Oggi 2 giugno manifestazione nazionale a Coltano (Pisa) contro il progetto di costruire una nuova base militare per affermare il rifiuto della guerra, delle spese militari, della militarizzazione dei territori.
Ne parliamo con un campagno e una compagna del Movimento No Base
Il Movimento No Base - Né a Coltano né altrove oggi si mobilita in contemporanea a Coltano e a Roma con una conferenza stampa al Ministero della Difesa per denunciare l'imbroglio alle abitanti e agli abitanti del territorio di Coltano rispetto a come si sta prendendo una decisione sulle loro teste. Che vede di nuovo stanziati milioni per la costruzione di una mega base militare, a fronte di una necessità di investimenti su questioni sociali come la sanità, la casa, la scuola.
In contemporanea un presidio di più di cento persone si è riunito all'Ex centro radar a Coltano. Il 2 giugno ci sarà una manifestazione nazionale a Coltano contro la costruzione della base.
La Sardegna è da moltissimi anni territorio di scontro, conflitto con l'occupazione militare che invade la terra sarda. In questo podcast sentiamo le voci di chi, ultimamente, si oppone alla presenza militare. Ripercorrendo alcuni passaggi dell'Operazione Lince arriviamo al 19 dicembre del 2021 che è stata una data di lotta, in cui si è tornati a tagliare le reti militari ed entrare in massa nel poligono di Capo Frasca. Caratteristica del corteo è che la pratica è stata condivisa da tutti e tutte coloro che hanno partecipato. In questi 30 minuti circa ascoltiamo il racconto di chi quel giorno ha sentito l'aria cambiare, un respiro di lotta che non si viveva da tempo, un respiro di quell'aria acre che solo i gas lacrimogeni sanno restituire.
In questo momento storico le basi militari svolgono un ruolo non indifferente per la guerra in Ucraina.
I compagni e le compagne in Sardegna continuano la lotta contro le basi e rilanciamo i prossimi appuntamenti:
- mercoledì 30 marzo ci sarà il terzo presidio all'aeroporto militare di Decimomannu. Appuntamento alle 15:00 in piazza Trento per andare tutte e tutti insieme, o direttamente alle 16:00 davanti ai cancelli dell'aeroporto.
- giovedì 31 marzo presidio al tribunale di Cagliari in sostegno agli imputati e imputate nell'operazione Lince. Sarà presente una colazione benefit per l'iniziativa contro la guerra del 22 maggio.
- sabato 9 aprile manifestazione contro la guerra che si terrà a Decimomannu organizzata da A Foras
- sabato 16 aprile, passeggiata attorno alla polveriera di Serrenti alle ore 11. A breve i dettagli.
- 22 maggio corteo alle basi.
- 2 Giugno manifestazione.
Microfoni aperti per discutere del clima belligerante ce impera sui mezzi di informazione mainstream e nelle piazze del Pd e per analizzare più approfonditamente le motivazioni scatenanti del conflitto in Ucraina. Tante le telefonate anche sul ruolo dei compagni e delle compagne in questo momento in cui bisognerebbe scendere in una grande piazza contro tutti gli eserciti e le armi.
Quella dei droni è una guerra tra le più sporche. Più di trentamila velivoli senza equipaggio sparsi per il mondo e pronti a colpire. I numeri del macrocosmo dei droni militari sono impetuosi. E cresceranno ancora. Si stima che il mercato (civile e militare) spinto dagli USA varrà 21 miliardi entro il 2025. Anche l’Unione Europea ha finanziato la ricerca in questo settore già dal 2001 – nell’ambito di programmi come FP7, Horizon 2020. In particolare, sono stati concessi finanziamenti per350 milioni €, mentre dal dicembre 2016 per la prima volta l’UE ha stabilito un Piano d’azione europeo in materia di difesasovvenzionando con 3,5 miliardi di europer il periodo 2021-2027 un programma europeo di ricerca in ambito militare generico, all’interno del quale potranno rientrare anche i droni. Ne parliamo con Antonio Mazzeo con cui approfondiamo anche la cooperazione aerospaziale tra Italia e Israele per la produzione e analisi di immagini della superficie terrestre ottenute dallo spazio e nella fornitura a governi, forze armate, di sicurezza e intelligence di soluzioni e servizi geospaziali basati sulla costellazione di satelliti ad altissima risoluzione EROS.
Oggi il Parlamento voterà la delibera del Governo relativa al rifinanziamento delle missioni militari all'estero, compresa quella che riguarda la Libia. Sono 2 le nuove missioni per le quali si chiede l’autorizzazione al Parlamento; in questo modo, il computo totale salirà quindi da 38 a 40. Sommando quanto previsto per le vecchie e per le nuove 40 missioni totali risulta un impiego complessivo di quasi 10K militari. In termini di ripartizione geografica, l’Africa conserva una sorta di primato con 19 missioni di varia natura, segue l’Europa (intesa non solo come “Vecchio Continente” ma anche come Mediterraneo/fianco Sud della NATO) con 11 e, infine, l’Asia con 10. Dunque il rifinanziamento alla Libia è solo il pezzo di un quadro più ampio. Queste missioni sono principalmente finalizzate a mantenere il controllo delle aree per l’estrazione e il passaggio di risorse strategiche, nonché delle zone chiave dei movimenti migratori. Le truppe di occupazione in Libia così come le navi nel golfo di Guinea difendono i siti estrattivi e le infrastrutture dell’ENI. Nel Sahel lo stato italiano manda carri armati, elicotteri e soldati con l’operazione Takuba, mentre in Niger sta entrando in funzione una base militare italiana. Ne parliamo con Oiza Queens Day Obasuyi, esperta di diritti umani, migrazioni e relazioni internazionali.
In foto: Prigionieri ribelli – I prigionieri, in seguito tutti fucilati, sono abitanti di un villaggio nei pressi di Niksic; alcuni sono islamici, tra loro anche due donne che indossano il velo. Il soldato è un fante della divisone “Ferrara”. Le quattro fotografie sono scattate a Niksic, in Montenegro, tra il maggio e l'ottobre 1942. Il fotografo era un giovane militare di leva, alpino dell'XI battaglione genio per la divisione “Alpi Graie”.
Trasmissione su immigrazione e disagio psichico nell'ondata migratoria del secondo dopoguerra dall'Italia verso l'Europa, con l'intervento di Giorgio Antonucci)
Nella foto: Ribelli condannati – Un uomo e una donna. Le quattro fotografie sono scattate a Niksic, in Montenegro, tra il maggio e l'ottobre 1942. Il fotografo era un giovane militare di leva, alpino dell'XI battaglione genio per la divisione “Alpi Graie”.
Nella foto una giovane ragazza Montenegrina, fotografata prima della cattura, era sospettata di essere una collaboratrice dei partigiani. Fu uccisa schiacciandole la testa con una pietra: c'era l'ordine di non sprecare pallottole nelle esecuzioni dei “ribelli”.