19-22 giugno: Festa di quartiere Rebibbia/Ponte Mammolo 2024
Iniziamo alle 16.30 con la PICCOLA FESTA Un pomeriggio dedicato a piccol e grandi con Laboratori, presentazioni, sport e spettacoli circensi!
A cura del Doposcuola Mammut e Fuorifuoco!
Si giocherà con lettere, colori e canzoni per imparare a comunicare col corpo e con le mani. Canzone flash mob finale!
A cura di "io se posso komunico"
Letture animate con Fuori Classe
Prove di baseball con i Red Foxes - Roma
Per tutta la giornata ci sarà una postazione di TRUCCABIMB con i Piccoli Giganti Onlus 2
Showcase acustico + Live painting con (Z)ZeroCalcare e Giancane
e si balla forte con DJ EFREM from Borghetta Stile
Nella nostra città sentiamo continuamente parlare di alcuni quartieri, e soprattutto delle persone che vi abitano, come dei campi di battaglia. Degrado e abbandono, spaccio e rassegnazione, sembrano condizioni permanenti senza soluzione. Una sorta di girone infernale a cui chi vive ogni giorno in un determinato territorio è condannato per sempre. La frontiera invisibile tra i quartieri che non meritano di essere parte della città, e quelli che invece sono degni di essere parte dei grandi eventi, dei grandi investimenti, è rappresentata ogni giorno sui social, i giornali, le televisioni come un confine da irrigidire, anziché da abbattere.
Comunità, conflitto, contraddizioni. I quartieri come Rebibbia-Ponte Mammolo sono un insieme di collettività e individui, di socialità e diffidenza. Non c’è un modo giusto o sbagliato di raccontarli, ma c’è un modo sicuramente speculativo di dipingerli. Alcuni quartieri di Roma meritano il deserto in cui sono lasciati? Nel nostro quartiere l’unico complesso scolastico è a rischio dimensionamento, non c’è uno spazio di aggregazione giovanile, non esiste un consultorio, tantomeno un teatro o un cinema. Diverse serrande di proprietà comunale sono chiuse da decenni, la manutenzione delle case popolari avviene solo se si fa casino. Da queste parti tutto quello che si vede, è stato strappato coi denti: un parco che è l’unica piazza del quartiere, un polo sanitario pubblico, una sede dove organizzarsi e fare un doposcuola, spazi sociali dove incontrarsi e proporre iniziative. Un campo di battaglia, certo, ma contro l’abbandono, gli stigmi, il bus che non passa, il lavoro che non c’è, il colloquio in carcere non concesso. Tutti i giorni.
Sguardi, prospettive, racconti. Nel nostro quartiere, come in altri di Roma, accadono piccole e grandi cose che vengono oscurate, ignorate, marginalizzate. La città-vetrina salva solo sé stessa e dipinge alcuni quartieri come erbacce da estirpare? Partiamo invece dal racconto di questi luoghi, delle esperienze di tutti i giorni, senza nascondersi dietro un dito, provando a ribaltare il punto di vista.