Questa notte gli studenti dei licei Morgagni e Manara di Monteverde hanno occupato i loro rispettivi istituti per portare avanti un'occupazione politica contro le politiche del governo, in particolare il decreto Scuole Sicure di Salvini, che limita sempre di più le libertà degli studenti e delle studentesse dei licei. Puntuale l'intervento delle forze dell'ordine. Il liceo Manara in seguito a questo intervento è stato sgomberato dalla polizia proprio questa mattina, mentre gli studenti del Morgagni hanno tentato di resistere fino alle 12 quando alcuni agenti di polizia hanno fatto un ingresso coatto all'interno dell istituto rincorrendo gli studenti che sono però riusciti ad uscire dall'edificio senza fermi. Lo stesso è successo al Liceo Virgilio dopo una settimana di occupazione e la settimana scorsa al Pasteur. Il 14 Dicembre ci sarà una mobilitazione cittadina studentesca da Piazzale Tiburtino.
Ieri sera gli studenti e le studentesse del liceo Virgilio hanno occupato il loro liceo. Li abbiamo sentiti questa mattina e ci hanno raccontato come la loro è un'occupazione politica contro proposte e riforme di questo governo (e di quelli precedenti) sul mondo della formazione. Potete ascoltare dalla corrispondenza le loro ragioni.
Dopo l'approfondimento su pinkwashing e purplewashing (che trovate qui) proseguiamo nell'analisi della propaganda dello stato israeliano concentrandoci sul veganwashing, e l'assimilazione capitalista della lotta antispecista e vegana tra israele e l'europa.
A partire dalla vittoria di una cantante israeliana con una canzone di empowerment femminista all'edizione 2018 dell'Eurovision contest, analizziamo le strategie di propaganda del Brand Israel attraverso l'uso del pinkwashing e del purplewashing, ossia la strumentalizzazione e assimilazione delle rivendicazioni femministe e lgbtiq utilizzata per coprire le politiche di oppressione ed esclusione delle soggettività e popolazioni 'minorizzate', nella costruzione dell'identità nazionale, del neo colonialismo occidentale e della retorica dei diritti umani garantiti dai paesi dell'occidente progressista a capitalismo avanzato. La canzone della artista israeliana (nonché in servizio nella Marina israeliana durante l'attacco del 2014 a Gaza, e volontaria dell'esercito) è stata ispirata dal movimento MeToo. Secondo le sue stesse parole, la canzone parla de "Il risveglio del potere femminile, della giustizia sociale, tutto questo avvolto da un sentimento colorato, felice".
L'Eurovision contest è il più longevo e visto evento culturale internazionale, esiste dalla fine della seconda guerra mondiale ed è sempre stato uno strumento di creazione di una cultura e retorica del sentimento europeista 'nelle differenze' e di costruzione degli orgogli nazionali. Ad esempio fondamentale è stato il ruolo assunto alla fine della guerra fredda, utilizzato come strumento di assimilazione all'occidente dei paesi dell'ex blocco sovietico. Negli anni 2000 l'uguaglianza LGBT è iniziata ad essere fondamentale nella retorica dei diritti umani dell'unione europea e simbolo della sua identità, e il palco dell'Eurovision ha garantito visibilità a soggettività lgbtiq garantendo questa espressione di 'modernità' quasi sempre solo rappresentata e in netta contrapposizione con le reali condizioni di vita delle soggettività in questione nei singoli paesi. La costruzione di questa "democrazia dei diritti sessuali" è carica della retorica della civiltà europea in contrapposizione alla barbarie islamica e non a caso prende piede nel post 11 settembre 2001: la promozione dei diritti umani (a partire dai diritti LGBTIQ, in particolare il matrimonio negli ultimi anni) caratteristica dell' Eurovision contest, invisibilizza e rimuove completamente il colonialismo e l'imperialismo europei e quelle popolazioni, e soggettività LGBTIQ, non incluse - ma oppresse da - la modernità occidentale, di cui anche Israele fa parte.
