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41bis

Cariche, inseguimenti e fermi alla manifestazione per Alfredo

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Stasera, sabato 28 gennaio, al 101 giorno di sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41bis e l'ergastolo ostativo, si è tenuta una manifestazione in piazza Trilussa nel quartiere di Trastevere che ha visto un'ampia partecipazione.

Le compagne e i compagni in piazza hanno mostrato la volontà di muoversi in corteo bloccata dalle forze dell'ordine che presto sono partite con una carica, sono seguiti inseguimenti, fermi e un gruppo numeroso di persone chiuse in un garage. Intorno all'una di notte veniamo a sapere che circa 35 persone sono state portate alla questura di via Genova.

 

Con Alfredo: oggi in piazza, domani dai microfoni di ROR

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Durata 9m 25s

Con un compagno un resoconto del presidio di ieri davanti al Ministero di Giustizia e il lancio della manifestazione di oggi sabato 28 gennaio, alle 18, in piazza Trilussa in solidarietà con Alfredo Cospito, contro il 41bis e l'ergastolo ostativo.

presentiamo poi il redazionale che andrà in onda domani, domenica 29 gennaio, dalle ore 11, dai microfoni di Radio onda Rossa:

parleremo di mafia, antimafia e regimi di pena speciali. Uno sguardo dalla Sicilia su questi fenomeni e su come l'antimafia legalitaria e di Stato coincida con una colonizzazione dell' immaginario che delegittima ogni critica radicale allo stato di cose vigenti. Chiamate allo 06491750 e raccoglieremo le vostre domande che sottoporremo a chi parla.

99 giorni di sciopero della fame: le condizioni mediche di Alfredo peggiorano

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A parlare è Angelica Milia, dottoressa di fiducia di Alfredo Cospito in visita nel carcere di Bancali a Sassari nel 99 esimo giorno della fame di Alfredo. Le condizioni cominciano ad essere gravi. Alfredo non riesce più a fare l'ora d'aria perchè cammina male, ha molto freddo anche con diversi maglioni addosso. Inoltre è caduto perchè si regge veramente poco in piedi.

Nel frattempo la politica tace.

Aggiornamento mobilitazione con Alfredo

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Durata 1h 0m 31s

E' stata ripercorsa la mobilitazione contro il 41bis a Roma fin dall'inizio dello sciopero della fame di Alfredo, nella città in generale e in un'università. Collegamento con Torino per parlare dell'evento al fianco di Alfredo  che si terrà in università oggi pomeriggio.
Rilanciamo l'appuntamento di venerdì dalle 17:30 davanti al ministero di Giustizia a Roma.

Con Alfredo,

Contro 41bis, ergastolo e ostatività.

Aggiornamento dal presidio contro il 41bis

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Durata 6m 48s

Aggiornamento  dal presidio sotto il Ministero della Giustizia.

Il presidio continua con l'assemblea pubblica, fino ad arrivare a venerdì, centesimo giorno di sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41 bis, dopo che la Cassazione ha fissato il 20 aprile l'udienza per pronunciarsi sul ricorso presentato dal suo avvocato.

Mfla: contro il 41bis

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Durata 53m 1s

Un redazionale che parte dalla presentazione del libro della curda Sakine Kansiz, ammazzata a Parigi e che nel suo secondo volume parla delle carceri turche e delle torture subite. Da Bologna, dove si stava presentando il libro interviene Severina Berselli spiegando molto bene come si passa dalle carceri speciali al 41bis. In studio una compagna che illustra la campagna Pagine contro la tortura proprio contro il 41bis.

Morire di pena, piattaforma per l'abolizione di ergastolo e 41bis

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A partire da attivisti e attiviste napoletane per l'abolizione di ergastolo e 41bis è uscito un appello, di cui parliamo nella corrispondenza. Per qualsiasi richiesta o informazione potete scrivere a: info@abolizioneergastoloe41bis.it
Per far sottoscrivere ad altri l’appello: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it

Riportiamo l'appello:

Dal 20 ottobre l’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in 41bis, ha rinunciato ad alimentarsi, utilizzando il suo corpo come unica arma possibile per protestare contro il regime di detenzione speciale a cui è sottoposto nel carcere di Sassari e contro l’istituto dell’ergastolo ostativo. Il 6 luglio scorso il reato di “strage contro la pubblica incolumità” per cui era stato condannato è stato riqualificato dalla Cassazione in “strage contro la sicurezza dello Stato”, nonostante le azioni di cui è accusato avessero uno scopo prettamente dimostrativo, e non abbiano causato feriti né morti.

