Sabato 20 aprile h 10 Assemblea a L 38 Squat Via Gigliotti, 8
per un confronto sulle pratiche e la costruzione di percorsi collettivi di solidarietà e lotta contro violenza e morte alle frontiere, razzismo quotidiano e segregazione.
Nel corso della diretta, abbiamo discusso di come il reato di favoreggiamento dell'immigrazione "irregolare" è utilizzato per criminalizzare l’esercizio della libertà di movimento e le forme di solidarietà tra e verso le persone migranti nell’attraversamento dei confini. A partire dal caso dei tre giovani sudanesi imputati a Napoli per aver condotto in salvo ottanta persone su di una piccola imbarcazione partita dalla Libia lo scorso agosto, abbiamo apprfondito i processi alle e ai capitani e racconteremo le campagne solidali che ne chiedono la liberazione e l’abrogazione della fattispecie di reato.
Con Arci Porco Rosso di Palermo abbiamo parlato del progetto di ricerca-azione “Dal mare al carcere”, che monitora i processi e sostiene le difese dei e delle capitan3 in Italia. Abbiamo affrontato poi con attivist3 di Captain Support Network cosa significa essere accusati di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e abbiamo allargato lo sguardo a quello che accade in altri contesti europei. Grazie al contributo del Comitato Free Maysoon di Castrovillari abbiamo raccontato le storie di Maysoon Majidi e Marjan Jamali, accusate di essere due capitane e attualmente detenute in Calabria. Abbiamo poi ascoltato il contributo di Federica Rossi, giornalista, collaboratrice del Manifesto da Mare Jonio, l'imbarcazione di Mediterranea, attaccata con colpi d'arma da fuoco dalla guardia costiera libica ieri, 4 aprile. Infine, abbiamo aperto il collegamento con Iuventa in vista dell’udienza del 19 aprile a Trapani in cui si deciderà dell’archiviazione delle accuse che dal 2017 pendono sull3 attivist3 della ong tedesca.
La trasmissione è stata trasmessa in diretta sulle radio che condividono Ponte radio (Radio Wombat di Firenze, Radio Eustachio di Verona, Radio Quar) e su radio Ciroma di Cosenza
Una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica è intervenuta violentemente ieri proprio mentre la Mare Jonio, imbarcazione della ong Mediterranea stava soccorrendo un'imbarcazione in pericolo in acque internazionali.
I miliziani libici hanno sparato colpi d'arma da fuoco in acqua e in aria, creando il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone.
Un report della giornalista Federica Rossi, collaboratrice de Il Manifesto e in conclusione la testimonianza della capo missione della Life Support
A metà ottobre un blitz interforze con polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale e uomini e mezzi del servizio di nettezza urbana nel quartiere di San Berillo, nel cuore del centro storico di Catania. Diverse le persone sgomberate, 4 ragazzi deportati in un CPR perché sprovvisti di permesso di soggiorno, il tutto con la scusa dello spaccio e della prostituzione. “Qui a San Berillo vengono tanti giovani catanesi per farsi di crack”, ha dichiarato il sindaco di Catania, Enrico Trantino, presente durante le operazioni di polizia durate per tutta la giornata, adducendo così la motivazione alla lotta allo spaccio. Eppure non risultano sequestri di sostanze stupefacenti né altre particolari criticità escluso quello del bisogno di un tetto. San Berillo, del resto, è un quartiere centrale che negli ultimissimi anni si sta trasformando in un quartiere per turisti, in una città che proprio grazie al turismo vede procedere spedita la gentrificazione del cuore cittadino. Ne parliamo con Saikou della comunità gambiana del quartiere e portavoce dell'associazione dei ragazzi gambiani.
Insieme a 3 compagne e compagni del fu Asilo occupato, che per 15 anni hanno portato avanti un percorso di lotta contro i Cpt-Cie-Cpr per il quale l'occupazione fu sgomberata e loro accusati di associazione sovversiva contro lo Stato, processo che a breve entra nel vivo del secondo grado di giudizio e con Gianluca Vitale dell'ASGI parliamo di centri di detenzione per migranti.
