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RU486

Aborto a domicilio in Emilia-Romagna

Data di trasmissione
Durata 33m 20s

Apprendiamo con gioia un nuovo passo avanti dell’Emilia-Romagna verso un maggiore accesso, non solo all’Interruzione Volontaria di Gravidanza ma anche alle possibilità di decidere liberamente come abortire.

Con una determina del 9 ottobre, infatti, la Regione si impegna da Gennaio 2025 a garantire l’assunzione della seconda pillola RU496 a domicilio, con la consulenza in telemedicina ed a estendere l’impiego dell’aborto farmacologico da 7 a 9 settimane in tutti i regimi (non solo ospedaliero, ma anche in consultorio e a domicilio), ovvero ad adottare finalmente, dopo 5 anni, le linee guide del Ministero della Salute pubblicate nel 2020.

Certo siamo content3, ma non ci accontentiamo!

Ne parliamo con una compagna del collettivo transfemminista Mujeres Libres di Bologna

RU486: nelle Marche la giunta di destra vieta l'aborto farmacologico

Data di trasmissione
Durata 20m 7s

La regione Marche segue le orme dell'Umbria: no alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori, non applicando le linee guida del Ministero della Salute. Ennesima occasione di attacco all’autodeterminazione e alla libertà di scelta delle donne. Ne parliamo con una compagna di Non Una di Meno Marche.

Sul mio corpo decido io! Parliamo seriamente di RU486 con Elisabetta Canitano

Data di trasmissione
Durata 30m 43s

Accelera l'odiosa campagna di Pro Vita & Famiglia contro l'aborto e la Ru486. Nei giorni scorsi in molte città italiane è apparso un loro manifesto che paragona la pillola RU486 ad un veleno e ad un crimine l’assunzione sui cui è scritto “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva, mette a rischio la salute” e rappresentata una donna apparentemente morta a terra, con una mela morsa vicino, presumibilmente un frutto avvelenato che avrebbe dovuto simboleggiare la pillola RU 486. Contro la disinformazione e chi vorrebbe negare l'autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne questa mattina con la ginecologa Elisabetta Canitano proviamo a dare contezza di cosa sia realmente la RU486, di come agisce, di come la sua assunzione sia regolata nel nostro paese.

Fuori l'obiezione di coscienza dai consultori!

Data di trasmissione
Durata 23m 44s
11 settembre h 16:00 presidio alla Regione Lazio, piazza Olderico da Pordenone
 
È ora di cambiare musica: fuori l'obiezione di coscienza dai consultori
Aborto farmacologico con la RU486

Autodeterminazione

Il Coordinamento delle Assemblee delle Donne e delle Soggettività LGTBQIPA+ dei Consultori del Lazio ha da anni intrapreso una lotta in difesa dei Consultori e, fin dalla scrittura del primo documento inviato in Regione nel luglio del 2018, ha chiesto il rispetto della legge che non riconosce la possibilità di obiezione nei consultori. Le nuove linee guida del governo, che allargano fino alla nona settimana la possibilità di assunzione della RU486 indicando che questa assunzione possa avvenire anche presso i consultori pubblici come sempre abbiamo richiesto, sono una grande vittoria, frutto delle mobilitazioni del movimento femminista e transfemminista. Si potrà finalmente, come già avviene in molti altri paesi, abortire senza ricovero e senza inutili interventi chirurgici!

Ma tutto questo non ci basta. Dalle parole bisogna passare ai fatti! L'obiezione di coscienza non può essere tollerata all'interno dei consultori

VOGLIAMO RISPOSTE CHIARE E IMPEGNI PRECISI:

il trasferimento in altre strutture di tutto il personale obiettore ad oggi presente nei consultori in conformità con la legge 194 e il Decreto 152/2014 della Regione Lazio

 l'applicazione immediata delle nuove Linee Guida sulla 194 emanate dal Ministro della Salute Speranza e che si individui nei consultori la sede privilegiata per l'aborto farmacologico (RU486)

la riapertura dei consultori chiusi e le assunzioni necessarie a garantire equipe al completo

programmi di educazione alla contraccezione, alla sessualità, all'affettività e alle differenze di genere nelle scuole e all'interno dei consultori

programmi partecipati e condivisi dalle donne e dalle libere soggettività, senza limiti di età per l'autodeterminazione sul proprio corpo, sul proprio genere e orientamento sessuale.

Coordinamento delle Assemblee delle Donne e delle Soggettività LGTBQIPA+ dei Consultori del Lazio

Fuori gli obiettori dal San Camillo!

Data di trasmissione

Lunedì 16 marzo alle ore 10, 30 presidio sotto la direzione del San Camillo per rispondere all'allarme lanciato dalle ginecoleghe circa il rischio della nomina a primario di maternità e ostetricia un obiettore.

La rete Iodecido lancia il presidio, ne parliamo con una compagna delle Cagne Sciolte.

 

 

È con rabbia e preoccupazione che rispondiamo all'allarme lanciato dalle ginecologhe che operano negli ospedali della provincia di Roma, circa il rischio che al reparto maternità e ostetricia dell'Ospedale San Camillo venga nominato un primario obiettore di coscienza. Siamo costrette a constatare che dichiararsi obiettore di coscienza è la condizione irrinunciabile per fare carriera negli ospedali pubblici.

