Il Parlamento kazako sta licenziando una proposta di legge contro la cosiddetta "propaganda LGBT" propugnata da diversi gruppi di destra finanziati esplicitamente dal governo russo. Le considerazioni della nostra corrispondente da Astana e curatrice della trasmissione "L'orda d'oro".
Negli anni '30 grandi aree dell'Unione Sovietica vengono colpite da una carestia gravissima ('holodomor' in ucraino, 'asharshylyk' in kazako).
Il bilancio di questa carestia sono milioni di morti e milioni di famiglie costrette ad emigrare. Se nella comunità scientifica non c'è ancora consenso sulla deliberata volontà di genocidio del partito comunista sovietico, i governi delle nazioni eredi dell'URSS sono però consapevoli che le narrative su questo evento storico possono essere usate per progetti di costruzione dell'identità nazionale. Ne parliamo con Berik Dukayev, ricercatore kazako esperto di rappresentazione di eventi storici nei libri di testo per le scuole medie e superiori. L'intervista è in italiano, la versione originale in inglese si può ascoltare qui.
Vi siete mai chiest3 come nascono gli alfabeti e come si fa a scegliere che alfabeto usare per una lingua? Non siete sol3. In Kazakistan se lo sono chiesti un comitato dei commissari del popolo, due presidenti, varie università, e molti media internazionali. Oggi parliamo della relazione tra lingua, alfabeti, e identità nazionali. La puntata da citare quando sentite dire che aggiungere la ə (schwa) all'alfabeto italiano è un cambiamento linguistico troppo grande.
Nel secondo anniversario dell'invasione dell'Ucraina, insieme alla nostra corrispondente da Astana, facciamo il punto sulla situazione nelle repubbliche ex-sovietiche dell'Asia centrale e nei territori della federazione russa con una forte presenza di popolazione turcofona.
Grosse proteste contro la guerra si verificano nelle repubbliche dove si parla la lingua turca in Russia, forte repressione e arresti con l'accusa di "incitamento al conflitto etnico".
Il Kirghizistan è in procinto di porre in essere una legge contro i media indipendenti, probabilmente dietro pressioni del Cremlino. Sono stati arrestati diversi giornalisti di cui non si conosce il destino-
In Kazakistan sono stati effettuati arresti durante una veglia organizzata in seguito alla morte di Alexey Navalny, anche qui l'accusa è di "incitamento all'odio etnico".
A partire da mercoledì 24 gennaio, a partire dalle ore 12.00, sugli 87.9 in FM di radio onda rossa arriva L'orda d'oro, il miglior podcast sull'Asia centrale.
Nel più importante e popoloso paese dell'Asia centrale il Parlamento sta per varare un'innovativa legge di iniziativa popolare che definisce formalmente il reato di femminicidio e prevede una serie di misure per limitare e reprimere la violenza di genere. Ci racconta quello che sta accadendo nel paese la nostra inviata da Astana.
La Federazione Russa è ufficialmente è definitivamente uscita dalla convenzione europea sui diritti delle minoranze, una convenzione continentale che si occupa delle necessità e dei diritti delle minoranze nazionali e linguistiche. Per quanto si tratti di un accordo non fra i più rilevanti a livello europeo, e per quanto ormai la Russia sia fuoriuscita da quasi tutti i trattati e le convenzioni ratificate in precedenza su base europea, questa mossa potrebbe provocare malumori e rimostranze all’interno della federazione, in particolare per quanto riguarda diverse popolazioni residenti nel sud e nell’est del paese. Ne parliamo con la nostra corrispondente dalla capitale del Kazakistan.
A quasi un anno e mezzo dall'invasione dell'Ucraina cerchiamo di capire cosa accade in Kazakistan, la più grande delle repubbliche ex sovietiche in perenne equilibrio fra la confinante federazione russa, l'espansionismo cinese, le relazioni economiche e culturali con l'occidente, l'espansionismo del nazionalismo islamico foraggiato dai paesi del golfo e il richiamo della Turchia.
Con la nostra corrispondente da Astana, in Italia per qualche giorno, abbiamo parlato del presente e del futuro del paese, dei movimenti sociale e delle lotte delle donne, della situazione degli espatriati russi e di tanti altri temi.
All'indomani dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, non appena si è capito che la guerra sarebbe durata a lungo, il Kazakistan si è tramutato in luogo di asilo per migliaia di russi, ovviamente soprattutto uomini in età di leva, in fuga dalla coscrizione obbligatoria. Questo flusso, che prosegue ancora oggi a oltre quattordici mesi dall'inizio della guerra, ha generato conseguenze ed effetti sulla società e sul governo kazaki: abbiamo chiesto alla nostra corrispondente da Astana di fornirci ragguagli su questa situazione.
Il presidente kazako Tokayev ha annunciato la fine della rivolta (che è stata soffocata nel sangue, le vittime ufficiali sono oltre 160 e si contano almeno ottomila persone arrestate) che negli ultimi giorni ha infiammato il gigante dell'Asia centrale. Ma cosa è successo effettivamente in Kazakistan? Almeno tre diverse crisi si sono intersecate tra loro: la rabbia della popolazione per il carovita e l'aumento dei prezzi dell'energia, i contrasti tra regioni spesso molto diverse fra loro e le immancabili faide intestine all'interno della classe dirigente kazaka.
Abbiamo chiesto a una delle redattrici di woke wops, lo spazio di approfondimento dedicato a quanto avviene negli Stati Uniti d'America, di fornirci una sintesi di quanto avvenuto nei giorni scorsi; a Giovanni Savino, ricercatore a Mosca, abbiamo domandato quali potrebbero essere le vie d'uscita da questa crisi.