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Oggi a La Sapienza studenti e comunità migranti discutono del razzismo

Data di trasmissione

“Mai più razzismo”: studenti e comunità migranti discutono del razzismo oggi

 Il Comitato Nazionale Articolo 3 organizza l’incontro “Mai più razzismo”. Studenti di alcuni Licei di Roma e rappresentanti delle Comunità migranti e Rom si incontrano per discutere sul fenomeno del razzismo oggi.

Appuntamento per lunedì 13 maggio dalle 16.00 alle 20.00 presso il Centro Congressi della Facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma in via Salaria, 113 a Roma.

Programma del pomeriggio:

Relazioni introduttive

 “Morti senza nome” proiezione del documentario a cura di Francesco Paolucci
– “Comunicare la diversità” Prof. Destro Bisol, Università La Sapienza di Roma
 “Razza, colonialismo e razzismo strutturale. Ripensare l’antirazzismo” Prof. Miguel Mellino, Università L’Orientale di Napoli

Interventi
– Rappresentanti delle Comunità migranti e Rom
– Studenti delle scuole secondarie superiori

Coordina
Virginio Massimo, Portavoce Comitato Nazionale Articolo 3

L’incontro è organizzato con il supporto di CSV Lazio ETS.

Il femminismo delle donne rom

Data di trasmissione
Domenica 28 maggio al Centro Donna L.I.S.A. Alle 15,30 -
(v. Rosina Anselmi 41 Roma)
Sarà un evento particolare per il confronto tra donne di culture diverse ma con tanto in comune, per creare una rete
tra donne rom e donne non rom o gagé, in lingua romanì
Ne parleremo con Giulia Di Rocco
Romnì italiana, attivista, mediatrice e consulente per i diritti umani, membro del Forum RSC (acronimo di Rom, Sinti e Caminanti) istituito dall’UNAR presso il ministero delle Pari Opportunità, presidente di Mistipé, primo partito politico nazionale rom e sinti, nonché coautrice con Alessandra Montesano del libro “Romanì piña. Sorelle rom”.
L'evento sarà l'occasione per accogliere la comunità rom da un punto di vista femminile e femminista, lo sguardo di genere su una realtà poco conosciuta, che deve fare ancora i conti con pregiudizi culturali e sociali profondi, ma che si sta facendo spazio grazie alla determinazione di molte donne rom impegnate a trovare il loro percorso.

Sgomberate le case di via Bolla a Milano.

Data di trasmissione
Durata 9m 44s

A Milano lo sgombero di diverse centinaia di occupanti delle case di via Bolla 40 ha costretto numerosi gruppi familiari ad accamparsi per strada, letteralmente, in mancanza di altre alternative.

Con Dijana Pavlovic, del Movimento Khetane, facciamo il punto sulla situazione. Di seguito il comunicato di Khetane.

Lo sgombero degli abusivi di Via Bolla 40, a Milano, da settimane ha messo in mezzo alla strada 110 persone, di cui 37 minori, che creano 29 nuclei familiari Rom e non Rom.
Per allontanare gli occupanti dagli appartamenti, durante la notte gli incaricati entrano e distruggono ogni cosa spingendoli fuori con bambini appena nati, anziani, donne in gravidanza, donne sole e disabili. Questa situazione può solamente aggravare la condizione di salute di questi ultimi. Gli appartamenti vengono resi inabitabili perché distrutti con mazze e martelli così da costringere gli abitanti a dormire nei corridoi con minori che non possono più frequentare regolarmente la scuola a causa di questa situazione.
Nessuna di queste famiglie ha avuto avvisi se non dettati a voce.
Gli sgomberi senza un alternativa creano un disagio non solo alle persone persone coinvolte ma a tutto il paese in cui viviamo.
Bisogna considerare le condizioni di queste famiglie e riflettere sul futuro di ognuno di loro. Tutte le persone che abbiamo incontrato erano impaurite, disperate e senza nessuna sicurezza, compresi i bambini a cui in questo momento è negata un infanzia e un adolescenza serena.
Sono almeno 15 nuclei (di cui siamo certi) che sono lì da diversi anni, non hanno proprietà né risparmi e avrebbero requisiti come tutti gli altri per la casa popolare. Una grande problematica è la chiarezza su come entrare in questi progetti. D'altro canto dalla regione abbiamo saputo stamattina che per donne e bambini viene offerto un dormitorio o casa famiglia in cui poter dormire per qualche giorno e che poi "si devono arrangiare".
Abbiamo chiesto al prefetto di eseguire verifiche veritiere e trasparenti e di non intervenire con sgomberi e allontanamenti senza conoscere le condizioni di ogni singola famiglia e che a ciascun nucleo venga garantito un percorso di inserimento abitativo.

 

Il tempo della Raggi, cambiano i burattini peggiora il copione

Data di trasmissione
Durata 1h 6m 22s

I presidi fascisti contro le (pochissime) assegnazioni di alloggi popolari a famiglie di origine rom nascondono la condizione della maggior parte delle persone rom, che continuano a vivere in campi abbandonati dall'amministrazione cittadina, in condizioni indecorose e privi di protezione sociale,

Dietro ai presunti progetti di "superamento" dei campi rom si celano, più semplicemente, dei progetti di speculazione edilizia? Che fine hanno fatto le tante persone sgomberate da questa amministrazione comunale che non hanno avuto alcun tipo di assistenza abitativa? Come mai chi rivendica precedenza sulle (pochissime) abitazioni assegnate a famiglie di origine rom una casa già ce l'ha? E per quale motivo nessuno se ne accorge?

Su queste ed altre questioni ci siamo interrogati, provando a tracciare un tentativo di analisi.

Sui fatti di Torre Maura

Data di trasmissione
Durata 29m 51s

Su tutti i media questa mattina la sollevazione di un centinaio scarso di persone ieri a Torre Maura, davanti a una struttura in via Codirossoni dove erano state trasferite 70 persone rom provenienti dal centro di accoglienza di via Toraldo a Torre Angela, a circa tre chilometri. A soffiare sul fuoco in strada camerati di Casapound. Nella notte Raggi cambia idea i dichiara che le persone che erano appena state trasferite in 7 giorni saranno sballottate altrove.

Dopo la lettura dei giornali ne parliamo con un compagno che ha telefonato e una redattrice.