Il Parlamento italiano approva l'invio di armi in Ucraina. Sabato alle 13.30 corteo nazionale nowar a Roma, da Piazza Repubblica a San Giovanni in Laterano al grido di ‘Contro la guerra, cambia la vita. Dai una possibilita’ alla pace’. A lanciare l’appello la rete italiana Pace e Disarmo.
Ne parliamo con Alessandro Marescotti Presidente di Peacelink ed Angelo Baracca attivista pacifista ed ecologista, specializzato nelle tematiche legate al nucleare civile e militare
Martedì 1 marzo, mentre il Parlamento decide quasi all'unanimità di inviare armi in Ucraina, fuori dal palazzo la manifestazione contro la guerra, contro la logica del riarmo, di compagn* che vede un'ampia partecipazione studentesca.
Qual'è la situazione rispetto alla produzione e al consumo di energia nel mondo? Come entra in relazione con la guerra in Ucraina? Quali scenari possiamo intravedere all'orizzonte? Ne parliamo con Demostenes Floros, per il ciclo Libera Scienza in Libero Stato. Puntata tutta da ascoltare per sfatare miti e comprendere a fondo il perché degli aumenti sul costo dell'energia in Europa. In questi giorni di guerra il gas viene venduto regolarmente dalla Russia all'Europa, anzi nei primi quattro giorni di guerra è raddoppiata la sua fornitura. Del resto il gasdotto attraverso il quale vengono erogate le forniture per l'Europa passa in Ucraina. Gli acquisti di gas russo da parte dell'Asia e in particolare dalla Cina, sono imponenti e sono dati in aumento del 100% al 2050. Al contrario l'Europa ha un consumo stabile e non può in nessun modo sostituire il gas russo nel proprio approvvigionamento di energia. Non stiamo parlando dei prossimi mesi, ma dei prossimi anni e decenni.
L'Europa cresce nei consumi ma non nei consumi energetici. Come è possibile? Delocalizzando la produzione. In questo modo risulta inquinare molto meno di quanto effettivamente faccia. Il tema dei consumi è al centro del dibattito energetico e lo è anche e, anzi, soprattutto in tempo di guerra.
Prendiamo spunto dalla retorica bellicista apparsa sui maggiori quotidiani nazionali per aprire una riflessione sulla guerra in Ucraina, le sue cause e le conseguenze che avrà sulla vita di tutti e tutte noi, dall'aumento dei prezzi generalizzato dai combustibili alla farina, alla riapertura delle centrali a carbone, all'attacco finale allo stato sociale per finanziare ulteriormente la macchina bellica. Sul finale spendiamo qualche minuto per commentare sulle dichiarazioni di Putin che dà tutta la colpa dello sgretolamento dei rapporti fra Russia e Ucraina nientepopodimeno che a Lenin.
Putin annuncia il via alle operazioni militari e intima ai Paesi stranieri di evitare interferenze o ci saranno conseguenze mai viste. Esplosioni sono state avvertite a Kiev e in alre città. Commentiamo quanto sta avvenendo con Antonio Mazzeo all'interno di una prospettiva antimilitarista.
Sabato 26 febbraio 2022 in piazza in diverse città italiane contro l'escalation militare e la guerra in Ucraina.
I promotori dell’iniziativa sono, oltre a Peacelink, associazioni e singoli che nel corso dell'ultimo mese hanno aderito all’appello della “Campagna Ucraina”,www.peacelink.it/campagnaucraina.
Ne parliamo con Alessandro Marescotti presidente di Peacelink
Con Giovanni Savino, docente di storia contemporanea a Mosca, aggiornamento sulla situazione al confine tra Russia e Ucraina, dopo l'evacuazione della popolazione da parte del Donbass
Venti di guerra in Ucraina, dove sono arrivati i missili dalla Lituania, munizioni da Usa e Inghilterra; dove sono 130.000 i soldati russi schierati al confine, secondo le stime americane. Oggi 16 e domani 17 febbraio vertice Nato a Bruxelles dove si è già deciso per una quinta missione a probabile guida francese e del coinvolgimento italiano.
Approfondiamo la situazione di guerra non guerregiata fra Russia, Stati Uniti, Unione Europea e Ucraina con un compagno che ha avuto esperienza diretta della vita nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, provando a portare il punto di vista delle popolazioni schiacciate dal conflitto.
Dopo un'iniziale interferenza di hacker russi nelle nostre frequenze che siamo riusciti ad affrontare grazie ai potenti mezzi di Radio Onda Rossa (e a qualche problema con microfoni e mascherine), proviamo a riassumere rapidamente la storia recente della regione, approfondendo il ruolo dei droni turchi.
Ospitiamo poi una corrispondenza con Giovanni Savino un compagno analista e storico attualmente residente a Mosca per discutere della votazione alla Duma sullo status delle Repubbliche indipendentiste del Donbass e di come queste possano essere usate come moneta di scambio nelle trattative che seguiranno questo periodo di tensione.
In chiusura approfondiamo gli aspetti della vita quotidiana a Donetsk e Lugansk, gli aspetti economici della crisi, la dipendenza da Mosca delle popolazioni del Donbass, le nazionalizzazioni dei mezzi di produzione e i possibili scenari che porterebbe un'eventuale riconoscimento dell'indipendenza da Kiev da parte della Russia.