Con una compagna del collettivo di ecologia politica di Torino abbiamo descritto il campeggio che si terrà a Venaus dal 2 al 5 Settembre.
LUNEDI’ 2 SETTEMBRE
Venaus
Ore 08,00 accoglienza al Presidio di Venaus
Ore 15,00 plenaria di apertura
Ore 16,00 dibattito: guerre, transizioni ed estrattivismi
Il primo momento di confronto verterà sulla fase che stiamo attraversando a partire dallo scenario globale che ci sta attorno in cui le guerre fanno da costante e al tempo stesso da perno attorno a cui si pianificano i prossimi assetti politici del nostro presente, spaziando tra due i due assi delle politiche neoliberali ed estrattiviste: da un lato la transizione ecologica di stampo europeo e securitario, dall’altro venti di guerra che modellano le sorti delle economie energetiche e di transizione. Ogni giorno ci vengono confermati lo stampo e la direzione che l’Europa e l’occidente hanno intenzione di solcare, destreggiandosi tra colonizzazione, accaparramento e distruzione. Ne sono la prova i nostri territori sempre più svuotati e resi merce, e ne è prova il genocidio in Palestina.
In questo scenario, che posto ha la svolta green tanto acclamata negli ultimi anni? Che posto ha il movimento ecologista oggi e di quali chiavi si può dotare per leggere ed interpretare il presente?
Guarderemo alla fase con la lente dell’ecologia politica, per cogliere le connessioni e gli intrecci che formano il disegno politico attuale. Una lente complessa e contaminata dalle questioni nevralgiche del presente, in grado di mettere insieme -senza addizionare- nodi da sempre dirimenti: quello ecologico, quello transfemminista, quello decoloniale e quello socio-economico, per evitare di riposare su una concezione puramente eurocentrica del mondo. È nelle crisi che i contorni diventano più nitidi ed è nelle crisi che siamo chiamati a discutere con ancora più coinvolgimento.
Ore 19,00 presentazione dell’opuscolo di Confluenza
MARTEDI’ 3 SETTEMBRE
Venaus/San Giuliano
Ore 10,00 dibattito: decolonizzare il sapere (Venaus)
La scienza e la tecnica vengono spesso presentate come strumenti neutri, ma vivendo quotidianamente le università e i lughi della formazione ci si rende presto conto che non è così. È proprio all’interno di questi luoghi che si giocano battaglie decisive per l’orientamento della ricerca e dell’innovazione.
Se ripercorriamo la storia degli avanzamenti tecnologici degli ultimi secoli, vediamo come ciò che spesso ha mosso il progresso scientifico/tecnologico è stata la necessità di innovazione in ambito militare, quindi la ricerca in ambito bellico. La scienza, come la tecnica, è legata a doppio filo a fini produttivi e bellici e così, le applicazioni delle conoscenze scientifiche inseguono i diktat del settore delle armi o le necessità dei contesti produttivi dell’epoca; le mobilitazioni studentesche come quella di End Fossil hanno spesso denunciato negli ultimi anni questi rapporti.
Le mobilitazioni per la Palestina, ancora di più, hanno denunciato come dietro le quinte del mondo della ricerca si nascondano precisi disegni volti a sfruttare lavoro gratuito e menti giovani per alimentare modelli insostenibili di accumulo e distruzione.
La questione ecologica è centrale all’interno dei conflitti, dove la natura viene rielaborata e strumentalizzata, piegata alle esigenze della guerra, impiegata per indebolire l’avversario attraverso la sua privazione, come nel caso della mancanza di acqua o di energia. Anche le infrastrutture che sono usate per governare queste risorse, ad esempio le dighe o gli impianti energetici, diventano delle armi contro i nemici.
L’intento di questo dibattito è dunque quello di riflettere sulle connessioni tra scienza e potere, su come i/le giovani universitari sono coinvolti nei processi di militarizzazione della ricerca e su come è possibile decolonizzare il sapere, individuando i contesti della formazione i possibili campi in cui esercitare nuovi rapporti di forza
Ore 15,00 dibattito: le trappole della riqualificazione verde (Venaus)
Le trappole della riqualificazione verde: i comitati come spazi di resistenza agli attacchi sul territorio.
Un altro dei campi di battaglia è quello che fiorisce e si diffonde attorno a noi: è una ricomposizione di persone e comunità locali che unite si pongono il bisogno e l’esigenza di difendere ciò che sta venendo sempre più corroso ed eroso: parchi, alberate, aree verdi, interi quartieri che vengono smantellati. Gli spazi vivibili sembrano in via d’estinzione, e il predatore è in primis il PNRR: arriva veloce, non si pone troppe domande e se ne va lasciando devastazione, alienazione e inquinamento.
I territori urbani e rurali stanno cambiando sempre più in fretta sotto l’imposizione della riqualificazione verde e transizione ecologica, composte da opere inutili, abbattimenti e cementificazione. I primi a risentirne sono proprio gli abitanti che – infantilizzati – subiscono la devastazione dei loro territori.
Se da un lato si moltiplicano i progetti calati dall’alto, dall’altro nascono sempre più comitati che la vivibilità dei propri spazi intendono difenderla. Non si è più disposti a cedere la propria salute e i propri spazi verdi per i profitti di pochi.
Cosa ci dicono queste attivazioni? Come collegare le diverse lotte che si stanno dando? Quale narrazione si può intessere per rispondere a questi attacchi capillari?
Ore 18,30 aperitivo di aggiornamento al Presidio di San Giuliano (Susa). A seguire musica dal vivo e cibo!
MERCOLEDI’ 4 SETTEMBRE
Venaus/Monginevro/San Didero
Ore 10,00 partenza da Venaus per raggiungere la frontiera del Monginevro e accogliere la delegazione francese della “traversata delle lotte per l’acqua” + picnic alla frontiera
Ore 17,00 accoglienza al Presidio di Venaus della delegazione francese
Ore 19,30 apericena con “fornelli in lotta” e musica occitana con “libera suoneria trio” al Presidio di San Didero. A seguire intorno al cantiere
GIOVEDI’ 5 SETTEMBRE
Venaus/Presidio dei Mulini
Ore 10,00 dibattito: quale sentiero comune per le lotte territoriali? Con Movimento No Tav, Soulèvements de la Terre e Bassines Non Merci (Venaus)
L’avanzata delle destre e l’accaparramento delle terre premono sull’acceleratore. Molte piste di composizione in difesa del vivente si sono create in Francia e hanno saputo dare nuova linfa a molteplici lotte territoriali. Il bersaglio: la cementificazione e la privatizzazione delle terre e dell’acqua. In Italia comitati in difesa del verde e dell’ambiente si stanno moltiplicando affiancandosi a lotte che da anni si battono per la tutela del territorio e di chi lo abita, come quella in Val Susa contro il tav.
La repressione e l’assetto neo-fascista, sempre più diffuso in tutta Europa, erodono i margini di manovra delle nostre iniziative e ci interrogano su come portare avanti i percorsi di difesa del vivente.
A partire dalla situazione più generale dei movimenti ecologisti in Francia e in Italia, proveremo a navigare le acque dei possibili scenari che si daranno per continuare a difendere i nostri territori. Questo dibattito sarà anche un momento per aggiornare sulla situazione dei comitati di Bassines non merci e del Movimento notav.
Ore 15,00 passeggiata storico naturalistica al Presidio dei Mulini
Ore 18,00 merenda sinoira al Presidio dei Mulini
Ore 22,00 serata musicale al Presidio di Venaus