"Laboratorio Crash" sotto sgombero, dopo un fine settimana di occupazione, iniziata lo scorso venerdì 10 novembre in via Zanolini.
Verso le 6.30 di stamattina una decina di camionette di polizia e carabinieri sono giunte sul posto per sgomberare questa rinata esperienza di autogestione e autorganizzazione, realizzata dopo lo sgombero dello scorso agosto.
Sono iniziate trattative tra gli/le occupanti e il Comune di Bologna.
Ascolta la corrispondenza di un compagno di Laboratorio Crash.
Corrispondenza con una compagna del Coordinamento lotta per la casa. Breve sintesi dei fatti accaduti durante lo sgombero a Piazza Indipendenza nell'ultima settimana e chiamata al corteo di oggi pomeriggio, sabato 26 agosto, alle ore 16 in Piazza dell'Esquilino a Roma.
Con due solidali in diretta, parliamo dell'attuale situazione nella tendopoli e di come le persone che vi abitano hanno rifiutato interventi manipolatori dello Stato e dei sui complici, atti a dividere le persone per avere maggior facilità di procedere allo sgombero e alla deportazione.
Da questa mattina alle ore 8 è in corso lo sgombero dell'occupazione abitativa Casetta, in Via Portonaccio 36, occupato da 9 anni da student* precar* e migranti. Ci sono alcuni ragazzi migranti per ora fermati, mentre gli occupanti sono stati già sgomberati dallo stabile. Alle 18 in Via Partini è stata chiamata un'assemble pubblica per rispondere allo sgombero. Riportiamo la voce di un'occupante durante l'operazione di sgombero:
L'11 Giugno studenti e studentesse del Collettivo Universitario Autonomo di Firenze hanno occupato uno stabile abbandonato dell'università. La polizia si è presentata sul posto e ha sgomberato, caricando il presidio di fronte all'immobile.
Riportiamo il comunicato degli studenti e delle studentesse del Cua:
STUDENTI OCCUPANO IMMOBILE DELL'UNIVERSITÀ
Questa mattina abbiamo riaperto lo stabile di via Reginaldo Giuliani 92, lasciato da anni all'incuria e al degrado dall'ateneo fiorentino. Un emblema di un' università allo sfacelo, dove i bisogni di noi studenti contano sempre meno, dove aumentano le tasse e diminuiscono le borse, dove importanti studentati come quello di via Palazzo dei Diavoli rimangono inutilizzati mentre centinaia di studenti vengono esclusi dalle residenze universitarie.La vicenda dei rimborsi IVA che ha travolto l'Azienda per il diritto alla studio, ancora una volta, farà ricadere i costi di anni di mala gestione su noi studenti, traducendosi in nuovi tagli al diritto allo studio.
E mentre l'ARDSU prepara la sua “manovra correttiva”, entro la fine di questo mese l'UniFi dovrà decidere sull'applicazione delle direttive ministeriali dello StudentAct, ovvero di un nuovo sistema di contribuzione che minaccia di fare aumentare sensibilmente le tasse agli studenti e in particolare a quelli giudicati “inattivi”, ovvero indietro nel percorso di studi. Sono sempre di più a rinunciare agli studi, non potendo sostenere i ritmi e i costi dell'università con lavori precari e sottopagati o pesando sul reddito delle famiglie. Dentro questa delicata fase per il futuro dell'università, l'iniziativa di oggi vuole mandare un messaggio chiaro alle istituzioni universitarie: è l'ora di rimettere al centro i bisogni degli studenti, perchè l'università non può essere gestita come un' azienda.
INVITIAMO ALLA CONFERENZA STAMPA CHE SI TERRA' DOMANI, LUNEDÌ 12 ORE 11.00 IN VIA REGINALDO GIULIANI N 92
Le nostre vite precarie e instabili le vogliamo cambiare e lottando abbiamo cominciato a farlo. La giornata dell'8 marzo è stata un momento importante per condividere con tutti e tutte la voglia che abbiamo di riscattarci, di poter vivere felici e libere, di decidere delle nostre vite, di rispedire la sofferenza ai responsabili. Con questo spirito, da passionarie che non mollano mai, abbiamo riaperto questo spazio: un ex centro di accoglienza per migranti, di proprietà comunale, abbandonato da anni all’incuria e al degrado. Uno stabile chiuso e lasciato marcire dal Comune che, contemporaneamente, ha spostato il punto di accoglienza in un altro immobile in affitto, più piccolo.
Ora vogliamo, come donne, costruire insieme questo luogo, rinominandolo “Mala Servanen Jin Occupata” che in lingua curda significa “Casa delle Donne che combattono”, per richiamare le lotte di emancipazione e autodeterminazione delle combattenti curde che si oppongono allo stato islamico e alle sue barbarie, dando vita a una nuova società. Una casa dove noi donne vogliamo dare vita ad uno spazio collettivo dove ridefinire noi stesse, le nostre vite, difendere e riconquistare la nostra dignità. Uno spazio che sia anche una casa per le donne in emergenza abitativa.
Il centro sociale Ricomincio dal faro, a via del Trullo, è in pericolo. Venerdì mattina un ufficiale giudiziario ha annunciato lo sfratto esecutivo, che dovrebbe tenersi nei primi giorni di giugno. Ad attenderlo, però, un presidio che proseguirà le sue iniziative nelle prossime settimane.