sono reati, ci
autodenunciamo responsabili di questi reati, passati, presenti e futuri, tutti e
ciascuno, consapevoli che solo così facendo possiamo proteggere la democrazia e i
valori Costituzionali.
In una regione come il Molise che dà scarsissime possibilità lavorative ai neo
laureati, in un paese che conta un tasso di laureati che è tra i più bassi d'Europa,
dove l'ascensore sociale è rotto da decenni e il diritto all'istruzione è in pratica
negato, l'Università del Molise pensa bene di invitare uno dei massimi
rappresentanti di una stretta punitiva e sicuritaria, l'antitesi, per storia e pratiche
governative, ad un'idea di sapere e di società aperta inclusiva e rispettosa dei
diritti e del diritto al dissenso. Nelle aule universitarie non ci dovrebbe essere
posto per il carcere e manganello elevati a dogma di gestione dell'ordine pubblico
Per questo invitiamo i docenti, gli studenti i rappresentati istituzionali
sinceramente democratici, i rappresentanti politici, sindacali e del mondo
dell’associazionismo e del volontariato a disertare l’inaugurazione dell’anno
accademico alla presenza di Piantedosi come atto visibile e concreto contro
le politiche repressive che il governo Meloni sta mettendo in essere.