Senegal: dalla storia personale alla diaspora collettiva
Con due ospiti in studio che ci hanno raccontato quello che succede in Senegal adesso, dei processi che li hanno portati qui, dell'impoverimento imposto a favore delle grandi multinazionali
Con due ospiti in studio che ci hanno raccontato quello che succede in Senegal adesso, dei processi che li hanno portati qui, dell'impoverimento imposto a favore delle grandi multinazionali
Un compagno ci racconta dei percorsi migratori del popolo venezuelano e non solo.
Interessante resoconto sui nuovi flussi migratori che coinvolgono anche i migranti dai paesi africani, Bangladesh eccetera e della intolleranza nonchè il coinvolgimento dei narcotrafficanti in questi percorsi
Cina: ne parliamo con un compagno negli studi della radio.
migrazioni interne
urbanizzazione
repressione
nuovi modelli di sviluppo imperialista
Attraverso tre corrispondenze continuiamo a parlarvi delle mobilitazioni No Confini No Sfruttamento.
Il primo contributo è con un compagno che vive in uno dei ghetti della provincia di Foggia.
Con lui presentiamo il corteo nazionale previsto per lunedì 24 aprile a Foggia contro sgomberi, repressione e deportazioni.
La seconda corrispondenza è con un compagno che vive nella tendopoli di San Ferdinando in Calabria. Con lui ci aggiorniamo riguardo l'attuale repressione e parliamo della mobilitazione prevista per il 13 aprile.
Per concludere una corrispondenza con un compagno di Potenza. Con lui raccontiamo la quotidiana oppressione di chi vive nei centri di accoglienza e vi parliamo del corteo in preparazione per il 25 aprile a Potenza.
Un ragazzo afgano richiedente asilo si è sparato con la pistola che avrebbe sottratto al piantone della questura di Trieste dove si era recato perchè scaduto il suo permesso di soggiorno ottenuto per motivi umanitari. Ne parliamo con un operatore del centro dove aveva dimora.
Mercoledì 21 settembre, al Senato per una sessione tutta dedicata al carcere, il ministro Palma ha affermato "interverremo sul sovraffollamento, ma amnistia non è soluzione". Da parte loro, l'associazione Antigone, Magistratura Democratica, Ristretti Orizzonti e il Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti, affermano che "la situazione è urgentissima e bisogna intervenire subito"... e che "l'ampliamento delle possibilità di accesso alle misure alternative, in particolare superando le presunzioni legali di pericolosità sociale e... prevedere, per i reati che non siano espressione di particolare allarme sociale ed in concreto sanzionabili con pene non elevate, che gli autori vengano messi in carcere (in caso di rigetto delle richieste di misure alternative alla detenzione) soltanto se negli istituti vi siano posti disponibili rispetto alla capienza regolamentare o quantomeno tollerabili"