Nella prima parte del redazionale facciamo un excursus storico sulla nascita della detenzione amministrativa dei migranti, dai primi sbarchi di massa in Puglia provenienti dai Balcani, fino ai CIE e ai CPR, passando per il ruolo di Frontex. Parliamo inoltre delle lotte dei migranti dentro ai centri, che hanno portato a chiusure ripetute di diversi di essi, e del sostegno a queste lotte di solidali in tutta Italia.
Nella seconda parte approfondiamo dal punto di vista giuridico l'approccio tenuto fino ad oggi dal governo di destra attuale, con il DL Cutro e le successive disposizioni ministeriali sul tema delle migrazioni, che prevedono l'inasprirsi di una vera e propria lotta ai migranti, visti come invasori e nemici da tenere lontani dalle frontiere di una fortezza Europa che continua a fare il conto dei cadaveri nel mediterraneo e delle vite recluse dentro centri di accoglienza e di detenzione, per la sola ragione di non avere il corretto foglio di carta fra le mani, o di 5000 da corrispondere allo stato italiano.
Domenica 15 ottobre compagne e compagni solidali con i migranti reclusi all'interno del CPR di Ponte Galeria hanno dato vita ad un presidio di fronte alle mura del centro di detenzione, che ha portato voci, musica e fuochi ai reclusi e alle recluse.
Dal comunicato di indizione del presidio:
In 25 anni le mura di Ponte Galeria hanno incontrato le resistenze e le ribellioni di centinaia di persone migranti.
L'ultima protesta di cui sappiamo qualcosa è avvenuta il 25 settembre scorso a causa delle condizioni di detenzione e del divieto di comunicazione con l'esterno tramite telefono, le notizie parlano di danneggiamenti alla sezione maschile e diversi feriti.
Passa la legge anti-migranti del primo ministro Rishi Sunak: chiunque arrivi nel Regno Unito con rotte considerate "illegali" sarà fermat ed espuls. L'Illegal Migration Bill mira a impedire la permanenza nel Regno Unito di chiunque sia entrato nel Paese attraverso una rotta che il governo considera "irregolare". Spesso si tratta di persone transitati per Paesi considerati sicuri, come la Francia, e arrivate nel Regno Unito attraverso il Canale della Manica. Una volta identificate le persone saranno rinchiuse, senza possibilità per i primi 28 giorni di ottenere un appello e senza nemmeno la possibilità di presentare domanda d'asilo. Queste persone saranno deportate poi nel proprio Stato di provenienza o in un Paese considerato "sicuro". Una volta deportate, non potranno mai più fare ritorno. Esistono diversi accordi di deportazione, ma il più celebre è quello firmato nel 2022 con il Ruanda: in cambio di circa 140 milioni di euro, il paese si è impegnato ad accogliere le persone deportate dal Regno Unito.
La legge prevede l’uso di lager galleggianti per internare le persone richiedenti asilo.
Un lungo redazionale di approfondimento sulla situazione migranti a Lampedusa.
Abbiamo parlato con tre compagni, partendo dalla storia degli sbarchi a Lampedusa, della situazione Tunisina e del memorandum UE-Tunisia firmato il 16 luglio scorso da Saied e dalla delegazione Ue von der Leyen, Meloni e Rutte che siglano il pacchetto complessivo di 255 milioni di euro per il bilancio dello Stato nordafricano e per la gestione dei flussi migratori.
Lampedusa viene utilizzata ancora una volta per creare emergenze, spostare milioni di euro e permettere il traffico di esseri umani.
l Consiglio dei Ministri, nella riunione del 6 luglio, ha approvato, in esame preliminare, il decreto della Presidente del Consiglio dei ministri “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025”.
Ne parliamo con una compagna di Campagne in lotta che parla da Borgo Mezzanone nella cui baraccopoli è scoppiato l'ennesimo incendio, fortunatamente senza danni alle persona questa volta.