Riapriamo villa Tiburtina
con Giulia della campagna Riapriamo Villa Tiburtina invitiamo le radioascoltatrici e i radioascoltatori a partecipare all'assemblea di sabato 11 maggio alle ore 17 al parco Cicogna(Via Furio Cicogna angolo via Giovanni Palombini)
A più di un mese dall'ipotetica data di inizio lavori a Villa
Tiburtina, la situazione è in completo stallo. Il nuovo commissario
della ASL Roma 2 ha promesso un incontro di cui siamo ancora in attesa,
IV Municipio e Regione tacciono, la struttura è completamente
abbandonata a sè stessa e le notizie che leggiamo sui giornali sono
tutt'altro che incoraggianti.
Da ormai 3 anni gli abitanti chiedono con forza di riaprire l'unica
struttura sanitaria pubblica presente a Rebibbia-Ponte Mammolo.
Nonostante tanti sforzi e l'ormai programmata riapertura, in quartiere
c'è preoccupazione rispetto alla trasparenza e alla partecipazione,
previste teoricamente in ogni documento della missione 6c1 del PNRR, che
nella pratica sono completamente assenti. Le fasi di progettazione e
(ipotetica) ristrutturazione di Villa Tiburtina si stanno realizzando in
modo fumoso e poco chiaro, le indicazioni delle istituzioni competenti
sono totalmente inadeguate.
Eppure, da questo territorio sono arrivate tante proposte alla ASL, al
IV Municipio, all'Università La Sapienza, alla Regione Lazio per creare
un vero modello di gestione partecipata della panificazione
socio-sanitaria. Lo Sportello Sanitario Mammut, anche in collaborazione
con alcuni dipartimenti della ASL, ha cercato di tracciare una strada
per legare comitati territoriali, case di comunità, istituzioni locali
e Servizio Sanitario Nazionale. Attraverso uno stretto legame con le
comunità locali e una completa trasparenza e condivisione delle
attività di pianificazione, l'obiettivo è costruire una vera medicina
di prossimità che sia a misura del territorio in cui insiste. È
semplice: si tratta di applicare quello che tante leggi e provvedimenti
dicono da tempo, in ultimo la missione 6c1 del PNRR. La sanità territoriale passa necessariamente per interlocuzioni continue con i
quartieri e tutti gli attori coinvolti. Non basta sbandierarlo sulla
carta, non basta decantarlo sui giornali tanto a destra quanto a sinistra.
Purtroppo, allo stato attuale, l'atteggiamento sembra più oppositivo
che collaborativo. Un muro di gomma respinge sistematicamente, e a
diversi livelli di amministrazione, tutte le istanze che la campagna
Riapriamo Villa Tiburtina sta sollevando e portando all'attenzione.
Anzi, la direzione in cui si sta procedendo è completamente diversa,
tutta rivolta alla privatizzazione totale dei servizi socio-sanitari.
Negli ultimi giorni il Ministro della Salute Schillaci e il presidente
della Regione Lazio Rocca hanno proposto ancora un volta di coinvolgere
i privati e l'intramoenia per snellire le liste d'attesa. Il recente,
ultimo decreto PNRR ha sottratto fondi alla sanità territoriale, e le
case di comunità continuano ad essere cattedrali nel deserto che con
buona probabilità finiranno per essere cliniche convenzionate.
Non c'è più tempo. Villa Tiburtina, e più in generale il nostro
territorio, sono un esempio emblematico di come le cose stanno andando,
e di come potrebbero andare, nel resto della città e del Paese. Per
fortuna, nei quartieri romani e non solo si stanno diffondendo sportelli
sanitari, ambulatori e coordinamenti che propongono un altro modello di
sanità, di salute e di cura. A partire da Villa Tiburtina, proviamo a
costruire dei terreni comuni di vertenza per una sanità pubblica,
universale, umanizzata e di prossimità.
NON C'È SALUTE SE NON È DI TUTT@
Riapriamo Villa Tiburtina - Comitato di Quartiere Mammut