Dalle periferie delle metropoli alle scuole fino ai punti più remoti del globo, oggi iper connessi con ogni tipo di social network, la musica, e in generale tutte le forme di espressione, spesso trasformate e stravolte dalle giovani generazioni, lanciano un grido per un mondo nuovo: “there are GOOD NEWS”.
Questa trasmissione vuole essere una voce che prova ad emergere dal frastuono, dal marasma di un presente a velocità aumentata, in cui siamo investiti da centinaia di informazioni che scorrono inesorabili sullo schermo di uno smartphone. È il tentativo di fermarsi e porsi delle domande insieme, aprendo i microfoni al dibattito, proponendo buona musica e approfondimenti.
Lo faremo ogni lunedì dalle 18:30 alle 19:30 sugli 87.9 FM di Radio Ondarossa, in diretta streaming su ondarossa.info.
Per proposte, critiche o consigli musicali scriveteci a goodnews@ondarossa.info o sul nostro profilo Instagram @goodnewsror.
In questa puntata abbiamo fatto un viaggio tra i generi che sono stati fondamentali per la storia del twerk. Nato come pratica collettiva di movimento dal basso in Africa Occidentale è arrivato negli ultimi anni a spopolare come fenomeno mondiale.
Ne parliamo con Giulia d’Andrea insegnante di Twerk della Palestra Popolare Quarticciolo.
Gnian yoyou dôdô - Dickaël Liadé
Carnival - Machel Montano
Quadradinho de Oito (Aquecimento das Maravillas) - DJ Diogo do serrão
N.O. Bounce - Big Freedia
Drop - Diplo Dj Snake, Big Freedia
Like a Girl - Lizzo
Bless the Ladies - Mama Marjas
The elephant in the room, la musica rap e il femminile
Nel corso della nostra trasmissione, abbiamo spesso discusso del rapporto tra la cultura rap, le sue sfaccettature e la questione di genere, dibattito che - a cadenza irregolare - investe anche l’opinione pubblica più generale. Nonostante ciò, non abbiamo mai dedicato un intero episodio a parlarne, continuando a scontrarci con la questione in modo più o meno casuale. Insomma, un enorme elefante nella stanza che continuiamo a sfiorare senza mai affrontarlo direttamente.
Forse è arrivato il momento di farlo, e quale miglior momento se non la conclusione della settimana dell’8 marzo.
Di donne e musica si parla spesso ma sempre in termini di contenuto, raramente come coloro che la musica la fanno e la caratterizzano, a proposito di ciò il dibattito su capodanno e Tony Effe (di cui abbiamo già parlato) era stato piuttosto esplicativo. Vogliamo girare la camera, cambiare prospettiva e renderci protagoniste: non vogliamo essere vittime di testi violenti né essere salvate e “preservate” da essi, vogliamo scriverli e cantarli a gran voce, creare la nostra narrazione, ribaltare le regole del gioco.
C’è una scena americana, tutta femminile, che sta dimostrando che è possibile.
Queen Latifah - U.n.i.t.y
Erykah Badu - Love of my life
Missy Elliot - Work it
Sexxy Redd - Free my N***a
Doechii - Yucky Blucky Fruitcake
Little simz - Flood
Ele A, Joan Thiele - Verdad
Nelle puntante playlist vi accompagniamo nella scoperta dei brani che sono in rotazione nelle cuffie di noi redattrici e redattori di Good News. In apertura alla settimana che ci porterà allo sciopero dell’8 marzo, una selezione di artiste e musiche da ogni parte del mondo, esplorando tanti generi diversi: dal soul all’house, dal rap al pop.
Jayda G - Both of Us
H.E.R. - Bloody Waters
Evinha - Esperar pra ver
The Internet - Girl
Amy Winehouse - You’re wondering Now
Laila Al Abash - Doppio taglio
Myra - Pom Pom
Tríada - O pato
Teyana Taylor, Ms Lauryn Hill - We got love
Cleo Sol - Why don't you
ExtraL -JENNIE ft. Doechii
Green - Green Tea Peng
Taste - Doechii
Aquellos Ojos Verdes - Nat King Cole
Verses from the Abstract - A Tribe Called Quest ft. Ron Carter
Louie - Arcy Drive
F.A.M.O.U.S. - Big Menú
Immobile - Ada Oda
I need your love - Blxst ft. Ty Dolla Sign
Brush Them - Big Zuu, Capo Lee, P-Rallel
Nelle puntante playlist vi accompagniamo nella scoperta dei brani che sono in rotazione nelle cuffie di noi redattrici e redattori di Good News. Dal soul all'indie pop, dal rap all'afrobeat
Domenica notte si è tenuta la 67esima edizione dei Grammy awards, proviamo a dare uno sguardo che vada oltre alle premiazioni: che storia hanno e cos’è l’Academy che li gestisce e li ha creati, che ruolo possono avere nella lettura della società americana, dalla vittoria di Trump alle rivendicazioni delle comunità LGBTQIA+.
Nelle puntante playlist vi accompagniamo nella scoperta dei brani che sono in rotazione nelle cuffie di noi redattrici e redattori di Good News. Dal samba al post punk, dal rap alla jungle.
Un tributo a Nina Simone, la Sacerdotessa della Black American Music, può essere soltanto parziale data la profondità dell’universo musicale dell’artista in questione.
Nina Simone è stata in grado, più di chiunque altro, di trasfigurare e riscrivere il materiale con cui si è misurata: sia che si trattasse di I Love You Porgy di G. Gershwin, suo primo grande successo, sia che prendesse in prestito canzoni di suoi contemporanei come Bob Dylan o i Bee Gees, sia che si appropriasse di brani popolari come Don’t let Me be Misunderstood,o riportasse alla luce successi del passato come nell’eclatante My Baby Just Cares, ha dato un’impronta indelebile e del tutto personale a tutto ciò che ha assorbito e poi restituito, cambiandolo per sempre, ridefinendo un immaginario sonoro inscindibile dalla sua personalità artistica.
Durante le ultime settimane del 2024 si è alzato un polverone a partire dalla scelta artistica che avrebbe coinvolto alcuni artisti al concertone di capodanno di Roma. Dalle varie anime dell'amministrazione capitolina, alle principali testate giornalistiche, fino ad arrivare all'esposizione di una gran parte degli artisti più ascoltati in Italia, tutt* hanno sentito il bisogno di prendere una parte nel conflitto Tony Effe vs Comune di Roma.
Nonostante il grande eco, però, il dibattito è rimasto su un livello piuttosto basso, ignorando le questioni che invece a noi sembrano dirimenti: cosa vuol dire davvero censura e quando se ne può parlare legittimamente?
Perché attorno a Tony Effe si crea questo tipo di polarizzazione mentre ad altri autori a cui è stata tolta la parola su questioni di attualità (Ghali, Baby Gang) non si sente il bisogno di prendere una parte così netta? Che ruolo ha il rap (e la musica in generale) nella narrazione patriarcale?
Proviamo a uscire dalle strumentalizzazioni e dal binomio che vede la santificazione di Tony effe come paladino della libertà di espressione, e il Comune di Roma come baluardo contro la violenza di genere, proviamo a scendere in profondità.
Ne parliamo con le compagne della redazione di Ror che stanno curando il ciclo di trasmissioni dal titolo: Non si può più dire niente - trasmissione che si occupa di woke e cancel culture, che vedrà il prossimo episodio giovedì 16 gennaio.