All'indomani dell'elezioni turche che hanno visto la vittoria del partito di Erdogan (49,3% dei voti) che ha raggiunto la maggioranza assoluta dei seggi, facciamo un'analisi a caldo sulla situazione in Turchia e nel Kurdistan turco con una compagna della redazione di Onda Rossa che sta in Turchia in questi giorni convulsi.
Il partito filo-kurdo HDP, nonostante l'oscuramento mediatico e la repressione, ha registrato una leggera flessione (10,3%) rispetto alle precedenti elezioni; un risultato che comunque gli permette di portare 59 deputati nel Parlamento turco.
Quali sono le prospettive dell'HDP?
Inoltre, ulteriori aggiornamenti sulla situazione di un attivista italiano fermato ieri dalle autorità turche, ma poi subito rilasciato.
Un compagno che ha partecipato alla carovana per il Rojava, di ritorno dopo una permanenza di otto giorni nei territori della Turchia sud-orientale, racconta di questa esperienza facendo il punto sulla situazione di crisi politica a pochi giorni dall'attentato di Ankara.
Un compagno in Turchia ci racconta la politica di Erdogan che dal 24 luglio ha di nuovo sferrato un violento attacco militare con l'Hdp e la popolazione curda. Un'analisi sulla politica di Erdogan dopo la sconfitta elettorale in vista delle elezioni del 1 novembre.
La seconda corrispondenza è con il giornalista Alberto Tetta sul ruolo della Turchia a livello internazionale, dai rapporti con gli USA al ruolo di manovratore dell'Isis.
Azione di solidali col popolo curdo si sta svolgendo in questi minuti in via Palestro, davanti all'ambasciata della Repubblica di Turchia: alcuni compagni si sono incatenati alla porta, altri/e formano un presidio.
La prima corrispondenza all'apertura del presidio, la seconda mentre si sta sciogliendo.
Segue il comunicato:
From Gezi to Kobane: stop Erdogan’s terrorism!
Questa mattina intorno alle ore10, ci siamo incatenati al cancello dell’ambasciata turca
per protestare control’aggressione militare avviata da Erdogan con il consenso di USA e UE.
Dopo le ultime elezioni e dopo l’accordosul nucleare iraniano, Erdogan è sempre più debole
e isolato, sia all’internoche all’esterno del Paese. Per questo, con la scusa di combattere
l’ISIS, ha lanciato una campagna contro la resistenzacurda e contro le opposizioni interne.
Centinaia di attivisti sono statiarrestati, mentre continuano i bombardamenti contro i civili
curdi.
Dopo mesi di solidarietà attivanei confronti della popolazione curda e delle sue unità di
autodifesa, oggivogliamo rompere il muro di silenzio e menzogne creato intorno
all’aggressionemilitare che stanno subendo. Chiediamo:
- la finedei bombardamenti e la pace inKurdistan e in tutta l’area medio-orientale.
- il rilascioimmediato di tutti gli oppositori al regime autoritario turco.
- l’eliminazionedel PKK, unico fronte all’avanzata dell’ISIS e unico garante
possibile perun processo di pace nell’area, dalleliste del terrorismo internazionale.
- il riconoscimentodel confederalismo democratico del Rojava, per una possibilità
di pace elibertà per i popoli del Medio Oriente.
Roma per il Kurdistan
La situazione in Turchia dopo le elezioni generali che hanno visto la sconfitta dell'Akp nel commento di Fabio Marcelli, osservatore internazionale a Diyarbakir
L'arresto di decine di avvocati difensori dei manifestanti avvenuto ieri nel tribunale di Caglayan - si parla di oltre una settantina di persone - rappresenta uno dei risvolti più preoccupanti della linea di tolleranza zero decisa da Erdogan, cui si accompagna il silenzio delle cancellerie europee ed internazionali.