Il militarismo di Israele non è rappresentato solo dall'equipaggiamento balistico di cui dispone, ma anche dai suoi sistemi di sorveglianza.
Diamo un'occhiata quindi allo scenario della cybersecurity in Israele, settore economico molto forte. Israele non si limita ad utilizzare la cybersecurity contro il popolo palestinese, né ad esportare queste armi alle dittature di mezzo mondo. Le utilizza invece ampiamente anche al suo stesso interno, anche in maniera extralegale, confermando ancora una volta che il militarismo non è un modo per tutelare la popolazione che lo esprime, ma solo per supportarne le sue classi privilegiate.
La prima parte della puntata di oggi è dedicata all'attualità: un leak ci fa scoprire che la ditta NSO - che produce malware per governi - aveva anche governi poco raccomandabili tra i suoi clienti. Del resto nella lista di persone che sarebbero potute essere intercettate, ci sono anche giornalisti europei.
La seconda parte, che prenderà la maggior parte del tempo, unisce questa notizia all'analisi di questo post di Moxie Marlinspike che discute di come, nel contesto attuale, sia molto importante sviluppare sistemi centralizzati: i sistemi centralizzati, dice, possono evolvere più in fretta, e questo ha vantaggi concreti per gli utenti, anche in termini di sicurezza. Se questa osservazione è sicuramente pragmatica e almeno in parte corretta, noi vorremmo però divagare leggermente, e chiederci se davvero questa situazione attuale di grandi cambiamenti ci rende più sicuri. La nostra impressione è che sia vero il contrario. Proviamo quindi ad immaginare degli oggetti per comunicare più affini ai nostri orizzonti, insieme ad una possibile industria che li sviluppi.
Continuiamo a parlare dell'app di videoconferenze exploit di questa crisi, cioè Zoom, che sta ricevendo critiche diffuse per vari bug e feature che mettono a rischio la privacy di chi lo usa. Se alcuni sono proprio degli errori pacchiani, altre sono caratteristiche che mostrano l'origine aziendale di un prodotto che non era certo pensato per diffondersi così velocemente e repentinamente per tutti i tipi di conversazione. Tra le altre cose favorendo il fenomeno dello Zoombombing (connettersi ad una videoconferenza per mandare messaggi inappropriati) che, per quanto derivi direttamente dal modo di funzionare del programma, è stato considerato tanto grave da mobilitare l'FBI con una serie di capi di imputazione che non appaiono, a prima vista, del tutto pertinenti.
A proposito di comportamento durante le videoconferenze, trasmettiamo un pezzo da "Stakkastakka" sul sexting, utile da ascoltare in questi tempi di basso contatto fisico.
Continuiamo a parlare (male) di aziende che si occupano di spiare gli altri, con qualche notizia su ciò che resta di Hacking Team e sulle liti tra Facebook e NSO (compagnia di cybersecurity/spyware israeliana), e delle velleità saudite di controllo sui propri cittadini all'estero.
Chiudiamo con un altro contributo da "Stakkastakka" su una fuga di notizie che ha messo in luce i crimini commessi dall'esercito cileno e con la notizia dell'iniziativa "National Emergency Library" dell'Internet Archive per garantire l'accesso alla conoscenza in questo periodo in cui l'accesso alle biblioteche non è possibile, e delle reazioni degli editori americani.
Facciamo un bilancio del NAck appena conclusosi: tantissimi interventi interessanti e un'assemblea che ha lanciato l'hackmeeting 2019 al CSA Next Emerson di Firenze.
Un'azienda inizia a promuovere - a suon di supercazzole - una strana idea di privacy: la cessione dei dati ad una azienda intermediaria che si occupa di... venderli. È un'idea di privacy che rifiutiamo e che dà un'idea puramente monetaria dell'intimità
... e concludiamo con un paio di notizie ben poco serie :)