L'Aquila: 26 febbraio per Anan
Dopo un anno di detenzione si arriva finalmente a processo per il detenuto politico palestinese Anan. Il 26 infatti ci sarà la prima udienza.
Dopo un anno di detenzione si arriva finalmente a processo per il detenuto politico palestinese Anan. Il 26 infatti ci sarà la prima udienza.
Una compagna appena tornata dalla Giordania, ci aggiorna sulle manifestazioni che ci sono state e che continuano contro la proposta di Trump di spostare i palestinesi di Gaza in Giordania ed in Egitto, manifestazioni a cui aderisce non solo la popolazione palestinese ma anche quella giordana.
In una corrispondenza con un compagno dell'UDAP, presentiamo il presidio che si terrà Venerdì 21 febbraio 2025 presso l'Ambasciata statunitense a Roma, alle ore 17.00, al fine di condannare l'incondizionato appoggio degli USA ad Israele e di mantenere alta l'attenzione e la mobilitazione in solidarietà con la resistenza della popolazione palestinese conto le vergognose politiche predatorie statunitensi.
In corrispondenza con una compagna del Coordinamento di solidarietà per la Palestina, presentiamo l'incontro che si terrà Mercoledì 26 febbraio, alle ore 17.00 all'Università La Sapienza - Aula 6 di Lettere, con Samah Jabr, psichiatra, psicoterapeuta, scrittrice ed ex Direttrice del Unità di Salute mentale del Ministero della Sanità palestinese, che presenterà il suo ultimo libro "Il tempo del genocidio" e racconterà la vita quotidiana nella Palestina occupata e il trauma collettivo della popolazione palestinese, che resiste al colonialismo sionista brutale e devastante,
Il 28 febbraio, invece, Samah Jabr incontrerà il Collettivo antipsichiatrico Senzanumero e Nontantoprecisi, al Centro culturale Posto Zero, in via di Castel Guidone, 4, alle ore 17.30
Abbiamo incontrato l'architetto palestinese Antoine Raffoul per farci raccontare della sua storia, della sua famiglia espulsa nel 1948 dalla Palestina, quando Antoine aveva 7 anni e dove non è mai più potuto tornare. Una storia che lo porta tuttavia da sempre a lottare per la conservazione architettonica della sua terra attraverso l'emblema della città di Lifta, piccolo villaggio di 4000 anni fa vicino a Gerusalemme. Oppure attraverso un concorso che aveva indetto insieme al professore Salman Abu Sitta per ridare a Gaza un'architettura degna della sua storia. Una delle vincitrici del concorso è però stata uccisa dai bombardamenti sionisti ad ottobre del 2023, ed è a lei che dedichiamo questo podcast, Mana Jamal Hamdan Mansour.
Per maggiori info: https://www.1948.org.uk
Medi Weaves, la Rete Mediterranea delle Librerie Indipendenti, condanna fermamente le incursioni di ieri della polizia israeliana nella Libreria Educativa di Gerusalemme Est e l'arresto del suo proprietario Mahmoud Muna e di suo nipote Ahmad Muna e ne chiede il rilascio immediato.
"E' un chiaro atto fascista fare irruzione in una libreria, confiscare libri e arrestare i proprietari sulla base del fatto che il governo israeliano non è d'accordo con il contenuto dei suoi libri", ha detto Marilia Di Giovanni, presidente fondatrice di Mediweaves e proprietaria della libreria Casa del Libro Rosario Mascali a Siracusa, in Italia. "E' un segno pericoloso del terrore fascista. Se i libri diventano pericolosi, non è più una democrazia."
La libreria The Educational Bookshop di Gerusalemme Est è un membro attivo di Mediweaves, che esprime piena solidarietà a Mahmoud e Ahmed Muna, che hanno entrambi trascorso la notte in una prigione di polizia e sono comparsi in tribunale oggi 10 febbraio.
Mediweaves invita tutti i governi a contattare il governo israeliano per protestare con forza contro questa oltraggiosa azione della polizia, liberare Mahmoud e Ahmed Muna, restituire i libri confiscati e risarcire la famosa Libreria The educational bookshop di Gerusalemme Est per eventuali danni. Secondo il quotidiano Haaretz, la polizia di Gerusalemme è entrata nei due negozi della Libreria The educational bookshop e The American Colony bookshop a Gerusalemme Est con un mandato di perquisizione concesso dal tribunale e ha confiscato molti libri.
