Nel 22 anniversario dell'omicidio di Carlo Giuliani, torniamo a parlare di Genova 2001 dopo 22 anni dando la parola a Heidi e Elena Giuliani e a compagni e compagne del Comitato piazza Carlo Giuliani.
Chiudiamo con una corrispondenza con una compagna del Comitato di sostegno a Vincenzo per sottolineare che questo ventiduesimo anniversario è il primo in cui non ci sono più compagni e compagne che stanno scontando pene ormai del tutto persecutorie.
Una compagna del Comitato di sostegno a Vincenzo riassume la situazione, alla vigilia dell'emissione da parte della Corte d'appello di Lione che deve esprimersi sulla richiesta di estradizione dell'Italia per Vincenzo Vecchi, condannato per le manifestazioni di Genova 2001. La sentenza è attesa per domani venerdì 24 marzo. E proprio domani mattina davanti al tribunale di Milano si terrà una manifestazione al fianco di Vincenzo e Alfredo.
AL FIANCO DI ALFREDO E VINCENZO. PRESIDIO SOLIDALE: VENERDÌ 24 MARZO, ORE 09:30, TRIBUNALE DI MILANO (CORSO DI PORTA VITTORIA).
Venerdì 24 marzo, presso il tribunale di sorveglianza di Milano, si terrà l’udienza per discutere l’istanza di differimento pena nella forma della detenzione domiciliare per Alfredo Cospito. La richiesta del trasferimento ai domiciliari, chiesta dalla difesa per motivi di salute, è un’ulteriore tentativo di preservare la vita del compagno che si trova in sciopero della fame da quasi cinque mesi per protestare contro il regime di tortura del 41 bis a cui è sottoposto e in cui lo stato lo vuole lasciare morire.
Nello stesso giorno, in Francia, la Corte d’appello di Lione si esprimerà in merito all’estradizione in Italia di Vincenzo Vecchi, compagno raggiunto da un mandato d’arresto europeo nell’agosto 2019 per una condanna di oltre 10 anni per la rivolta di Genova 2001.
Le due intricate vicende giudiziarie si intrecciano mettendo a nudo la vera natura della giustizia italiana (ed europea): arbitraria violenza al servizio dei padroni per reprimere e schiacciare chi si ribella e alza la testa.
Se da una parte un compagno viene ricercato per anni e ostinatamente richiesto in patria dall’Italia per scontare una condanna relativa a fatti di piazza accaduti più di 20 anni fa; dall’altra la vicenda di Alfredo mostra chiaramente come lo Stato italiano sia disposto a sotterrare un compagno al 41 bis, e se necessario lasciarcelo morire dentro, con il solo intento di “mostrare i muscoli” e lanciare un chiaro monito a chiunque ancora abbia coraggio di lottare contro questo mondo.
Al fianco di Alfredo e Vincenzo, al fianco di tutti i reclusi e tutte le recluse venerdì mattina saremo davanti al tribunale di Milano per portare la nostra solidarietà e continuare la lotta!
Stamattina, venerdì 24 febbraio, la Corte di Appello di Lione dovrà decidere se consegnare Vincenzo Vecchi all’Italia, dove deve scontare 12 anni per il reato di “devastazione e saccheggio”. La nostra corrispondenza con una compagna che, insieme a solidali provenienti da Italia, Francia e Belgio sta aspettando il pronunciamento della magistratura francese di fronte alla sede della Corte a Lione.
Venerdi 24 febbraio a Lione ci sara’ una nuova udienza presso la Corte d’Appello sulla richiesta di estradizione di Vincenzo Vecchi. La Corte di Appello di Lione dovrà decidere se consegnare Vincenzo Vecchi all’Italia dove deve scontare 12 anni per il reato di “devastazione e saccheggio”.
Vi proponiamo la corrispondenza con una compagna dell'Assemblea milanese di solidarieta’ con Vincenzo Vecchi
No all’estradizione di Vincenzo Vecchi. No al 41bis.