Lo sciopero della fame di Cospito ha avviato una discussione su questi temi anche tra settori della società solitamente prudenti su questi temi, denunciando l’accanimento dello Stato nei suoi confronti persino sui media mainstream, puntando però, per lo più, sull’ambiguo tema della “non proporzionalità” della pena applicata nel singolo caso.

La battaglia che Cospito sta portando avanti ha tuttavia la forza per aprire faglie più ampie nel sistema e un dibattito reale sulla necessità di superamento di due istituti inumani come l’ergastolo e il 41bis, oltre che dell’intero sistema dei circuiti speciali di detenzione. Altre letture rischiano di diventare strumentali al mantenimento dello status quo, e incapaci di rendere giustizia alla lotta che il detenuto anarchico sta portando avanti, mettendo a rischio la propria vita.

Fin dalla sua nascita, che trova radice nelle legislazioni speciali degli anni Ottanta e Novanta, il 41bis si è mostrato come uno strumento di ricatto per spingere i detenuti alla collaborazione con la magistratura, fondato su pratiche di vera e propria tortura. Le condizioni inumane e prive di ogni logica previste da questo istituto si concretizzano in isolamento in celle di pochi metri quadri, limitazioni all’ora d’aria, sorveglianza continua, limitazione o eliminazione dei colloqui con i familiari, controllo della posta, limitazione di oggetti in cella persino come penne, quaderni e libri. Un progressivo annientamento che provoca danni incalcolabili nel corpo e nella psiche dei detenuti.

L’ergastolo, assimilabile in tutto e per tutto alla pena di morte, è invece l’istituto con il quale lo Stato prende possesso del corpo di un individuo, arrogandosi la prerogativa di decidere discrezionalmente se, come e quando restituirgliela attraverso la “libertà condizionale” per “buona condotta”, senza che questi possa venire a conoscenza dei tempi e dei modi del suo eventuale rientro nel consesso sociale. Al netto della inumanità di una punizione a vita, che cancella nell’individuo le idee stesse di “speranza” e di possibile reinserimento nella comunità, l’ergastolo è incompatibile con la Costituzione e con l’idea di “rieducazione” del condannato.

Un dibattito limitativo rischia di essere in questo senso quello sulla possibile abolizione del solo istituto dell’ergastolo ostativo, ovvero quello che – nel caso di alcuni specifici reati – non prevede la possibilità di liberazione condizionale e di altri benefici, a meno che la persona condannata non collabori con gli organi inquirenti. Con la recente legge approvata dal parlamento, inoltre, la possibilità di liberazione condizionale viene spostata a trent’anni di pena scontata invece di ventisei, senza contare che altre misure rendono altamente improbabile la possibilità di affrancamento dalla pena fino alla morte. Il vero tema è quindi quello dell’abolizione dell’ergastolo in toto, nell’ottica di un futuro superamento dell’intera istituzione carceraria, mero strumento di confinamento della marginalità e della povertà (basta vedere da chi è oggi costituita la grande maggioranza della popolazione carceraria, e quali sono i reati di cui questi detenuti sono accusati) nonché di controllo e punizione rispetto a tutte le potenziali conflittualità sociali.

MORIRE DI PENA. PER L’ABOLIZIONE DI ERGASTOLO E 41BIS è una piattaforma di sensibilizzazione e rivendicazione che punta all’abolizione di questi due istituti e dei circuiti speciali di detenzione. La piattaforma nasce a seguito di un’assemblea svoltasi a Napoli che ha visto protagoniste tutte le realtà militanti e sociali in lotta contro il carcere o per la tutela dei diritti dei detenuti, coinvolgendone poi altre sul territorio nazionale. L’obiettivo è quello di allargare la consapevolezza – attraverso iniziative di analisi e discussione, e azioni mediatiche e politiche – rispetto alla necessaria eliminazione di ergastolo e 41bis, sollecitando anche i più prudenti settori sociali citati nella prima parte di questo documento a prendere esplicitamente posizione. Un percorso che immaginiamo lungo e difficile, ma possibile, considerando le fratture che gli accadimenti recenti hanno reso oltremodo visibili.

È possibile, a livello individuale e collettivo, sottoscrivere questo documento e mettersi in rete con le realtà che da qui ai prossimi mesi proveranno a portare avanti la piattaforma, scrivendo all’indirizzo mail: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it.

Una critica garantista all'antimafia

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Con Vincenzo Scalia, professore associato in sociologia della devianza, parliamo di antimafia, 41 bis, ruolo dei media e repressione del dissenso, a partire da un suo articolo uscito sulla rivista "L'Altro Diritto", dal titolo "Scarcerazioni facili o coscienza collettiva? Una critica garantista dell'antimafia tradizionale".