Con un compagno di FuoriMercato parliamo delle lotte e delle rivendicazioni dei braccianti che vanno a Campobello di Mazara (in provincia di Trapani) per la stagione di raccolta delle olive.
In collegamento con una compagna parliamo di quanto accaduto nelle ultime settimane a Saluzzo in provincia di Cuneo. In una situazione di sfruttamento lavorativo e inaccettabili condizioni di vita, centinaia di migranti occupano uno stabile che viene sgomberato dalla polizia accompagnata dalla croce rossa.
Il 4 luglio, a tre giorni dall'insediamento comunale della nuova giunta capitolina, la polizia locale ha raso al suolo alcuni container adibiti ad abitazione nel campo per rom di Salone, insieme ad altri dove si svolgevano, fino a giugno, attività educative e di presidio sociosanitario. Neanche l'orto sinergico, curato dai bambini e dai ragazzi del campo, è stato risparmiato dalla furia delle ruspe. L'intervento è stato autorizzato dal dipartimento del comune per le politiche sociali ma non si sono registrate voci difformi nè all'interno della nuova giunta, che ha visto la luce tre giorni dopo l'operazione, nè da parte di altre forze politiche.
Sembrerebbe proprio che, nonostante le tante belle parole spese in campagna elettorale sulla necessità di "superare" i campi per rom, la situazione sia esattamente inversa: si impedisce a suon di ruspe qualsiasi tentativo di migliorare le condizioni di vita all'interno dei campi favorendo l'autonomizzazione degli abitanti e i processi atti a favorire la fuoriuscita da queste megastrutture.
Nel frattempo, si registra un particolare attivismo da parte della croce rossa, attore fondamentale nel corso della stagione della cosiddetta "emergenza rom" durante la giunta Alemanno, e si attende, a breve, l'inizio della costruzione di un nuovo campo per rom nella parte settentrionale della città, alla faccia dei cambi di paradigma sbandierati in campagna elettorale e frettolosamente abbandonati subito dopo il ballottaggio.
La guerra ai poveri, mascherata dietro le sempreverdi parole d'ordine della lotta al degrado, continua.
Nel centro di identificazione ed espulsione di Torino curano i migranti malati d'asma con medicinali scaduti. A denunciarlo sono gli stessi reclusi che, per provarlo hanno inserito la linguetta del medicinale scaduto dentro una pallina da tennis e l'hanno tirata agli antirazzisti e alle antirazziste solidali con i migranti giunti fuori dal lager in seguito al corteo di contestazione avvenuto sabato scorso. Il medicinale sarebbe scaduto nel maggio del 2008, proprio mentre Hassan, un ragazzo recluso nello stesso Cie moriva dopo aver chiesto invano le cure. Per chiedere spiegazioni riguardo all'accaduto e denunciare questo sistema di pratiche disumane che toglie prima la dignità e poi la vita ai migranti si è tenuto ieri un presidio a Torino davanti alla sede regionale della croce rossa.