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acqua bene comune

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 45m 16s

 

Con i suoi 3 miliardi di utenti, in crescita annua galoppante (dal +454,20% in Europa, al +6599% in Africa), Internet si consolida rapidamente come principale mezzo di comunicazione di massa che connette persone, oggetti, macchine, reti. Ormai lungi dall'essere quello spazio libero che i suoi sviluppatori ambivano a creare, la rete delle reti è dominata da giganti egemonizzatori, che sono gradualmente diventati i suoi padroni di fatto. Google fattura 70 miliardi di euro l'anno, Amazon 80, Microsoft 90. Per fare un paragone significativo, questi mostri divoratori di informazioni fatturano come FIAT, che nel 2013 si è fermata a 86,81, con un utile di 1,95 miliardi, una "bazzeccola" se paragonato  ai circa 20 miliardi di utile che ha portato a casa Google con un fatturato persino inferiore a FIAT.
 
C'è poi da considerare che Google ha 50.000 dipendenti, pari ad appena un quinto di quelli di FIAT. Vengono allora alla mente le parole di Karl Marx, che nel cosiddetto "Frammento sulle macchine" dei Grundrisse immagina un’economia in cui il ruolo principale delle macchine è produrre e il ruolo principale dell’uomo è tenerle sotto controllo. In modo decisamente soprendente per i suoi tempi, Marx afferma che tale evoluzione dell'economia porterà l'organizzazione e la conoscenza a fornire un contributo maggiore alla capacità produttiva rispetto al lavoro necessario per costruire e far funzionare le macchine. Questo sta già succedendo. Prendiamo Facebook, che con appena 6000 dipendenti fattura più di 12 miliardi l'anno. Come fa? Grazie ai suoi utenti, felici di lavorare gratis ogni giorno al popolamento della nota piattaforma di Social Network con un patrimonio di informazioni e conoscenza.
 
E' cosa è Facebook se non una macchina che ci portiamo dietro fin dentro casa e a cui badiamo per alcune ore al giorno? C'è solo un piccolo dettaglio: dove finiscono le ricchezze che genera? Nelle nostre tasche ne arrivano zero. Dunque gli utenti Facebook sono, tecnicamente, degli schiavi che lavorano senza compensi, senza frustate e senza catena.
 
E' arrivato il momento di avanzare vertenze di nuovo tipo, facendo crescere il conflitto capitale-conoscenza, almeno altrettanto importante del conflitto capitale-lavoro. L'efficienza spaventosa introdotta dalle nuove tecnologie deve tradursi in una drastica riduzione dell'orario di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici. I margini stratosferici che provengono dalle nostre informazioni e dalla nostra conoscenza devono rendere possibile il reddito minimo di esistenza per tutti e tutte.
 

 

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Puntata 13 dell'11 gennaio 2016 - Tecnologia e decrescita

 

Acqua pubblica e dissesto del territorio

Data di trasmissione
Durata 45m 33s
Un anno dopo:
alluvione di Carrara 5 Novembre 2014
 
 
Troppo spesso il dissesto idrogeologico viene trattato dai media solo in fase di emergenza, quando si contano le vittime, i danni. Ma le alluvioni, oltre che dipendere da eventi estremi (la cui frequenza sta aumentando a causa del cambiamento climatico in atto) dipende anche e soprattutto da una gestione del territorio miope e basata spesso esclusivamente sul profitto.
Cosa succede quindi nei territori che hanno subito eventi estremi? Cambia qualcosa nelle prospettive degli abitanti? Aumenta la consapevolezza del rischio e della necessità di una diversa gestione del territorio? Quale la risposta delle autorità locali?
A un anno dall'alluvione di Carrara del 5 Novembre 2014 ne parliamo con Giulio Milani, autore del libro "La terra bianca. Marmo, chimica e altri disastri", edito da Laterza, e con Rossella del collettivo Harlock di Carrara, tra gli organizzatori del dibattito "Ad 1 anno dall'alluvione: 4 giorni fra resistenza e autorganizzazione".

 

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Puntata 10 del 14 dicembre 2015 - Acqua pubblica e dissesto del territorio

 

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 43m 7s

 

Per il ciclo Tecnologia e decrescita, parliamo di Smart Farming, ovvero Agricoltura Intelligente, una forma di coltivazione basata sulle nuove tecnologie che si sta recentemente affermando. Lo scopo dello Smart Farming è quello di ottimizzare la qualità e la resa di un raccolto, usando solo le risorse necessarie, risparmiando acqua e limitando il ricorso a pesticidi, agenti chimici e fertilizzanti.

 

L'ottimizzazione avviene in funzione dell'analisi di parametri ambientali diversi, quali ad esempio, la temperatura e l'umidità dell'aria e del terreno, l'umidità delle foglie, la radiazione solare nello spettro assorbito dalle piante, il diametro di rami, tronchi e frutti, la pressione atmosferica, la velocità e direzione del vento, la quantità di pioggia.

 

Attraverso un continuo monitoraggio di queste ed altre grandezze tramite sensori, immagini satellitari, droni e GPS, è possibile compiere le azioni appropriate nel punto giusto al momento giusto. L'insieme dei parametri rilevati ha un duplice scopo:

1. Costituire un sistema di controllo e di allarme per l'attivazione degli interventi di prevenzione e di correzione;
2. Costituire una banca dati utile per elaborare analisi di previsione e strategie di pianificazione.
 
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Puntata 9 del 30 novembre 2015 - Tecnologia e decrescita