Anche oggi blocchi in varie zone della Francia e scontri a Parigi, in una lunga giornata di lotta.
Con un compagno, facciamo un riepilogo della situazione a partire dalle prime manifestazioni di novembre, cominciate con le proteste dell'aumento delle accise sulla benzina.
Parliamo di Iran con la scrittrice e attivista Patrizia Fiocchetti. Da dove sono nate le proteste che dal dicembre dello scorso anno infiammano ancora la Repubblica Islamica. Richieste economiche e diritti civili alla base delle numerose manifestazioni. La popolazione, non ha infatti avuto alcun beneficio dalla fine dell'embargo e dagli accordi con USA e Europa. Ad arricchirsi la solita clerocrazia e i magnati delle armi, visti i differenti fronti di guerra che l'Iran tiene aperti. Una richiesta di cambiamento che viene soprattutto dalle donne.
Continuano le proteste in Russia: sit-in che sono sfociati in scontri di piazza. Forte la presenza di giovani precari e studenti che si mobilitano anche sui social-network.
Si protesta contro la corruzione del sistema politico russo. Tra gli arrestati anche l'attivista Ildar Dadin.
Ne parliamo con Giancarlo Castelli, giornalista freelance.
Domenica 26 marzo migliaia di persone hanno manifestato nelle principali città della Russia per protestare contro Vladimir Putin e gli alti livelli di corruzione nel paese, accusando in primis il primo ministro russo Dimitri Medvedev. Tantissimi i fermi, principalmente nella capitale moscovita, che oscillano tra i 900 e gli oltre mille.
Tra gli arrestati c'è il blogger anti-Putin Navalny, una sorta di "Grillo in salsa russa", come ce lo descrive il nostro corrispondente.
Affrontiamo dunque il tema con Giancarlo Castelli, giornalista che si occupa di Russia e che lavora attualmente all'agenzia di stampa Omniroma.
Un compagno palestinese presente in studio ci racconta le proteste che si stanno sviluppando nell'università di Ramallah. Dall'aumento delle tasse, allarghiamo al ruolo dell'autorità nazionale palestinese, effettivamente il braccio di Israele.
Continuano le proteste in Brasile per chiedere le dimissioni della presidente Dilma Rousseff dopo che i dirigenti del Partito dei lavoratori PT sono stati coinvolti in un'inchiesta per corruzione che riguarda l'azienda petrolifera nazionale Petrobas. Secondo l'accusa, i dirigenti della Petrobas avrebbero gonfiato i contratti per costruire infrastrutture petrolifere e guadagnare almeno 800 milioni di dollari. I soldi sarebbero serviti in parte per finanziare la campagna elettorale del Partito dei lavoratori, il cui massimo esponente è l'ex presidente Lula.
L'opinione pubblica chiede le dimissioni della presidente (secondo l'accusa a conoscenza del sistema di tangenti e corruzioni) e dei politici coinvolti nello scandalo.
Con un compagno, in diretta dal Brasile, parliamo di questi temi e dei cambiamenti sociali ed urbanistici che coinvolgono la città di Rio De Janeiro, in vista delle prossime Olimpiadi.
200 lavoratori e lavoratrici del petrolchimico di Gela stanno occupando gli ingressi dell'aeroporto "Pio La Torre" di Comiso, cercando di porre l'attenzione del governo sulla "vertenza Eni" (che ha mandato a casa numerosi lavoratori e lavoratrici), questo accade dopo 16 giorni di scioperi, blocchi
stradali e manifestazioni.
Una telefonata ha successivamente ricordato come chi vive e lavora a Gela oltre che dai padroni italiani sia colpito anche dalle radiazioni del sistema satellitare militare statunitense Muos (illegittimo anche per la "nostra" Cassazione).
Continua la protesta contro il ddl scuola, oggi la fiducia al senato, corrispondenza con alcuni insegnanti che hanno improvvisato un flashmob davanti a palazzo Madama.
Alle 17 corteo dal Bocca della verità a Campo dei Fiori
Corrispondenza registrata nella serata del 2 giugno con un recluso del CIE di Ponte Galeria.
L'audio racconta che nella sezione maschile, ieri, è iniziato uno sciopero della fame contro la detenzione e per sostenere collettivamente un recluso che non riceve adeguate cure mediche. La protesta si è allargata e la celere è entrata nelle celle, scagliandosi su alcuni.
Nella prima parte della corrispondenza la persona reclusa racconta il CIE, poi il suo vissuto e in conclusione la protesta di ieri.
In serata un gruppo di solidali è andato fuori le mura del CIE con grida e rumori, per salutare chi è reclus@ e per non lasciare solo chi ha protestato.
Corrispondenza con Baltimora, dove sono in corso le proteste a seguito dell'ennesima uccisione, da parte della Polizia, di un ragazzo afroamericano, Freddie Gray.