I movimenti per la salute, contro gli inceneritori e l'attuale gestione dei rifiuti e del diritto all'abitare contestano l'apertura della campagna elettorale di D'Amato alla Regione Lazio.
Solo alcuni dati esemplificativi della sua gestione della sanità:
- Il Lazio nell’ultimo decennio ha perso 1/3 dei posti letto nelle strutture ospedaliere, nonostante un forte incremento della popolazione anziana, delle malattie croniche e la pandemia da Covid 19.
- Il Lazio è la seconda Regione per peso del settore della Sanità privata dopo la Lombardia.
- Il Lazio è l’unica Regione, per quanto riguarda i ricoveri, in cui il peso del privato accreditato è equivalente a quello pubblico - secondo il rapporto Oasi 2019 -; che per i casi più gravi, a livello nazionale è principalmente presidiata dal pubblico (76%), mentre nella nostra Regione ben il 49% è gestito da privati accreditati.
- Nel Lazio ai privati sono state devolute le attività sanitarie più remunerative per i casi meno gravi, per cui i cosiddetti ricoveri post-acuti che rappresentano il 92% dei posti letto presso strutture private accreditate.
- Nel Lazio la sanità nel territorio è gestita soprattutto dai privati che, sempre secondo Oasi 2019, speculano profitti sempre più ampi, a fronte di una offerta pubblica sempre meno sviluppata. Nel giro di 20 anni il loro peso complessivo è infatti aumentato dal 39% al 58%.
- Nel Lazio in molti territori c’è il monopolio degli “enti privati accreditati” per chi deve fare fisioterapia o affrontare una degenza.
Di fatto, con la complicità dell’Assessore D’Amato il mercato della “salute a pagamento”, è stato consolidato come area sempre più strategica per i “grandi player capitalisti accreditati”, che hanno mostrato “ottime performance reddituali” con significativi incrementi medi annui dei ricavi nell’ultimo periodo, come per esempio: +128 milioni € per il gruppo Synlab, +143 milioni € per Villa Maria, + 245 milioni € per il gruppo Humanitas, ecc…