Analisi di Murat Cinar sulle elezioni in Turchia del 31/03/2024
Corrispondenza con Murat Cinar per analisi le elezioni Turchia del 31/03/2024
Corrispondenza con Murat Cinar per analisi le elezioni Turchia del 31/03/2024
Con il direttore dell'ufficio d'informazione del Kurdistan in Italia parliamo degli attacchi perpetrati dal governo turco contro i civili nella regione del nord-est della Siria, in palese violazione della legge internazionale, nel silenzio dell’opinione pubblica mondiale.
Link all'appello:
https://retejin.com/2024/01/15/appello-urgente-ai-media-affinche-informino-sui-continui-attacchi-della-turchia-in-violazione-della-legge-internazionale/
Primi commenti con il giornalista Murat Cynar e con il media center allestito al centro culturale curdo Ararat a Roma sulle elezioni presidenziali in Turchia.
Ieri Emanuela Irace, giornalista free lance, analista politica, in Turchia per partecipare a una delegazzione di osservatori elettorali è stata espulsa dal paese, prima ancora che potesse svolgere la sua funzione.
Dopo essere stata incarcerata è stata "deportata" in Italia, come lei stessa ci racconta in questa intervista.
Dopo l’attentato di Istanbul, che ha causato 6 morti numerosi feriti e caos e paura diffusi, il governo centrale ha avviato una campagna politica trovando l’origine dell’attentato in Rojava , accusando quindi il pkk, le ypj, le ypg. Le prime dichiarazioni governative erano pura vendetta, come si riscontra nelle dichiarazioni del ministro dell’interno. Le fonti locali in Rojava parlano di ingenti bombardamenti , civili uccisi , droni militari. Ankara invece parla di un’operazione legittima che sta puntualmente evitando i civili. Washington da tempo riteneva probabile un attacco turco di questa portata. L’attenzione va mantenuta alta sia perché è chiaramente un’azione militare legata alla politica interna della Repubblica turca e sia perché stanno uscendo le prime dichiarazioni degli arrestati dopo l’attentato, che senza sorprese sono strane e contraddittorie.
Ne parliamo con Murat Cinar, giornalista esperto di Turchia e Kurdistan.
Con Murat Cinar, redattore di Pressenza, commentiamo quella che è stata l'ennesima vittoria politica di Erdogan supportato dal sedicente occidente: Svezia e Finlandia condannano il PKK, si dispongono a concedere estradizioni, viene inoltre lasciato mano libera alla Turchia in Siria.
Si parla poi del tentativo di portare nelle strade di Istanbul, vietato dal 2015
Con il giornalista Murat commentiamo la nuova politica del Governo Draghi di stringere la mano ad Erdogan
Oggi, giovedì 25 marzo alle 16,00 a Piazza Indipendenza
sit-in a Piazza Indipendenza: Solidali con tutte le donne che vivono in Turchia!
Solidali con tutte le donne che vivono in Turchia che vedono in pericolo le loro vite dopo che il regime di Erdogan ha stabilito il ritiro della firma dalla Convenzione di Istanbul sul contrasto alla violenza di genere. Diamo appuntamento a tuttə alle 16,00 a Piazza Indipendenza. Portate il pañuelo e ricordate di di indossare la mascherina e rispettare le distanze di sicurezza.
Erdogan, l'assassino sei tu!
Ne parliamo al telefono con una compagna.
Insieme a Murat Cinar, giornalista in bilico tra Italia e Turchia (come si autodefinisce), facciamo un aggiornamento sulla Turchia, dove in questi giorni le autorità turche hanno emesso mandati d’arresto per 82 curdi, tra cui un sindaco. Nel frattempo erdogan sostiene apertamente l'Azerbaijan nell'offensiva in Nagorno Karabach sia con milizia sia con le armi turche. Infine parliamo di Covid in Turchia.
Ebru Timtik è morta in difesa della giustizia, del diritto alla difesa e della dignità della professione forense, dopo 238 giorni di sciopero della fame mentre era detenuta.
L’Avv. Aytac Unsal, come lei detenuto e condannato in appello in un processo svolto in violazione di ogni regola, dopo 213 giorni di sciopero della fame, dopo la morte di Ebru e dopo la mobilitazione internazionale dell’Avvocatura e dell’opinione pubblica, il 3 settembre è tornato in libertà, per decisione della Corte Suprema, che ha deciso la sua temporanea scarcerazione (e il divieto di lasciare il Paese) in attesa che le sue condizioni di salute migliorino, sulla base della perizia medico legale che già a fine luglio aveva definito le sue condizioni (come quelle di Ebru) incompatibili con la detenzione. Peraltro, la Corte Suprema non ha ancora sciolto la riserva nel merito per questo processo per il quale altri colleghi ad oggi continuano ad essere detenuti in carcere.
È davvero intollerabile, un affronto ai principi stessi dello stato di diritto, che molte avvocate ed avvocati siano ancora in carcere in Turchia, con accuse che si fondano sull’esercizio del diritto/dovere di difesa.
E', a maggior ragione, ancor più intollerabile che a detenuti in gravi condizioni fisiche perchè debilitati dallo sciopero della fame, come Aytac, e prima di lui Ebru Timtik, di 42 anni, İbrahim Gökçek, di 40 anni, Helin Bölek e Mustafa Koçak, di 28,per citare solo i morti del 2020, sia impedito l'accesso a cure mediche di fiducia e l'applicazione delle misure cautelari in una forma tale da garantire il loro diritto alla salute, al punto tale da determinarne la morte.
Il governo italiano, l’Unione europea ed il Consiglio d'Europa levino finalmente la voce per denunciare la responsabilità di Stato per queste morti, ed intraprendano ogni azione necessaria per garantire il diritto alla vita ed al giusto processo per Aytac e per tutti gli avvocati ed avvocate ancora ingiustamente detenute.
Venerdì 11 settembre alle ore 14.30 tutti-tutte a Roma, Piazza Montecitorio, gli avvocati e le avvocate in toga, per ricordare Ebru e chiedere la liberazione di Aytac Unsal e di tutti i difensori, magistrati, parlamentari, giornalisti, accademici e docenti, detenuti ingiustamente nelle carceri turche.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare agli eventi che verranno organizzati dalle associazioni e dagli Ordini Forensi mobilitati anche a livello europeo e proponiamo per lunedì 28 settembre, in occasione del trigesimo dell’assassinio di Ebru, una giornata di mobilitazione in tutte le sedi giudiziarie
Promuovono la manifestazione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI insieme a : Unione Camere Penali Italiane-Osservatorio Avvocati Minacciati, Legal Team Italia, Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione (ASGI), MGA sindacato nazionale forense, Magistratura Democratica, Movimento Forense