Una puntata dedicata ai meccanismi di "protezione" dei videogiochi. Si tratta di sistemi con cui le case produttrici di videogiochi cercano di evitare che chi ha un gioco possa condividerlo con chi vuole. Queste tecniche nel corso degli anni sono cambiate e si sono evolute, non solo adattandosi alle evoluzioni dell'hardware, ma anche introducendo paradigmi nuovi.
Ripercorriamo quindi alcune tecniche "emblematiche" dai primi anni 80 ad oggi.
In questa puntata proseguiamo il ciclo sul DRM (Digital Right Management) andando ad analizzare come il nostro browser garantisce ai siti di streaming (tipo Netflix) che non stiamo videoregistrando il contenuto per cui abbiamo gia pagato il servizio.
Dopo aver discusso velocemente i dettagli tecnici di questo sistema, vediamo quelle che sono le conseguenze più ampie per quanto riguarda lo sviluppo di strumenti nuovi e indipendenti per la navigazione di internet.
Come forse abbiamo appreso nella puntata precedente, questo insieme di tecnologie è di fatto "rotto", ma comunque impedisce alla grande maggioranza degli utenti di fruire e scambiare liberamente contenuti video e assicura a poche aziende una posizione privilegiata nello scacchiere dell'Internet.
In chiusura parliamo di Google FLoC, una tecnologia che promette di superare i tanto odiati cookies, garantendo però a Google almeno una parte deì dati di tracciamento che raccoglieva.
Prima puntata di un ciclo sul DRM: una serie di tecnologie che - anche con tecniche crittografiche - limita le capacità di una miriade di oggetti tecnologici, sia hardware sia software: lettori dvd che mandano il video solo a televisori; libri leggibili ma non stampabili; canzoni che scadono.
In questa puntata parleremo dei cavi video digitali. Contrariamente a quanto potreste credere, i cavi HDMI, ma anche i DisplayPort, o i DVI, non sono dei meri cavi video che utilizzano tecnologie digitali per darvi la migliore qualità. Supportano infatti una tecnologia chiamata HDCP, il cui scopo è proprio quello di limitare le funzionalità dei vostri dispositivi al fine di evitare che possiate copiare contenuti protetti da copyright.
Questa tecnologia da un punto di vista tecnico è ormai un colabrodo: moltissimi attacchi crittografici l'hanno resa sempre meno efficace. Questo non vuol dire che l'HDCP è debellato: i suoi effetti sono comunque molto chiari, perché rendono molto più difficile l'utilizzo "libero" dei dispositivi video digitali.
In chiusura, notiziole varie, su pirati e non solo.
Continuiamo a parlare degli aggiornamenti, focalizzandoci su come alcuni servizi ci richiedano di effettuarne molto di frequente per poter essere utilizzati.
Facciamo alcuni esempi di compatibilità interna (cioè tra l'app di un servizio e il servizio stesso) ed esterna (cioè tra l'app di un servizio e il sistema operativo o addirittura l'hardware su cui può essere eseguita). Perché l'aggiornamento diventa obbligatorio? Quali magnifiche nuove funzionalità offre un browser più moderno?
Non è una conseguenza inevitabile dell'"innovazione": è possibile - ed è spesso stato fatto - basare le applicazioni Internet su protocolli standard garantendo così interoperabilità e longevità: un esempio è l'email, che è rimasta sostanzialmente identica negli ultimi 30 anni, permettendo a client anche molto vecchi di funzionare ancora perfettamente. Introduciamo brevemente anche il concetto di graceful degradation / progressive enhancement.
Chiudiamo con una pillola sulla Apple: "grazie" ad un programma di sostituzione della batteria degli iPhone (in occasione dello scandalo della riduzione delle prestazioni per preservare la durata della batteria), le vendite dei nuovi modelli sono state inferiori al previsto. Insomma Apple rendeva più lenti i telefoni, nascondendo che una semplice sostituzione della batteria avrebbe allungato la vita del dispositivo: quando questo è stato chiaro, e il prezzo della riparazione è risultato più accessibile, molte persone hanno preferito tenersi il telefono, ancora perfettamente funzionante, rispetto a comprarne uno nuovo.
Notiziola: l'FBI preferisce tenersi i suoi malware che far avanzare i procedimenti giudiziari contro dei sospettati di pedofilia.
Per il grosso della puntata parliamo dei DRM (Gestione dei Diritti Digitali) via web, con la possibilità per le aziende che distribuiscono contenuti di imporre determinati metodi di fruizione: parliamo quindi del cambio di approccio a copyright e profitti sui contenuti. Segnaliamo anche un parallelo con quanto avviene nel campo TV e radio, con il passaggio della titolarità delle frequenze agli operatori di rete. A riguardo segnaliamo anche una puntata di 2 mesi fa sulle nuove tecnologie di trasmissione radio (DAB) comparate con le attuali (FM e anche AM).
Infine, Wikileaks ci rivela alcune cose sulla CIA, ma non troppo interessanti. L'importante è che spegniate la vostra smart tv.
Il primo audio è la tramissione integrale; il secondo è l'approfondimento sul DRM.