Corrispondenza telefonica con Fulvio Massarelli, redattore di Infoaut. Il movimento greco si confronta con i tagli e le privatizzazioni imposte dalla Troika. Oltre le manifestazioni di piazza e gli scioperi, i compagni sperimentano l'autogestione e la riappropriazione come efficaci pratiche di lotta.
Tonaca nera, spalline dorate
Tutti i parrocchiani strisciano in adorazione
Il fantasma della libertà è nei cieli
Il Gay Pride mandato in Siberia in catene.
Il capo del KGB, il loro Santo capo
Conduce i manifestanti in carcere sotto scorta
Per non offendere il Santo
Le donne devono partorire e amare.
Lode religiosa di condottieri putrefatti
Processione di limousine nere
Viene da te a scuola il predicatore
Vai a lezione-portagli i soldi
Il Patriarca Gundyaj
crede in Putin, sarebbe meglio credesse in Dio, credeva
La cintura della vergine non sostituisce le manifestazioni
A protestare con noi c’è la sempre vergine Maria
Cinque compagni molto giovani, sottoposti ad obbligo di firma per una manifestazione che si è svolta a settembre 2011 e per la quale sono accusati di devastazione, si sono visti rifiutare lo spostamento della firma presso i luoghi in cui intendono stare nei prossimi mesi. Un diniego senza precedenti, generalmente concesso per prassi, che evidenzia la natura politica del provvedimento e dell'attuale repressione.
Mentre è previsto per questa notte il transito in Valle di Susa del treno che trasporta scorie radioattive, al campeggio NO TAV di Chiomonte le forze dell’ordine si schierano lentamente con uomini e mezzi (ruspe e idranti) appena prima il ponte sulla Dora, a poche centinaia di metri dal campeggio. Visto lo spiegamento di mezzi si presume l’intenzione di sgomberare il campeggio anche se non si spiega la totale assenza di effetto sorpresa e l’insolita lentezza di schiaramento e posizionamento delle forze dell’ordine.
Per quanto riguarda invece il passaggio del treno di scorie, di cui non si hanno notizie, i manifestanti che intendevano bloccarne il transito sono stati fermati chi alla stazione di Bussoleno, chi all’interno di un treno assieme ai passeggeri pendolari che vi viaggiavano, dalle forze dell’ordine. Altri attivisti (circa una ventina) che hanno cercato invece di recarsi a Borgone per tentare di raggiungere e bloccare il treno con le scorie, sono stati fermati e identificati dalla polizia dopo una vera e propria caccia all’uomo. Tutta la zona è altamente militarizzata.
L'avvocato Simonetta Crisci ci racconta della costituzione di fagiolino uno dei 10 tra compagni e compagne arrestato per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova 2001.
Stamani si è svolta all'ambasciata spagnola di Roma un'iniziativa per la definitiva liberazione dell'attivista basco Lander Fernandez Arrinda. Lander Askatu, Lander Libero!! http://uncasobascoaroma.noblogs.org La corrispondenza con un compagno
Una chiacchierata con Simonetta Crisci, compagna e avvocata, che parteciperà all'incontro europeo dei giuristi democratici "The crminal law of enemy", sul tema della criminalizzazione dei "sogetti pericolosi". Una occasione per parlare anche delle sentenze di Cassazione di luglio 2011, dove arriveranno all'ultimo grado di giudizio i 10 compagne e compagni condannati per devastazione e saccheggio a 99 anni di carcere complessivi.
Sull'operazione di polizia contro i compagni e le compagne che hanno partecipato alla manifestazione del 15 ottobre a Roma e, in particolare, sulla perquisizione avvenuta stamattina nell'occupazione di via di Casale de Merode.
Sabato 14 aprile i movimenti di lotta territoriale, di tutela ambientale e tutti/e i/le cittadini/ne dei castelli e di Roma si sono incontrati/te ad Albano per ribadire il NO agli inceneritori, né ai
castelli né altrove.
L'appuntamento ha avuto risonanza nazionale dopo la notizia che il Consiglio di stato il 22 Marzo 2012 ha di fatto autorizzato la costruzione dell'inceneritore di Albano, invalidando la vittoria dei comitati al Tar del dicembre 2010. In quella occasione infatti il progetto fu dichiarato non compatibile dal punto di vista dell'impatto ambientale, dando difatti ragione alla lotta dei movimenti.
Oltre 3000 persone hanno sfilato nonostante il maltempo, dai comitati locali ai movimenti territoriali ai NoTav romani.
Dopo aver attraversato le strade di Albano tra il consenso e il sostegno della popolazione, il corteo, giunto di nuovo a Piazza Mazzini, intendeva proseguire, quando una camionettauna della polizia ha tentato di spezzare il corteo inserendosi tra i manifestanti
rischiando di investirli, pericolo sfiorato solo grazie alla prontezza dei/della compagni/e. Più in là, anche chi passeggiava per il parco, si è visto arrivare una carica a freddo di poliziotti
e carabinieri in assetto antisommossa con i manganelli ben in vista che hanno colpito chiunque fosse lì. Una signora che ha assistito alla scena ha provato a scappare dalla brutalità delle forze dell'ordine ed è caduta ferendosi,è stata soccorsa subito dai/dalle manifestanti.
L'arroganza delle forze di Stato si è palesata nuovamente a corteo concluso; dopo un vero e proprio pedinamento, i poliziotti in borghese si sono accaniti su un gruppo di studenti che si avviava verso casa e dopo averli identificati hanno portato via un ragazzo di 16 anni. I compagni/e e cittadini/e presenti, dopo diversi tentativi – falliti - di impedire il fermo,
si sono prontamente recati davanti alla questura a reclamare a gran
voce la liberazione del giovane compagno. Nel giro di pochi minuti
tutti e tutte sono state/i identificate/i e bloccati, tra questi alcune/i redattrici e redattori di Radio Onda Rossa, con l'accusa fantomatica di un tentato "assalto!" alla caserma. Chi non era in possesso di documenti è stato trattenuto in questura; le strade e la circolazione bloccata verso tutte le direzioni. Dopo tre ore di attesa e una Albano totalmente militarizzata, hanno confermato l'arresto del giovane manifestante e successivamente i/le solidali sono stati
rilasciati sfilando uno alla volta davanti alle telecamere della Digos mentre venivano scanditi nome e cognome di ognuna/o di loro.
Il dato che rimane è che la politica ha risposto con la violenza e la
repressione, così come in Val Susa.
Insomma come la giurisprudenza insegna "due è duello, tre è rissa, quattro è assembramento" ma 3000 PERSONE sono una popolazione che si ribella alla violenza indiscriminata dettata da speculazioni mafiose, politiche ed economiche.