Terni: dialoghi antimilitaristi a due passi dalla fabbrica d'armi
Trasmettiamo dalla redazione di Terni sull'antimilitarismo.
Trasmettiamo dalla redazione di Terni sull'antimilitarismo.
Lavoro vuol dire anche guerra, sciopero vuol dire anche antimilitarismo. Contributi audio sulla vertenza Maxidì di Belfiore, sul contrasto alle armi nel porto di Genova e sulla mobilitazione contro la Fiocchi Munizioni di Lecco.
Una compagna ci racconta la manifestazione a Verona contro la fiera delle armi
1) un compagno del Noinceneritore di Albano parla dell'iniziativa di domenica 14 maggio ad Alba2 (parco di Aguzzano) per illustrare la manifestazione che si terrà sabato 26 davanti all'Acea a Roma
2) due componenti della rete Disability Pride illustrano le finalità delle associazioni che si riconoscono in questa rete, e lanciano una serie di manifestazioni da qui all'autunno per sensibilizzare sui problemi e pretendere l'impegno delle istituzioni. La prossima sarà a Roma il 27 maggio al parco Schuister da mezzogiorno.
3) da studio:
- armi invece di sanità, "c'è lo chiede l"Europa";
- cancro al seno: negli USA si discute se abbassare a quaranta anni l'età dello screening;
- troppi antibiotici fanno male.
Corrispondenza telefonica con Gregorio Piccin per parlare della corsa agli armamenti globali.
Secondo il Sipri il 78 % della produzione mondiale di armi, è controllata dal blocco euro-atlantico e dai suoi alleati.
Un giro d'affari che nel 2021 valeva 592 miliardi, destinato a crescere parecchio con la guerra in Ucraina.
Terminiamo il collegamento con il lancio della manifestazione nazionale del 25 febbraio a Genova, contro la guerra e l'invio di armi.
C'è un aggressore e un aggredito: no armi ad Israele. Con questo slogan circa 50 compagne e compagni hanno partecipato al presidio davanti alla Leonardo SPA contro l'invio di armi ad Israele, nel 72esimo anno di occupazione sionista.
Al telefono con Antonio Mazzeo parliamo della decisione dell'Italia di inviare armi all'Ucraina e dell'aumento delle spese militari; delle prossime mobilitazioni contro la guerra; del militarismo che entra nella scuola.
Dopo l'omicidio di Youns El Boussettaou, ucciso martedì scorso dall'assessore leghista alla sicurezza della città Massimo Adriatici, Voghera scende in piazza sabato pomeriggio. Una manifestazione organizzata dalle forze antifasciste e antirazziste della città si unirà a una mobilitazione spontanea convocata dalla famiglia delle vittime. Dell'aria che si respira, e delle premesse all'omicidio di martedì, ci parla un compagno di Voghera.
Quella di Ardea di domenica scorsa, dove hanno trovato la morte quattro persone fra cui due bambini, è solo l'ultima delle tanti stragi causate da armi da fuoco in Italia. Nel nostro paese del resto circola un numero incredibile di armi cosiddette leggere, fra gli otto e i dieci milioni, e le modalità di acquisto e detenzione di un'arma, anche i famigerati fucili semiautomatici che tante stragi hanno provocato negli USA, sono estremamente facili e alla portata di quasi tutti. Cosa si può fare per invertire questa situazione prima che anche da queste parti siamo costretti a piangere una Columbine nostrana? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Beretta, dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia
E' ancora una volta l’analisi della logistica e del flusso delle merci a rendere trasparente le catene logistiche della guerra e dell'oppressione. Come era già successo nei mesi scorsi grazie ai portuali di Genova con le navi saudite cariche di armi per la guerra in Yemen, la mobilitazione dei portuali ddi Genova, Livorno, Napoli, Ravenna ha bloccato carichi di armi diretti verso i porti israeliani. Ne parliamo con un compagno portuale di Genova.