Gli studenti medi e gli studenti universitari tornano in piazza domani 3 novembre per ribadire il proprio diritto irrevocabile a manifestare, esprimersi e ribellarsi, contro la repressione e i piani di austerità approvati dai governi, contro la precarietà e gli innumerevoli tagli, contro i divieti imposti dal sindaco e i provvedimenti di Maroni.
Al termine della due giorni di assemblea nazionale, gli studenti di roma, torino e milano aprono i microfoni per ripercorrere le mobilitazioni dell'anno appena concluso e per lanciare le mobilitazioni del prossimo autunno.
Intere classi di studenti hanno rifiutato di sottoporsi ai test di valutazione programmati dal Ministero, in una protesta che ha già coinvolto i professori e che è appoggiata anche dalle famiglie. Contro gli studenti minacce e provvedimenti di sospensione.
Nella giornata in cui studenti e studentesse, precari e precarie, hanno attraversato lo sciopero generale proclamato dalla cgil, bloccando la città, un compagno del CUA, collettivo autonomo universitario, di Bologna - nel corso della puntata di oggi di Silenzio Assordante - ci racconta dell'accoglienza che hanno intenzione di riservare al Ministro leghista e razzista Maroni, che sta per arrivare in città per sostenere il candidato sindaco della Lega Nord.
Continua la lotta di studenti e lavoratori contro lo statuto Frati: oggi un'assemblee e l'occupazione dell'aula magna hanno sancito un ulteriore passaggio di mobilitazione.
Un ricercatore dell'università La Sapienza parla dell'assemblea congiunta tra studenti e lavoratori, (che si è svolta stamattina nella facoltà di geologia), descrivendone i punti in comune: no alla riforma Gelmini, no alla riforma Brunetta.
Ieri si è svolto il processo a carico di tre studenti coinvolti, insieme ad altri, nei fatti di piazza del 14 dicembre scorso. La sentenza ha messo a nudo l'artificiosità del dibattimento. Ascolta la corrispondenza con l'avvocato della difesa.
Come continua l'esperienza e la resistenza del laboratorio occupato all'interno dell'università Orientale di Napoli, dopo lo sgombero e la rioccupazione dei giorni scorsi? Un breve aggiornamento.
Aggiornamenti sulla situazione dei compagni napoletani a seguito degli sgomberi, qui sotto il comunicato lanciato stamattina.
Stamattina alle 6:30 la polizia e i carabinieri in assetto antisommossa hanno fatto irruzione nei due spazi occupati il 17 gennaio scorso a Largo Banchi Nuovi, lo ZERO81 ed il FANON. Gli accessi sono stati murati e blindati, i locali svuotati. Nel caso dello ZERO81, che occupava i vani della ex-mensa dell'Orientale, l'autorizzazione allo sgombero è partita dalla Rettrice Viganoni, che ha permesso l'entrata della polizia all'interno dell'Università! Un gesto sconsiderato, che non si vede da decenni, che militarizza le relazioni fra studenti e organi accademici, che crea un precedente pericolosissimo in un paese ed in una Università che amano definirsi “democratiche”.
Un atto gravissimo quanto vergognoso, visto che entrambi gli spazi erano abbandonati da anni, ed erano stati restituiti al quartiere ed ai giovani della nostra città attraverso iniziative sociali e culturali. In una Napoli piena di problemi, di corruzione, di immondizia e malaffare, con un tasso di disoccupazione altissimo e l'impossibilità per le persone di arrivare a fine mese, l'unica risposta che le istituzioni sanno dare è quella dello sgombero.
Lo spazio occupato Fanon nasce proprio con l'intento di contrastare il degrado, dare un luogo alla cittadinanza per parlare, incontrarsi, confrontarsi sui problemi dei nostri quartieri e sul futuro che ci viene quotidianamente sottratto. Non è bastato evidentemente rimettere a posto un edificio abbandonato dal terremoto del 1980, sul quale non c'era alcuna progettualità e in cui abbiamo trovato solo macerie e rifiuti, non sono bastate le serate di musica popolare, le proiezioni, i dibattiti organizzati da tanti ragazzi, le tante idee avanzate per riqualificare una piazza del centro storico: lo Stato conosce solo la repressione. E forse proprio di questo hanno paura: che ci sia un luogo dove il dissenso sociale e la democrazia dal basso possano crescere ed organizzarsi.
A Milano dalle 9 il presidio alla Statale è diventato un corteo in giro per il centro. Momenti di tensione quando la polizia ha tentato di sbarrare il percorso di un corteo che nessuno ha voluto chiedere ma pretendere e il corteo ha travolto i celerini. Alle 14.30 appuntamentio anche per gli studenti medi.