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Budapest

Antifa Budapest: Corteo a Roma né prigione né estradizione

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Sabato 23 marzo a Roma c'è stato un corteo in solidarietà con Ilaria Salis, Gabriele e tutte le persone imputate per i fatti di Budapest. Il corteo è partito da metro Policlico, è passato nei pressi dell'ambasciata e poi è entrato nel quartiere di San Lorenzo dove si è concluso. Abbiamo raccolto diverse voci dal corteo lungo la giornata, sia all'inizio che durante il corteo.

Di seguito alleghiamo il comunicato che è stato fatto uscire per la giornata:

"La guerra inizia da qui
FREE PALESTINE",
questa la scritta lasciata a terra fra la sede dell'Aeronautica Militare e l'univerisità la Sapienza, durante il corteo "Ne prigione ne estradizione" del 23 Marzo. Circa 200 persone si sono ritrovate, a distanza di un mese e mezzo, a Piazza Sassari in solidarietà con Ila, Gabri e tuttx lx compagnx coninvoltx nei fatti di Budapest, nonché Anan e i compagni palestinesi arrestati di cui si richiede l'estradizione. In questo mese e mezzo sono accadute tante cose; se da un lato è calato il silenzio sulla questione di Budapest, dall'altro la repressione interna ha continuato a sferrare i suoi colpi a chi non ha abbassato la testa. Momenti di conflitto e dissenso politico non sono mancati, solo pochi giorni fa, ad esempio, delle studentx hanno bloccato il Senato Accademico manifestando la collaborazione fra l'Universitá e la guerra; compagne e compagni, invece, hanno bloccato un aereo contro le espulsioni a Torino.
Questa manifestazione era anche per loro, per tutti coloro che continuano a lottare, contro la guerra interna che fa lo Stato a chi continua a resistere, contro la guerra esterna di cui l'Occidente è protagonista.

Il 10 febbraio, il corteo è stato bloccato diverse ore in una stradina; ieri, voleva essere una giornata diversa, si voleva fare un corteo, porre delle questioni e comunicare per le strade di San Lorenzo, lasciando il segno dove si passasse. Non volevamo rimanere a casa da solx, non volevamo rimanere chiusx in una strada e così è stato. Abbiamo camminato insieme e lasciato il segno. Infatti, dopo esser passati davanti l'ambasciata ungherese (presso la Santa Sede) ed aver lasciato una scritta su strada a Piazzale Aldo Moro, il corteo è entrato nelle strade di San Lorenzo.

Abbiamo comunicato con chi era per strada, con chi si affacciava alle finestre, interrompendo la normalità di un sabato sera. Passati davanti il Carrefour di via dei Sabelli, qualcunx ne ha segnalato la complicità con Israele e il genocidio in Palestina. Il corteo si è sciolto pochi momenti dopo.
In un momento di guerra esterna e interna, crediamo sia possibile e necessario continuare a coltivare l'agibilità politica, per rompere le righe a chi vorrebbe veder serrare i ranghi, per coltivare la solidarietà fra chi resiste, dall'ungheria alla Palestina.

Il 28 Marzo sarà una data importante per Ilaria, Gabri e tuttx le altrx.
La giornata di ieri è stata per loro e per tuttx le altrx che resistono alle barbarie del presente a cui va il nostro abbraccio solidale.


Scendere in strada autodeterminandosi è ancora possibile. Con l'auspicio di altri momenti simili, ci vediamo presto.

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Estradizione: approfondimento su antifa Budapest

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Durata 1h 10m 43s

Sono giorni che si parla di Ilaria Salis, principalmente delle sue condizioni detentive un po' meno della natura politica della repressione che sta subendo, del valore delle azioni delle quali viene imputata, come anche si parla meno degli altri e delle altre coimputati/e. Inizialmente diamo voce a un compagno di Milano che ci aiuta a ripercorrere tutta la vicenda e che ci parla della mobilitazione in solidarietà a tuttx lx compagnx. Con un aiuto esterno abbiamo raccolto la voce di persone che, fermate per strada, ci dicono la loro opinione sulla vicenda. Commentiamo in diretta sia questi audio che anche i giornali di oggi sulla vicenda. In conclusione non possiamo non menzionare, riguardo diritti violati e dignità umana, quanto accaduto nel cpr di ponte galeria pochi giorni fa.