Il 12 maggio alle 15 da piazzale dell'Esquilino partirà il corteo nazionale per la palestina. A 70 anni dalla Nakba, la popolazione palestinese è ancora sotto occupazione e apartheid. Ne parliamo con un compagno dei giovani palestinesi
Anzacresa vuol dire improvvisamente. Questo perché dopo tanti anni di emigrazione e silenzio culturale finalmente a Potenza veniva occupato un posto per permettere a molte persone di riprendersi la città, di avere un luogo di aggregazione sottratto alla speculazione edilizia che ha mangiato tutto Potenza. Eppure è arrivato lo sgombero e oggi c'è stata la prima udienza per 4 compagni fermati. Rinviata a giugno.
Collegamento telefonico da Parigi per parlare dell'occupazione dell'università da parte di Migranti.
A seguire il comunicato di rivendicazione
Le persone esiliate occupano l’Università di Parigi 8.
Al popolo francese, alle studentesse e agli studenti, a coloro che dormono in strada, alle persone solidali, alle
persone torturate dal regolamento di Dublino.
Noi siamo delle e dei migranti di tutto il mondo, delle e dei dublinati/e, delle e dei rifugiati/e statutari/rie che
vivono in strada.
Ci hanno negato l’asilo, abbiamo attraversato il mare, siamo dei minori senza documenti. Noi occupiamo
l’università di Paris 8 dal 30 gennaio 2018.
Perché abbiamo fatto questa azione ?
In questi ultimi mesi, la Francia ha deportato numerose
persone. Molti di noi si sono tolti la vita. Tre mesi fa, un
amico dublinato in depressione, si é steso sui binari di
un treno che l’ha investito. Dieci giorni fa a Calais, la
polizia ha attaccato e gasato dei migranti che dormivano
in strada. La polizia ha sfigurato con un tiro di pistola il
viso di un giovane migrante.
Un amico che doveva andare alla prefettura é stato
arrestato e messo in un Centro di Detenzione
Amministrativa (CDA), prima di essere rinviato in Italia.
La polizia francese ha i suoi gas e le sue sierene, ma é
senza legge.
Quello che il sistema d’immigrazione francese si aspetta
da noi sono le nostre impronte digitali, ma non noi
stessi. L’arbitrario e l’aleatorio fanno parte del nostro
quotidiano all’OFPRA (l’ufficio francese di gestione
dell’immigrazione), alla Corte Nazionale del Diritto
d’Asilo, e alla prefettura.
Al termine delle pratiche alcune/i di noi sono stati
rifiutate/i, altri dublinate/i, agli arresti domiciliari,
deportate/i, senza nessuna logica.
Noi rivendichiamo quello che segue :
Dei documenti per tutte/i
Degli alloggi decenti e perenni
Poter imparare il francese e continuare i
nostri studi
La fine dei rifiuti del Dispositivo di
Valutazione dei Minori Stranieri/e Isolati/e
La fine immediata delle deportazioni verso
tutti i paesi, in Europa e altrove
Noi ci aspettiamo da tutte/i migranti che lottino
dappertutto in Francia contro l’oppressione e
l’ingiustizia e contro le pratiche violente della polizia
nelle strade.
Al popolo francese : voi che avete fatto questa
rivoluzione che studiamo nel libri di storia,
rimpossessatevene !
Noi ringraziamo le pesone che ci sostengono e che,
contrariamente al governo, ci mostrano la loro
solidarietà.
L’amministrazione dell’Università utilizza la carota e il
bastone nelle negoziazioni. Alcuni dicono che ci
daranno un altro posto all’Università , altri ci
minacciano facendoci intendere che faranno entrare la
polizia.
Noi chiediamo agli e alle altre/i studenti/esse e alle e ai
professori/esse dell’Università di Parigi 8 di sostenere le
nostre revendicazioni.
Vi ringraziamo e vi chiediamo di restare con noi fino in
fondo. Noi ci uniamo alla lotta degli e delle studenti/esse
senza documenti dell’università.
Ai e alle nostre/i amiche/i che attraversano il mare Alle nostre amiche violentate in Libia
Che si sono tolte/i la vita Non vi dimenticheremo
Morte/i attraversando le frontiere
Morte/i nel deserto
Le e i migranti di Parigi 8