Nell'ultima puntata dell'anno di radio euskadi cerchiamo di fare il punto sulla situazione politica generale in Catalogna e nello Stato spagnolo, dove ancora non c'è certezza sulla formazione del governo nazionale e dove si assiste a una serie di riposizionamenti piuttosto interessanti all'interno della scena politica catalana
Con Leonardo Clausi, corrispondente da Londra del manifesto e di altre testate, parliamo di un'intervista da lui effettuata di recente con la giornalista e ricercatrice angloindiana Angela Saini, autrice di varie inchieste e libri dedicati alle questioni di genere e di identità.
Si apre giovedì 10 dicembre all'università di Bologna un convegno dal titolo "Sicurezza, ordine pubblico e criminalizzazione del dissenso e della solidarietà. Lezioni dalla Spagna e dall’Italia" . Ce ne parla Enrico Gargiulo, ricercatore nello stesso ateneo e relatore nel corso della prima giornata di lavori
Continuano le trattative per la formazione del nuovo governo spagnolo, complicate dal fatto che la coalizione fra socialisti e Podemos non ha raggiunto la maggioranza parlamentare alle ultime elezioni e c'è bisogno dunque di trovare appoggi anche altrove. Con Victor, uno dei nostri corrispondenti da Barcellona, gli ultimi aggiornamenti sull'andamento delle trattative e sull'atteggiamento dei movimenti politici e sociali di opposizione.
Presentiamo oggi "Etnoregionalismi", il libro che il nostro amico e compagno Adriano Cirulli ha recentemente pubblicato per fornire alcune chiavi di lettura utili a comprendere meglio il variegato mondo degli indipendentismi, dei regionalismi e degli autonomismi nel mondo globalizzato, fra chiusure identitarie e tentativi di rigenerare e rafforzare la democrazia.
Le elezioni generali nello Stato spagnolo non hanno sbloccato, come avrebbe voluto invece Pedro Sanchez, segretario del PSOE, che le aveva fortemente volute, la situazione politica. Socialisti e popolari si confermano rispettivamente prima e seconda forza politica, ma senza la possibilità di poter formare un governo in solitudine, la sinistra di Podemos perde qualcosa. avanza l'estrema destra di VOX a scapito di Ciudadanos, altra formazione di destra che sembrerebbe aver esaurito in pochi anni la sua spinta propulsiva. Tutto questo mentre la situazione in Catalogna continua ad essere incandescente, oggi addirittura è stata bloccata la frontiera fra lo stato Francese e quello spagnolo.
Il nostro corrispondente da Barcellona ci racconta l'atmosfera che si respira in Catalogna, da Bilbao invece il commento sulle elezioni nel Paese Basco (dove nessun parlamentare della destra è stato eletto e dove, in Navarra, è diventata deputata la madre di uno dei ragazzi implicati nella montatura giudiziaria di Alsasua) e su quanto si muove all'interno della sinistra indipendentista.
Ancora una settimana di fuoco per la Catalogna, le mobilitazioni non accennano a fermarsi e l'atteggiamento delle forze di sicurezza continua ad essere violento e prevaricatore, decine i feriti, anche a causa dell'utilizzo delle famigerate pallottole di gomma.
Da Barcellona, il nostro corrispondente Rolando ci racconta le ultime novità riguardo le mobilitazioni, da Madrid, Jaime Pastor fa il punto sulle dimostrazioni di solidarietà arrivate dalla capitale dello Stato, dall'Italia il resoconto della manifestazione di solidarietà con la Catalogna che si è tenuta a Bologna sabato scorso.
Sciopero generale in Catalogna, indetto dopo cinque giorni di proteste in seguito alle condanne a lunghe pene detentive inflitte a diversi leader indipendentisti catalani. Barcellona e le principali città catalane sono bloccate e solcate da cortei affollatissimi, nonostante la violenta repressione da parte delle forze dell'ordine, spalleggiate da gruppi di militanti neofascisti.
Sul fronte politico, ieri il presidente della Generalitat ha annunciato l'intenzione di indire un altro referendum sull'indipendenza. Da Barcellona, il nostro corrispondente Victor ci racconta come la città si stia preparando alla grande manifestazione prevista per oggi pomeriggio.
Nella giornata di ieri l'Audiencia Nacional di Madrid ha ordinato l'arresto di nove attivisti dei CDR (Comitati per la Difesa della Repubblica) catalani.
Gli arrestati - tutti appartenenti alla sinistra indipendentista - sono accusati di reati pesantissimi: ribellione, sedizione, terrorismo e detenzione di esplosivi. Secondo l'accusa gli arrestati sarebbero stati pronti a scatenare un'ondata di attentati nei prossimi giorni per rispondere alla sentenza di condanna dei leader indipendentisti accusati di aver organizzato il referendum illegale per l'indipendenza del 2017.
La "prova" dell'accusa sarebbero alcune sostanze in grado di essere usate per comporre esplosivi trovate all'interno di un magazzino usato dal comitato festivo di Sabadell, città alle porte di Barcellona., dove viene conservato il materiale pirotecnico che serve a fabbricare i fuochi artificiali usati in occasione delle feste patronali.
Dell'ennesima montatura giudiziaria ai danni della sinistra catalana ce ne parla uno dei nostri corrispondenti da Barcellona.
Come ogni anno, lo scorso 11 settembre Barcellona è scesa in piazza per la Diada, la festa nazionale che ricorda la caduta della capitale catalana nelle mani dei Borbone l'11 settembre del 1714. Oltre 700.000 persone sono scese in piazza, con una cospicua presenza della sinistra indipendentista, per continuare a chiedere la liberazione delle e dei prigionieri politici e degli esiliati e per il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione.
Sullo sfondo, le consultazioni del leader socialista Pedro Sanchez per formare un governo nazionale, che però rimane ancora lontano (e potrebbe invece avvicinarsi l'indizione di nuove elezioni) e gli aggiornamenti sulla coalizione che governa la città di Barcellona, con i socialisti locali che sembrano avere decisamente in mano il pallino.