Il rapporto afferma che i proprietari sono formalmente sospettati di turbamento dell'ordine pubblico e non di istigazione, poichè quest'ultimo richiede l'approvazione della procura. Haaretz cita il fratello di uno dei proprietari che sostiene che gli agenti hanno utilizzato Google Translate per determinare quali libri (la maggior parte dei quali sono in arabo) confiscare. "Hanno preso qualsiasi libro che non gli piaceva", dice, secondo quanto riferito. Hanno anche visto un giornale Haaretz con immagini di ostaggi, hanno chiesto cosa fosse e hanno detto che era incitamento.
Hanno preso qualsiasi libro con una bandiera palestinese. Orly Noy, presidente di B'Tselem Centro d'informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati, ha postato sulla sua pagina Facebook: "questo negozio speciale, che è un luogo di pellegrinaggio per chiunque sia interessato alla cultura della regione in generale, e a quella palestinese in particolare. [...] Questa è una mossa barbara compiuta da persone barbare che servono un regime barbaro. [...]
Tra i nomi dei libri molto pericolosi che sono stati banditi, ho visto anche il nome Love Wins di Afzal Huda. Decine di giornalisti e diplomatici stranieri provenienti da diversi paesi - tra cui Gran Bretagna, Paesi Bassi, Francia, Svizzera e Brasile - sono venuti questa mattina alla corte di Gerusalemme per esprimere la loro solidarietà ai membri della famiglia Mona.
Allo stesso tempo decine di persone stanno protestando davanti al tribunale, tra cui il membro della Knesset Ayman Odeh (Hadash-Ta'al). L'ambasciatore tedesco in Israele, Stefan Seibert, ha scritto sulla rete X di conoscere la famiglia Mona come "un'orgogliosa famiglia gerosolimitana-palestinese che persegue la pace" e ha espresso preoccupazione per l'arresto di Mahmoud e Ahmed.
Rimandiamo una parte della registrazione di una iniziativa che c'è stata sabato scorso 1 febbraio organizzata dal comitato Trullo per la Palestina. In particolare l'intervento di apertura di Vera Pegna.
per contattare ill comitato trullo per la palestina
coordinamento _palestina@proton.me
Dall'USA all'Argentina alla Libia con la complicità del nostro governo fascista nel genocidio palestinese, nell'annientamento di ogni opposizione, ribellione. Riprendiamoci la voglia di lottare e di trasformazione anche utilizzando la fantasia e la creatività come nelle favole di Bettelheim.
Con Michele Giorgio, corrispondente de Il manifesto, facciamo il punto a partire dalle dichiarazioni di Trump nella conferenza stampa dopo l'incontro con Bibi Netanyhau.
Giorgio informa poi sulla drammatica situazione a Jenin che subisce attacchi continui da quindici giorni, su Gerusalemme dopo a inizio settimana coloni, destra israeliana hanno attaccato la sede di Unrwa, l'agenzia Onu per i profughi palestinesi, a cui già è stato impedito per legge di agire.
Infine chiediamo a Michele Giorgio su Ahlam al-Tamimi su cui, dopo anni di richieste di estradizione da parte degli Usa, l’organo di informazione qatariota Al-Araby al-Jadeed, ha diffuso la notizia che le autorità di intelligence giordane sarebbe stata estradata a meno che non si trovasse un Paese terzo disposto ad accoglierla.
Tamimi, cittadina giordana, era stata condannata in Israele nel 2003 a 16 ergastoli per l’attacco a una pizzeria dove avevano perso la vita anche persone statunitensi, però rilasciata nell’ambito dell’accordo di scambio per il rilascio del soldato Gilad Shalit nel 2011 e da allora in Giordania.
Giovani Palestinesi Firenze e Studentx per la Palestina Firenze nei giorni scorsi hanno denunciato tramite la pubblicazione di un appello un workshop organizzato nella città toscana con l'università di tel Aviv che portava il logo di Unifi. Chiarito che non si tratta di un'iniziativa istituzionale rimane il problema del workshop ma anche delle collaborazioni tra Università di Firenze e Università di Tel Aviv. Davanti al palazzo dove si terrà il workshop nei giorni 3 e 4 febbraio si svolgerà un presidio di protest
Ne parliamo con una compagna di Giovani palestinesi Firenze