La mattina del 18 gennaio un nutrito gruppo di agenti del Commissariato Tuscolano, approfittando dell’apertura del cancello da parte di un ragazzo che andava a scuola, è entrato senza preavviso nella Casa delle Donne Lucha y Siesta identificando tutte le donne ospiti e i/le minori presenti stanza per stanza, senza dare spiegazioni, senza attendere l'ausilio delle avvocate. Parliamo di questo grave atto intimidatorio con una compagna di Lucha. Qui è possibile leggere il comunicato.
Commissione Senato presenta piccole modifiche al regime 41 bis. Violenza contro le donne non è un problema di polizia. Direzione Nazionale Antimafia è per la legalizzazione droghe leggere.
Si sta svolgendo a Firenze una manifestazione contro una sentenza d'appello che ha visto assolti quattro stupratori che violentarono una ragazza alla Fortezza da basso. Le motivazioni: la sua vita sessuale, femminista e libertaria. Una sentenza che ha portato diverse compagne anche da roma e bologna a partecipare al corteo di Firenze. Sentiamo una donna del centro antiviolenza di Firenze e una compagna di Bologna.
Parallelamente un volantinaggio di solidarietà con Firenze si è svolto a Roma, al Pigneto dove una settimana fa c'è stata un altro caso di stupro.
Riceviamo dalle compagne di Amazora un appello in più lingue che rompe il silenzio su Faith e volentieri lo pubblichiamo premettendo alcune considerazioni.
Se la vicenda di Joy ha portato in primo piano la questione dei ricatti sessuali e delle violenze contro le donne nei Cie, la storia di Faith porta alla luce un ulteriore elemento: l'ipocrisia criminale di uno Stato che a parole dichiara di essere contro la violenza sulle donne, mentre nei fatti rinchiude nei Cie ed espelle le donne immigrate vittime di violenza. Quando le forze dell'ordine intervengono in casi di violenza contro le donne immigrate, se queste donne non hanno il permesso di soggiorno finiscono immancabilmente in un Cie. Il caso di Faith non è l'unico. A maggio nel Cie di Modena è stata portata una donna nigeriana vittima di tratta che, dopo esser scappata dagli sfruttatori (che minacciavano di ucciderle i due figli piccoli rimasti in Nigeria), è stata ritrovata dal marito della 'maman' mentre camminava per strada; costui, dopo averla picchiata, l'ha consegnata con tanto di passaporto agli agenti che l'hanno portata nel lager per migranti – dove, per sua fortuna, ha incontrato Joy che le ha dato una mano per uscirne. In giugno a Rovigo una donna nigeriana si è rivolta alle forze dell'ordine per denunciare le continue violenze che subiva dal compagno ma, non avendo il permesso di soggiorno, è stata portata in un Cie e di lei non si riescono ad avere notizie.
Casi come questi sono sempre più frequenti, invitiamo quindi le compagne che in varie città si sono mobilitate per Joy ad aggiungere questo tassello nella lotta femminista contro i Cie e a costruire iniziative ed azioni a sostegno di Faith e di tutte le donne immigrate costrette a subire la doppia violenza maschile e di Stato.
Di seguito potete leggere l'appello delle Amazora.
In allegato vi mandiamo un appello per Faith Aiworo - una donna nigeriana ingiustamente condannata a morte per essersi difesa dallo stupro - in italiano e in varie lingue da spammare su internet e alle ambasciate nigeriane e italiane, al ministero degli esteri e degli interni italiano e a chi volete voi.
Non abbiamo notizie recenti su di lei, non ne parla più nessuno o quasi.
Aiutateci a renderlo un argomento internazionale.
Sotto inseriamo vari indirizzi italiani a cui vi invitiamo a inviare l'appello via fax o via e-mail.
Chiediamo un’immediata risposta da parte del Ministero degli esteri italiano che ha già ricevuto svariati appelli ad attivare con urgenza tutte le misure diplomatiche per tutelare il diritto alla vita della giovane donna nigeriana Faith Aiworo. Faith è stata espulsa in luglio dall’Italia per essere rimpatriata in Nigeria, dove è stata immediamente incarcerata e dove la attende una condanna all’impiccagione per essersi legittimamente difesa di fronte ad un tentativo di stupro.
Il Ministero degli Interni italiano deve rispondere del grave errore commesso con l’espulsione.
Il governo italiano deve pianificare un tempestivo rientro in Italia della donna, che aveva già avviato una richiesta di asilo politico. Le autorità italiane hanno il dovere - sancito dall’art. 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ma anche dagli articoli 2 e 10 della
Costituzione - di conferirle lo status di rifugiata o comunque di fornirle protezione umanitaria e sussidiaria, esistendo il rischio di condanna a morte in patria.
La Nigeria deve fermare questa atroce condanna ad una donna che si è difesa da uno stupro.
Ribadiamo che la risposta deve essere immediata perché Faith è ingiustamente in carcere già da luglio scorso e da due anni è in territorio europeo costretta alla clandestinità a causa dell’ingiustizia della legislazione europea sull’immigrazione.
INDIRIZZI:
Ambasciata Nigeria - via Orazio 14 - Roma
e-mail: nigerian.rome@iol.it
fax (+39) 06 6832528
tel. (+39) 06 683931
Ministero degli esteri
fax (+39) 06 3236210
Ministero dell'interno - Piazza del Viminale n. 1 - 00184 Roma
tel. (+39) 06 4651