Sabato 10 febbraio a Roma ci sarà una manifestazione in solidarietà con lx antifascistx imputatx

Martedì 13 febbraio si esprimerà il tribunale riguardo l'estradizione di Gabriele

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Ilaria e Tobias ancora detenuti a Budapest per antifascismo

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Durata 11m 29s

E' nato il comitato Ilaria Salis, la compagna milanese incarcerata a Budapest dallo scorso febbraio. Ilaria è da quasi un anno in un carcere di massima sicurezza a Budapest, in Ungheria, perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti in occasione del cosiddetto “giorno dell’onore”. Oggi alle 10 c'è stato un presidio a Roma sotto l'ambasciata ungherese. 

Oltre a Ilaria e c'è anche Tobias, detenuto a Budapest, inoltre la procura ungherese ha chiesto di spiccare 14 Mandati di Arresto Europei (MAE) nei confronti di altrettanti compagni tedeschi, italiani, albanesi e siriani. Molti di loro ad oggi non sono stati trovati.

Ricordiamo che sabato c'è il corteo nazionale antifascista a Milano --> ne parliamo qui 

 

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Aggiornamento antifa Budapest

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Durata 26m 16s

Di seguito ricondividiamo l'appello per il 13 gennaio

 

APPELLO PER UN CORTEO NAZIONALE ANTIFASCISTA A MILANO

13 GENNAIO 2024

Oltre al sempre più evidente inasprimento di politiche securitarie, misure di segregazione ed esclusione, meccanismi di controllo della popolazione, che negli ultimi decenni stanno caratterizzando la gestione del territorio definito Europa, assistiamo contestualmente al rafforzamento di posizioni di estrema destra. Gruppi neonazisti e neofascisti organizzati e con ampi margini di agibilità, fuori e dentro le istituzioni, proliferano sempre più.
Decenni di profonde crisi economiche e sociali, oltre ad aver messo in ginocchio la parte più povera e vulnerabilie della popolazione, hanno creato un terreno assai fertile alla propaganda di idee populiste, identitarie e fortemente reazionarie. Diverse forze politiche, più o meno istituzionali, stanno in questi anni raccogliendo i risultati di questa propaganda: dalla crescita del consenso registrata dai maggiori partiti di destra europei, come il Rassemblement National, la Lega e Fratelli d'Italia, l'AfD e Vox fino al successo delle manifestazioni di piazza fomentate dai fascisti. Il movimento per l'indipendenza della Macedonia in Grecia, l'infiltrazione dei fascisti in diverse piazze contro le restrizioni Covid-19, i recenti disordini in Spagna contro l'amnistia per i separatisti catalani o gli scontri razzisti scoppiati a Dublino sono solo alcuni degli esempi che ci vengono in mente.
In questo contesto di oppressione sempre più esplicita e invasiva e di brusco riassestamento del capitalismo globale, chi si organizza per resistere e combattere la violenza degli Stati, del capitale e quella dei loro cani da guardia di estrema destra si trova di fronte a una repressione sempre più estesa e aggressiva. In tempi cupi come quelli che viviamo, in cui i venti di guerra fischiano sempre più forti alle nostre orecchie, la repressione del nemico interno e la pacificazione sociale si manifestano come priorità di tutti i governi nazionali.

