In collegamento telefonico due contributi che ci raccontano la situazione in CIle.
Buon Ascolto!
SOLIDARIETA' CON IL POPOLO CILENO IN LOTTA
Il Popolo cileno si ribella contro il capitalismo, l’impoverimento, la precarizzazione del lavoro, le
miserabili condizioni di vita e la distruzione delle risorse provocat da questo sistema neoliberale
che si fonda sullo sfrutamento e il genocidio delle persone povere. Si ribella anche contro il
saccheggio perpetrato dalle multnazionali minerarie, energetche, agro-industriali, che inquinano i
fiumi, devastano montagne, ghiacciai e sterminano il Popolo Maapuche, gli altri popoli originari e i
contadini. Si ribella contro il sistema pensionistco privatzzato instaurato durante la ditatura di
Pinochet, che ruba i nostri risparmi per arricchire banche e alt dirigent, lasciando al Popolo
pensioni da fame e miseria. Si ribella contro il modello educatvo del profito, dell’emarginazione e
dell’educazione alla schiavitù e all’impoverimento culturale e sociale. Si ribella contro un sistema
sanitario totalmente privatzzato accessibile solo a pochi, che ha provocato il colasso del sistema
pubblico: senza let negli ospedali, medicinali né medici. Il Chile si ribella contro le disuguaglianze
sociali e struturali della vita, che si presentano vantaggiose per pochi e svantaggiose per la gran
maggioranza, totalmente ingiuste e denigrant che fomentano solo discriminazione, emarginazione
e ingiustzie ad ogni livello.
L’aumento del prezzo dei trasport stata la goccia che ha fato traboccare il vaso. Il Chile un
paese dove la metà delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono con 270 mila pesos (che
equivalgono a 344 euro al mese) devono spendere il 15% dei loro stpendi nel pagamento dei
trasport pubblici. Con giornate lavoratve di 45 ore setmanali questo stpendio miserabile
impedisce di avere una vita dignitosa. Le persone sono obbligate ad avere due o più lavori e a
indebitarsi per sopravvivere in quest’economia della precarietà. I grandi consorzi t succhiano fino
all’ultma goccia di sangue proponendo di comprare a rate nei supermercat, in farmacia e nelle
grandi catene. In questo modo, l’80% della popolazione sopra i 18 anni indebitata.
Gli AFP (amministratori di fondi pensionistci) in Cile sono casse private imposte dallo Stato. Le
lavoratrici e i lavoratori devono versare il 10% delle loro entrate a cont amministrat da aziende
private che usano quest soldi nei loro afari nell’industria mineraria, nelle telecomunicazioni, nei
capitali finanziari, ecc. Il denaro che le AFP incassano dai contribut più del doppio di quello che
spendono per versare le pensioni E rappresenta l’80% del PIL: un bancheto per i padroni degli
AFP mentre le pensionate e i pensionato vengono getat nella miseria. Questo meccanismo di
rapina neoliberale fu introdota nel proceso di privatzzazione condoto dalla ditatura di Pinochet
nel 1981.
Il popolo cileno dice Basta! Le e gli student delle superiori con le loro evasioni massive nelle metro,
sono stat il motore e la forza che ha portato migliaia di citadine e citadini nelle strade di tute le
cità e regioni del Cile.
La risposta del governo di destra di Sebastan Piñera e i suoi ministri, complici della ditatura di
Pinochet, stata quella di mandare tute le forze repressive per le strade, compresi i militari e di
conseguenza ha riversato una repressione brutale contro il popolo in lota. Il passato colpo di stato
di Pinochet, in quest giorni, si sta ripetendo nelle strade. Le forze repressive sono fuori controllo e
le cifre ufciali contano 20 mort per mano di militari o poliziot, di cui 13 con arma da fuoco, 4
investt e gli altri in incendi appiccat sempre da quest maschi in divisa.
Ci sono stat 2151 arrest. I militari caturano illegalmente le persone prelevandoli dalle proprie
case e torturandoli una volta arrivat nei commissariat o nelle caserme, violando, in completa
impunità, i dirit umani e la dignità delle persone in tuto il paese.
Di fronte al malcontento e l’indignazione populare espressa nelle strade, il governo ha risposto
dichiarando lo stato di emergenza e metendo il coprifuoco in diverse cità. Piñera ha autorizzato
la militarizzazione delle strade riempendola con l’esercito e i carri armat. E come se non fosse
abbastanza, infiltra poliziot tra i manifestant per generare danni e distruzioni; circolano in rete
video su poliziot e militari mentre incendiano banche, bruciano ogget contundent,
supermercat...il tuto per criminalizzare l’indignazione e il grido di basta di un popolo che viene
massacrato da più di 30 anni con una politca economica neoliberale instaurata da Pinochet e la
CIA, e che stata approfondita, negli anni, dai governi cosidet democratci. Il governo fascista di
Piñera aferma che il Chile in guerra contro un nemico pericoloso, questo nemico il popolo
autorganizzato che manifesta per una vita degna e giusta.
In questo stato neoliberale e patriarcale, le donne vengono doppiamente sfrutate e represse.
Come femministe diamo tuta la nostra solidarietà alla ribellione delle donne e i popoli in
Sudamerica, come in Ecuador, Cile, Argentna, Brasile e anche in Maedio Oriente e Africa come in
Rojava, Libano ed Egito, che si stanno autorganizzando e autodifendendosi contro il capitalismo, il
patriarcato globale e le sue guerre.
Lo stato patriarcale cileno e i suoi apparat repressivi si accaniscono contro le donne, come per
esempio il caso di Valentna Mairanda, rappresentante del movimento studentesco delle scuole
superiori, sequestrata dalla sua casa y , come tante altre, portata ad un centro di detenzione dove
vengono spogliate, minacciate di stupri usando il fucile e in molt di quest casi violentate. Siamo
solidali con le compagne che sono state assassinate per mano dei militari come Valeska Carmona e
Maariana Dìaz. Esigiamo giustzia per tute le persone uccise in quest giorni. Il colpevole lo stato e
i suoi tentacoli, a loro che dobbiamo indirizzare tuta la nostra rabbia.
Come parola d’ordine davant al terrorismo militare, poliziesco e mediatco, il popolo e le
femministe diciamo: Ci hanno rubato tuto, inclusa la paura de per questo che non ci fermeremo
fino a che tuto cambie!
Esigiamo inmediatamente la fine dello stato d’emergenza e la militarizzazione del territorio!
Esigiamo le dimissioni di Piñera e tut i suoi ministri fascist!
Libertà per tute le donne e i popoli che si ribellano!