Nella giornata di domenica 2 aprile, presso lo Scugnizzo Liberato a Napoli, si è tenuta un’assemblea nazionale di coordinamento delle realtà in lotta contro i confini e contro lo sfruttamento. Dopo la manifestazione nazionale del 12 Novembre scorso a Roma, che ha visto in piazza migliaia tra lavoratori e lavoratrici, disoccupati, occupanti casa, e a seguito delle mobilitazioni del 6 febbraio in diverse città, la stretta repressiva del nuovo governo e il mancato rispetto delle promesse strappate in fase di incontro con il Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno necessitano una nostra risposta, determinata e compatta. L’inasprimento delle misure di controllo e di sorveglianza contro chiunque lotti o alzi la testa in questo paese, e la parallela discriminazione, criminalizzazione e aggressione contro chi dai diversi “sud” del mondo cerca una vita migliore nell’Unione Europea dei muri e dell’austerità, ci dimostra quanto sia urgente consolidare il fronte di opposizione e rinsaldare la solidarietà tra diversi ambiti di lotta.
L’assemblea ha testimoniato come si stia verificando un generale peggioramento delle condizioni di vita in diversi contesti. In particolare in provincia di Foggia e nella Piana di Gioia Tauro assistiamo alla costruzione di veri e propri campi di lavoro come soluzione all’emergenza strutturale che caratterizza gli insediamenti abitativi presenti da decenni nei distretti di produzione agricola in Italia. Le deportazioni che hanno accompagnato lo sgombero del Gran Ghetto, e che interesseranno altri insediamenti nei prossimi mesi, sono misure propagandistiche, e hanno determinato l’ulteriore precarizzazione di chi è costretto a lavorare nei distretti agro-industriali dell’iper-sfruttamento. Le istituzioni si sono ancora una volta macchiate del sangue di due lavoratori immigrati, Mamadou Konate e Nouhu Doumbia – due abitanti del Ghetto di Rignano morti nell’incendio che ha accompagnato lo sgombero. Una repressione che fa il paio con gli attacchi sempre più virulenti nei confronti di chi lotta, attraverso fogli di via, denunce a tappeto, arresti e intimidazioni.
L’intera assemblea riporta l’attenzione sui gravissimi accadimenti della scorsa settimana, quando 26 persone residenti nel Cara di Borgo Mezzanone (Foggia), dopo la rivolta dello scorso ottobre in cui venivano denunciate le gravi violazioni compiute dai gestori del centro e in cui si rivendicava il riconoscimento della protezione internazionale, sono state arrestate per reati che vanno dall’aggressione alla devastazione e saccheggio. Ai questi fratelli e compagni va tutta la nostra incondizionata solidarietà e complicità. Da anni, migliaia di persone portano avanti percorsi di lotta auto-organizzati su vari territori, nelle campagne come nei centri d’accoglienza per richiedenti asilo e nelle periferie urbane. Continuiamo a creare e rafforzare legami, connessioni, e meccanismi di solidarietà attiva per supportare reciprocamente le singole vertenze. Nonostante il tentativo di strumentalizzazione di molti sulla miseria e sulla tragedia, è il protagonismo diretto di chi vive in questi luoghi l’unico processo concreto ed efficace per poter costruire un’alternativa reale che rompa con lo stato di cose esistenti.
Per queste ragioni l’assemblea accoglie le proposte di costruzione di nuovi momenti di mobilitazione generale. Il prossimo 13 aprile, in occasione di un incontro che si terrà tra una delegazione degli abitanti della Tendopoli di San Ferdinando e la Prefettura di Reggio Calabria, i lavoratori e le lavoratrici della piana di Gioia Tauro scenderanno nuovamente in piazza. Per il prossimo 24 aprile, accogliendo l’appello dei lavoratori e le lavoratrici della provincia di Foggia, viene lanciato un corteo nazionale di risposta alle nuove direttive del ministero dell’interno, in uno dei territori più emblematici in cui la stretta repressiva si è abbattuta con maggiore violenza, per rafforzare e sostenere le mobilitazioni costruite in questi mesi e per opporsi ad ogni ipotesi di nuovi sgomberi in assenza di reali alternative. Il 25 Aprile i richiedenti asilo e gli occupanti casa della provincia di Potenza saranno protagonisti di una ulteriore giornata di mobilitazione contro il sistema dell’accoglienza e i suoi abusi.
Libertà per gli arrestati, solidarietà a chi è vittima di repressione, unit* contro confini e sfruttamento!