In questo quadro generale, mentre l'Unione Europea sta valutando la possibilità di inserire i gruppi antifascisti nell'elenco di quelli indicati come terroristi, due compagni si trovano da febbraio 2023 in carcere in Ungheria. Entrambi sono coinvolti in un'inchiesta della polizia ungherese per degli attacchi subiti da alcuni neonazisti giunti a Budapest da tutta Europa durante il weekend del "Giorno dell'Onore". Ricorrenza in cui i nazisti commemorano l'annientamento della Wehrmacht tedesca avvenuto l'11 febbraio del '45 da parte dall'Armata Rossa durante l'assedio di Budapest.
Il castello accusatorio dei procuratori magiari non si limita però ai fatti accaduti a Budapest né ai giorni della commemorazione: nell'ambito di una sempre più fitta collaborazione tra Stati e polizie Europee, il tentativo degli inquirenti è quello di collegare le azioni avvenute in Ungheria ad un ben più ampio procedimento aperto in Germania a partire dal 2018: la cosiddetta inchiesta "AntifaOst" che vede imputati numerosi compagni e compagne tedesche accusate di aggressioni ai danni di esponenti di spicco del mondo neonazista tedesco. Il tentativo è quello di affermare l'esistenza di una fantomatica associazione criminale che avrebbe organizzato gli attacchi avvenuti in Ungheria.
Per questo motivo oltre a Ilaria e Tobias, detenuti a Budapest, la procura ungherese ha chiesto di spiccare 14 Mandati di Arresto Europei (MAE) nei confronti di altrettanti compagni tedeschi, italiani, albanesi e siriani. Molti di loro ad oggi non sono stati trovati.
Gabriele, un compagno di Milano, si trova, invece, agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni dal 22 novembre, a seguito dell'esecuzione di uno di questi MAE.
L'iter processuale che deciderà sulla sua estradizione dall'Italia all'Ungheria si concluderà verosimilmente nel mese di gennaio 2024, mese in cui a Budapest inizierà il processo contro Ilaria, Tobias e una terza compagna imputata insieme a loro. Sono accusati a vario titolo di aver preso parte agli attacchi e di essere membri o conoscere la supposta associazione che li avrebbe organizzati.

Il 13 gennaio scenderemo in strada non solo per  esprimere in maniera netta la nostra solidarietà e vicinanza ai prigionieri di Budapest così come a Gabriele e ai compagni che sono ricercati; vogliamo anche ribadire chiaramente che abbiamo scelto da che parte stare.
Abbiamo scelto di non delegare la lotta contro fascisti e nazisti a quegli apparati istituzionali democratici che non fanno altro che difenderli e legittimarli in nome di una millantata "libertà d'espressione". Siamo convinti che i fascisti vadano combattuti in maniera diretta, in questo momento storico più che mai. Rivendichiamo le pratiche militanti e crediamo necessario attuarle ad ogni latitudine per fermare i gruppi nazisti.
Anche nelle città italiane, se pur in maniera meno violenta che in altri contesti europei, i fascisti sono presenti e provano ad alzare la testa. Questi servi del capitale, finti ribelli utili solo a mantenere l'attuale l'ordine sociale, vanno fermati sul nascere!

Ogni giorno nelle nostre lotte, nei nostri percorsi, scegliamo di stare con chi si oppone ai padroni, chi è sfruttato, chi subisce la repressione, chi resiste alle guerre imperialiste e decide di rispondere, con chi non delega la propria libertà.
Scegliamo di schierarci contro i confini, che vengono controllati militarmente e chiusi impedendo a chi fugge dalla miseria di trovare un luogo più sicuro e di fatto mettendo a rischio la loro vita. 
Gli stessi confini che quotidianamente uccidono chi emigra sono, da sempre, terreno di repressione politica e controllo capillare del territorio. Di recente si sono affinati strumenti amministrativi, più veloci e, nella forma, “spoliticizzati”. Per fare solo qualche esempio, pensiamo ai compagni italiani trattenuti a Parigi e rimpatriati i primi di giugno in occasione della commemorazione di Clement Meric, o alle decine di compagni e compagne bloccate in frontiera con un'interdizione ad entrare nel territorio francese per la manifestazione No Tav in Val Maurienne a fine giugno, o ancora alle interdizioni apparentemente "a vita" di entrare in Francia notificate in seguito alla grande giornata di lotta contro il mega bacino di Saint Soline del 25 marzo. Se da una parte questi esempi ci mostrano un controllo del dissenso politico sempre più pesante e una collaborazione tra polizie Europee molto stretta, contestualmente assistiamo ad un utilizzo di strumenti come i MAE sempre più spregiudicato ed "efficace".
 Non ci faremo piegare dalla repressione, e non rinunceremo a spostarci in contesti di lotta anche lontani da dove stiamo tutti i giorni.
Siamo per l'agire in prima persona, non delegando le nostre lotte alle istituzioni e allo Stato che accolgono tutto ciò che rientra nel loro canone di democrazia e pacificazione tentando di ripulirsi la faccia con belle parole che solo parole rimangono. 
È possibile un mondo libero da fascismi e fascisti, sta a noi costruirlo.

LIBERTA PER ILARIA, TOBIAS E GABRIELE!

SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE INQUISITE E LATITANTI!

LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE!

Compagni e compagne di Milano

Immagine rimossa.

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