Nessuna base per nessuna guerra dal 2 al 4 giugno 2023
La forte risposta che nel nostro territorio si è costruita ha permesso di rallentare il progetto: ad oggi, nonostante un DPCM mai ritirato che decreta la costruzione della base a Coltano, non una pietra è stata posata.
Si è parlato di spacchettamenti e ricollocazione della base, ma l'interesse è sempre quello di costruire un enorme hub logistico per la guerra che vedrebbe questa infrastruttura inserirsi strategicamente tra Camp Darby, l'aeroporto militare di Pisa e il porto di Livorno.
In quest'anno l'avvitamento della guerra è aumentato coinvolgendo sempre più luoghi: in Ucraina, in Medio Oriente, in Africa, nel Mediterraneo e in tanti altri luoghi in cui la guerra è più o meno esplicita. Oggi nel mondo sono in corso decine di conflitti armati: guerre in cui le grandi potenze economiche si scontrano "per procura" e conflitti "a bassa intensità".
Questo avvitamento lo vediamo in diversi luoghi: Afghanistan, Yemen, Siria, Palestina, Iraq, Sahel, Congo, Nigeria, ma anche Etiopia, Myanmar, Colombia, Messico e molti altri.
Anche sul territorio europeo l'escalation continua: in Ucraina e nelle diverse zone di "confine" aumentano gli investimenti in munizioni, i sistemi di controllo e confino dei flussi migratori, l'uso di droni e lo sviluppo di tecnologie militari.
Il controllo e l’investimento sulle fonti energetiche rappresenta uno dei modi attraverso cui si ridisegnano le sfere di influenza mondiali, di cui le guerre sono naturale conseguenza. Nello scenario bellico globale, la corsa forsennata a nuove fonti fossili accelera la crisi climatica e approfondisce le disuguaglianze sociali, anche se mascherata dalla narrazione delle transizione ecologica, che si sta oggi consumando sulla pelle dellə lavoratorə e sui territori.
Tutti questi effetti ricadono con particolare violenza sui corpi delle donne e delle soggettività non conformi, sulle persone sfruttate, povere e precarie, sulle persone piccole e la natura.
In quest'ultimo anno tante sono state le manifestazioni contro la guerra e l’invio di armi: cortei, conferenze, fiaccolate, blocchi delle navi e aerei che trasportavano armi.
Tutte queste lotte possono fermare un pezzetto di escalation, ma da solə nessunə riuscirà a vincere e rompere il muro di propaganda e manipolazione che i governi e i media stanno costruendo. Il nazionalismo, militarismo e sessismo pervadono sempre più in profondità la cultura, l’economia ed ogni ambito sociale.