Oggi pomeriggio a Pisa manifestazione con concentramento all'aeroporto civile contro la guerra, contro l'invio di armi in Ucraina e contro l'utilizzo di strutture civili a fini bellici.
Lo scorso 22 aprile, in piena pandemia, una nave della flotta saudita Bahri ha attracca a Genova con a bordo armi o equipaggiamento militare. La denuncia dei portuali genovesi, da anni in prima linea contro il traffico di armamenti nel loro scalo: «Sembra siano carri armati Ercules 882, prodotti negli Stati uniti. Potrebbero essere diretti in Arabia saudita, Kuwait o Marocco. O forse in Turchia: il prossimo scalo previsto è Iskenderun».
Il Collettivo autonomo lavoratori portuali (Calp) sottolinea come, in tempo di Covid-19, «molte categorie sono costrette a rischiare il contagio per non fermare la produzione e distribuzione di generi di prima necessità» in cui certo non rientrano gli armamenti.
Ne parliamo con Christian, lavoratore portuale di Genova.
Il prossimo anno scadrà l'ultimo trattato sugli armamenti nucleari ancora in vigore. Nel frattempo la corsa all'ammodernamento e potenziamento degli arsenali è già cominciata. Con l'integrazione tra sistemi d'arma e Intelligenza Artificiale la guerra si è automatizzata, ma anche autonomizzata. L'orologio dell'Apocalisse è sempre più vicino alla mezzanotte.
L'esercito Turco è il più potente in ambito NATO dopo quello degli USA, grazie alle forniture di armi che arrivano anche dai paesi europei. Nonostante l'aggressione ai curdi, il governo italiano non intende bloccare la fornitura dei contratti in corso con la Turchia. Ne parliamo con Giorgio Beretta della Rete nazionale per il disarmo
Nonostante quello che lasciano intendere i media, la corsa al riarmo nucleare è in pieno svolgimento.
Con la scusa di ammodernare gli arsenali nucleari, la potenza distruttiva degli USA è aumentata di tre volte e di pari passo aumenta il rischio di una guerra totale nucleare.