Il governo greco, firmando l'ennesimo memorandum che porrà la pietra tombale sulle pensioni e sul lavoro, aggrava ancora di più le condizioni di vita di una popolazione allo stremo.
Intanto decine di migliaia di migranti sono bloccati nei campi disseminati nel Paese, in condizioni disumane.
Corrispondenza con Nancy Porsia - giornalista freelance con base in Libia - sulla situazione dello Stato nordafricano, poco dopo la scelta e il sostegno delle Nazioni Unite al "governo" di Serraj, in un momento in cui una guerra civile a bassa intensità va a mescolarsi a interessi petroliferi (anche italiani). Situazione che si intreccia a quella del "brand" dello Stato Islamico/Daesh, nonché alla questione della migrazione verso l'Europa e alle politiche espansionistiche di Al Sisi.
Per approfondimenti account twitter: https://twitter.com/nancyporsia
E alcuni articoli e video (molti articoli sono in inglese):
Ieri si è svolta la manifestazione convocata dalla rete "Agire nella crisi" al Brennero, al confine con l'Austria.
Tra poche settimane, infatti, è prevista la chiusura della frontiera ai migranti che arrivano dalla rotta balcanica e che vogliono oltreppasare i confini europei in fuga da povertà e guerra. Il corteo ha oltrepassato il confine ma ha trovato la polizia austriaca a fermare la protesta degli attivisti che da Idiomeni al Brennero chiedono una "cittadinanza maggiormente inclusiva"; è quello che sostengono i compagni che sono intervenuti questa mattina a Radio Onda Rossa che nelle prossime settimane lanceranno nuove iniziative.
Intanto, proprio oggi centinaia di siriani, a causa dell'accordo dell'Unione europea con Ankara, sono stati riportati forzatamente dalla Grecia in Turchia mentre alcuni sono stati mandati in Germania. L'inclusione differenziale è una delle caratteristiche delle nuove disposizioni rispetto ai flussi migratori che arrivano soprattuto dal medio oriente ma non solo, istallazione di hotspot ai confini e militarizzazione sempre più preoccupante dei territori. A tal proposito, abbiamo analizzato insieme ad una compagna di Roma il cambiamento di fase rispetto alla gestione dei flussi, l'accordo infame Ue-Turchia, l'importanza della battaglia sui confini e dell'unione delle istanze con i movimenti europei.
In vista del prossimo presidio davanti il CIE di Ponte Galeria, previsto per sabato 26 marzo, con un compagno facciamo il punto sulla situazione nel CIE romano e in quello di Caltanissetta.
I CIE attualmente in funzione sono 4, con una capienza massima di 270 unità, il restante è stato distrutto dalle proteste delle persone recluse.
Attraverso le voci delle persone recluse nel CIE di Pian del Lago (Caltanissetta), sentiamo i racconti delle rivolte che hanno portato alla chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione di Bari Palese e Isola Capo Rizzuto (Crotone).
La registrazione è stata pubblicata qui e poi ascoltata dalle nostre frequenze con un commento riguardo la situazione nei CIE ancora funzionanti.
Con un compagno dal Trentino discutiamo riguardo la frontiera italo-austriaca e delle mobilitazioni contro la militarizzazione per impedire il passaggio di persone migranti.
Grazie ad una corrispondenza con una compagna attiva ad Idomeni, facciamo il quadro della situazione alla frontiera e riguardo i dispositivi di controllo messi in campo dallo Stato greco contro le persone migranti.
Oggi manifestazioni e scioperi decentrati e coordinati in 20 città europee. Sono stati promossi dal «Transnational Social Strike Platform» di Poznan. In Italia a Milano, Napoli, Foggia, Bologna.
A Roma doppio appuntamento: al mattino "l'altra faccia di Mafia Capitale", in piazza gli operatori dell'accoglienza senza stipendio. Nel pomeriggio in piazza con i migranti.