Per il presidio a Lione in sostegno a Vincenzo
Partenza ore 2 (del mattino) da Milano Corvetto M3 (con fermata a Chianocco TO)
Oggi, martedì 29 novembre, in Francia, i giudici di cassazione dovevano esprimersi rispetto a quanto difesa e accusa avevano espresso nell’udienza di ottobre del caso che riguarda la richiesta dello Stato italiano di estradare Vincenzo Vecchi: tutti gli incartamenti sono stati inviati alla Corte d’appello di Lione perché riformuli il giudizio d’appello. Una situazione ancora pericolosa per la libertà di Vincenzo, che, ricordiamo è stato condannato in Italia a 13 e 4 anni, pene spropositate rispetto ai presunti fatti imputati, per la partecipazione a Genova2001 e a una manifestazione antifascista.
In corrispondenza con un avvocato romano, per capire meglio come la richiesta di estradizione di Vincenzo Vecchi si inserisce all'interno di tendenze, in parte contraddittorie in parte coese, nello scenario giuridico europeo e nazionale.
Commentiamo con un compagno da Milano i fatti relativi alla richiesta dell'estradizione per Vincenzo Vecchi. Un aggiornamento ma anche la restituzione di un cambio di passo del diritto tanto nazionale quanto al livello comunitario; approfondiamo in questa corrispondenza quello che ci sembra sia un allineamento dei governi europei basato su una stretta repressiva che lascia sempre meno spazio alle lotte e alle protesta.
Inoltre Approfondimento con l'avvocato di Vincenzo Vecchi in merito al reato di "devastazione e saccheggio" e le differenze con il diritto francese.
La buona notizia è che finalmente, dopo tanti anni e tanto peregrinare da un carcere all'altro Luca uscirà a giorni dal carcere anche se poi bisogna aspettarsi i dispositivi della sorveglianza speciale; per Vincenzo invece ancora si aspetta il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea in merito alla richiesta di estradizione dello stato italiano, le aspettative non sono rosee ma continua la mobilitazione: appuntamento a Milano, domenica 18 settembre dalle ore 16 al Cox18 di via Conchetta, 18 per costruire una mobilitazione per l'8 ottobre.
Vincenzo Vecchi è stato arrestato l’8 Agosto in Bretagna, colpito da due Mandati d’Arresto Europei a causa di due condanne a 13 e 4 anni di prigione in Italia. Si tratta di sentenze pronunciate senza prove e completamente sproporzionate rispetto ai presunti fatti imputati. Vincenzo aveva partecipato nel 2001 alla manifestazione contro il G8 di Genova e, in secondo luogo, ad una manifestazione antifascista non autorizzata a Milano. Quest’ultima si opponeva alla sfilata del partito di estrema destra “Fiamma Tricolore” che, secondo la legge Scelba, avrebbe dovuto essere vietata per apologia di fascismo. Proprio come molti altri italiani/e è stato vittima della repressione del Codice Rocco, ereditato dagli anni del fascismo di Mussolini, con l’accusa di “devastazione e saccheggio” che si basa sulla nozione di “concorso morale”. Si tratta di un principio di colpevolezza collettiva, completamente in antitesi con la presunzione di innocenza e con i diritti fondamentali. E che permette di emanare condanne dai 6 ai 15 anni di carcere per la semplice presenza ad una manifestazione, senza alcuna prova materiale. Questa legge è stata riesumata per condannare Vincenzo e le sue compagne/compagni a pene molto pesanti.
Il 4 novembre scorso la Corte di Appello di Angers non aveva riconosciuto il reato di devastazione e saccheggio e rifiutato l’estradizione in Italia di Vincenzo Vecchi ma il procuratore di Angers lo scorso 6 novembre ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la decisione. Ne parliamo con una compagna del Comitato Sosteniamo Vincenzo.