Il San Camillo è il centro per l'interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) più importante del Lazio, tra le 4 strutture a Roma a somministrare la RU486 (insieme al Grassi, al Sant'Eugenio e al San Filippo Neri). A fronte di altri 4 reparti IVG chiusi di recente nel Lazio (Monterotondo, Sora, Frosinone e Gaeta) e del faticoso e ancora atteso riavvio del repartino del Policlinico Umberto I, il San Camillo rimane il cuore dell'applicazione della Legge 194 nella regione. La nomina di un obiettore confessionale ci dà la certezza che anche al San Camillo nel giro di poco tempo richiedere un aborto significherà andare incontro a mille ostacoli, dai tempi d'attesa agli obiettori di coscienza.

Vogliamo richiamare alle sue responsabilità il governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti: oggi garantire l'applicazione della legge 194 significa porre misure di tutela della salute e dell'autodeterminazione delle donne, come la garanzia di trovare medici non obiettori in ogni ospedale pubblico, facendo sì che questa scelta non sia più un limite alle possibilità di carriera di questi medici, evidentemente soggetti a discriminazione. Chiediamo a Zingaretti di indire un nuovo bando di concorso per il San Camillo in cui tali discriminazioni vengano efficacemente contrastate e i diritti delle donne e dei medici non obiettori rispettati.

Chiediamo infine al Governatore di mettere in atto quanto è in suo potere per garantire il Turn Over del personale medico e la massima qualità e assistenza negli ospedali pubblici così come nei consultori, sempre più poveri di personale qualificato e di risorse. È altrettanto necessario garantire le risorse necessarie e mettere tra le priorità nella riqualificazione la formazione e l'aggiornamento degli operatori sanitari in particolare per quanto riguarda l'IVG e la RU486, la prevenzione e la contraccezione.

Alla direzione sanitaria/generale del San Camillo chiediamo l'immediata attivazione di un reparto dedicato alla somministrazione della RU486. Inoltre ci batteremo affinchè il reparto IVG non venga scorporato dal reparto Maternità e trasferito in un'altra ala dell'ospedale. Questa scelta potrebbe rappresentare un rischio concreto per la vista stessa delle donne ricoverate, dilatando, in casi di emergenza, i tempi di trasferimento tra i diversi padiglioni.

Diamo appuntamento lunedi 16 marzo h10,30 sotto la direzione sanitaria del San Camillo durante i colloqui per la nomina del nuovo primario, affinchè tale nomina venga rinviata al momento in cui siano individuati candidato adeguati, che garantiscano i diritti delle donne e che rispondano pienamente alle mansioni richieste nella sanità pubblica.

Terni: uniamo l'utero al dilettevole - assemblea e manifestazione

Data di trasmissione
Durata 10m 40s

 

Anche in Umbria si gioca l’ennesima battaglia sui corpi delle donne con un’opposizione trasversale all’utilizzo della RU486 che è solo l’ultimo impedimento a vivere secondo le nostre scelte: l’ennesimo tentativo di governare le nostre vite restringendo le nostre possibilità, di renderci sempre più precarie attraverso il controllo dei nostri corpi e dei nostri comportamenti.

Non abbiamo intenzione di stare a guardare, non abbiamo intenzione di delegare a qualcun@ le scelte per il nostro presente e per il nostro futuro. Contro ogni tentativo di governare le nostre libertà con un imposizione violenta di identità e possibilità, contro ogni tentativo di governare questa crisi economica, energetica, politica globale restringendo le libertà di tutti e tutte, scendiamo in piazza sabato 16 aprile a Terni per costruire insieme un percorso di autodeterminazione e diritti! Uniamo l’utero al dilettevole!

 

 

Comunicato delle De’genere:

 

16/4/11: Assemblea cittadina e corteo per chiedere Day Hospital – RU486

Per la piena applicazione del diritto ad abortire tutelato dalla legge 194 del 1978 l’Assemblea Le De’Genere - Terni, in collaborazione con l’Assemblea Femminista Umbra (L’Albero di Antonia – Orvieto, Le Sommosse – Pg e Civiltà Laica) e con l’adesione di Terni Donne, organizza a Terni Sabato 16 Aprile 2011 alle ore 16.00 presso la Siviera in Via Carrara 2, un incontro informativo sulla pillola abortiva RU486, alternativa farmacologica all’aborto chirurgico, da ormai vent’anni diffusa in tutta Europa ed osteggiata nel nostro paese da interessi politico-elettoralistici, dalle forti pressioni delle gerarchie ecclesiastiche e dei cosiddetti movimenti per la “vita”.

Interverranno Giovanna Scassellati, ginecologa del S. Camillo e Graziella Bastelli Coordinatrice Sanitaria del Policlinico Umberto I di Roma.

Nell’l’incontro del 15 Marzo con la Presidente Marini (attuale delegata alla Salute e alle Politiche di parità di genere e antidiscriminazione) l’Assemblea Femminista Umbra ha posto alcune questioni politiche riguardanti le difficoltà, in Umbria, di arrivare ad una delibera regionale che si esprima chiaramente a favore del Day hospital e non del ricovero di tre giorni, per poter permettere realmente a tutte le donne di scegliere liberamente quale metodo utilizzare per l’interruzione volontaria della gravidanza, dato che la pillola abortiva è un valido aiuto per evitare alle donne inutili ricorsi ad anestesie ed interventi chirurgici invasivi. E’ stato chiesto, inoltre, se e come sarà “regolamentata” la presenza, negli ospedali pubblici, dei medici “obbiettori” e quali finanziamenti si prevedono per una corretta fruizione e informazione sulla RU486.

L’assemblea di Sabato 16 Aprile sarà un’opportunità di approfondimento ed informazione per tutte le donne della città. Seguirà alle 18.30 un corteo (per la libertà di scelta delle donne e dire sì al Day hospital per la RU486!) che terminerà in un presidio a Piazza della Repubblica con “microfono aperto” sull’argomento. Si invitano tutte le donne a partecipare all’iniziativa.