Progetti di inceneritori a confronto, da Albano a Parma, nel contesto dei risultati elettorali del movimento 5 stelle. Il comitato No inc di Albano ha messo in piedi un presidio permanente per monitorare le attività in discarica e si assiste nel frattempo al collaudo dell'inceneritore a Parma dove il sindaco 5 stelle Pizzarotti non è riuscito a fermare il progetto. Si prosegue con un aggiornamento sull'Ilva di Taranto in particolare sullo scontro sui prodotti finiti in atto fra magistratura e azienda. Passiamo poi alle notizie radioattive sulla centrale nucleare del Garigliano e terminiamo con la questione delle penali che incombono sui progetti delle grandi opere, Tav e Ponte sullo stretto, nel caso non venissero attuati.
Prima puntata dedicata al movimento no muos, che si oppone alla costruzione delle antenne muos nella base americana di Niscemi. Per approfondimenti http://www.nomuos.info/ . Un rapido aggiornamento sulla bocciatura in commissione alla camera del decreto Clini sulla combustione di monnezza (css) nei cementifici. Una triste anticipazione sulla prossima apertura del cantiere dell'inceneritore di Albano. Magra consolazione, lo stesso sito almeno si risparmierà, fino ad Aprile, lo sversamento dei rifiuti provenienti dalla capitale. Il TAR ha infatti emesso una sospensiva degli sversamenti nelle discariche di Albano e Colfelice (Frosinone) stabiliti dal decreto Sottile in merito all'emergenza rifiuti nel Lazio. Infine chiudiamo con una corrispondenza con un compagno No Tav che descrive i fatti degli ultimi giorni relativi alle azioni presso il cantiere illegale di Chiomonte (di recente dichiarato tale anche dallo stesso comune valsusino) e all'arresto di due militanti NoTav. Siamo infine lieti di proporre l'elezione di Milingo al seggio pontificio. Ciao Benedè. (breve ma intenso).
Sabato 14 aprile i movimenti di lotta territoriale, di tutela ambientale e tutti/e i/le cittadini/ne dei castelli e di Roma si sono incontrati/te ad Albano per ribadire il NO agli inceneritori, né ai
castelli né altrove.
L'appuntamento ha avuto risonanza nazionale dopo la notizia che il Consiglio di stato il 22 Marzo 2012 ha di fatto autorizzato la costruzione dell'inceneritore di Albano, invalidando la vittoria dei comitati al Tar del dicembre 2010. In quella occasione infatti il progetto fu dichiarato non compatibile dal punto di vista dell'impatto ambientale, dando difatti ragione alla lotta dei movimenti.
Oltre 3000 persone hanno sfilato nonostante il maltempo, dai comitati locali ai movimenti territoriali ai NoTav romani.
Dopo aver attraversato le strade di Albano tra il consenso e il sostegno della popolazione, il corteo, giunto di nuovo a Piazza Mazzini, intendeva proseguire, quando una camionettauna della polizia ha tentato di spezzare il corteo inserendosi tra i manifestanti
rischiando di investirli, pericolo sfiorato solo grazie alla prontezza dei/della compagni/e. Più in là, anche chi passeggiava per il parco, si è visto arrivare una carica a freddo di poliziotti
e carabinieri in assetto antisommossa con i manganelli ben in vista che hanno colpito chiunque fosse lì. Una signora che ha assistito alla scena ha provato a scappare dalla brutalità delle forze dell'ordine ed è caduta ferendosi,è stata soccorsa subito dai/dalle manifestanti.
L'arroganza delle forze di Stato si è palesata nuovamente a corteo concluso; dopo un vero e proprio pedinamento, i poliziotti in borghese si sono accaniti su un gruppo di studenti che si avviava verso casa e dopo averli identificati hanno portato via un ragazzo di 16 anni. I compagni/e e cittadini/e presenti, dopo diversi tentativi – falliti - di impedire il fermo,
si sono prontamente recati davanti alla questura a reclamare a gran
voce la liberazione del giovane compagno. Nel giro di pochi minuti
tutti e tutte sono state/i identificate/i e bloccati, tra questi alcune/i redattrici e redattori di Radio Onda Rossa, con l'accusa fantomatica di un tentato "assalto!" alla caserma. Chi non era in possesso di documenti è stato trattenuto in questura; le strade e la circolazione bloccata verso tutte le direzioni. Dopo tre ore di attesa e una Albano totalmente militarizzata, hanno confermato l'arresto del giovane manifestante e successivamente i/le solidali sono stati
rilasciati sfilando uno alla volta davanti alle telecamere della Digos mentre venivano scanditi nome e cognome di ognuna/o di loro.
Il dato che rimane è che la politica ha risposto con la violenza e la
repressione, così come in Val Susa.
Insomma come la giurisprudenza insegna "due è duello, tre è rissa, quattro è assembramento" ma 3000 PERSONE sono una popolazione che si ribella alla violenza indiscriminata dettata da speculazioni mafiose, politiche ed economiche.
Corrispondenza conclusiva sulla giornata di mobilitazione contro l'inceneritore di Albano e sui fermi fatti dalle forze dell'ordine dopo lo scioglimento della piazza.