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tecnocontrollo

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 50m 14s

La tecnologia del Biogas come opportunità per la decrescita

 

Di Biogas abbiamo parlato già altre volte in Radio, sempre per denunciarne le speculazioni e le devastazioni dei grandi impianti, che provocano inquinamento, danni all'agricoltura, incidenti e disagi di varia natura. Al solito, il Capitalismo genera una sproporzione tra l'utile ricavato da soggetti privati (per lo più società finanziarie) e i disagi e gli impatti territoriali negativi, indotti dalle grandi centrali a biogas e biomasse. Ma la tecnologia del Biogas è vecchia di almeno 5000 anni ed è dunque conosciuta ed usata da ben prima dell'avvento del Capitalismo, producendo, in diversi casi, vantaggi e utilità che pensiamo possano essere replicate oggi in un orizzonte di decrescita. In questa puntata del ciclo Tecnologia e decrescita, analizziamo la tecnologia in sé e cerchiamo di capire se e come sarebbe possibile utilizzarla in modo intelligente e proficuo, per chi ha a cuore l'autonomia energetica, la decentralizzazione della produzione e l'armonia degli ecosistemi.

 

Una puntata che ha suscitato un dibattito acceso in Radio e che vi invitiamo senz'altro a riascoltare, cliccando sul link qui sotto:

 

9- 19 gen - Tecnologia e decrescita

 

Salute sotto attacco

Data di trasmissione
Durata 43m 15s

 

EMERGENZA BONIFICHE.
Bonifica dei territori inquinati e tutela della salute nell’Italia del Biocidio
a cura di A SUD / CDCA

Riavvolgere la storia dello sviluppo industriale italiano vuol dire ripercorrere la storia della devastazione ambientale di vaste aree del nostro paese. A partire dal secondo dopoguerra, anche se alcuni insediamenti risalgono al principio del secolo scorso, il territorio italiano è stato disseminato di poli industriali che hanno lasciato sul terreno danni perduranti. La diffusione e il livello di contaminazione dei terreni, dell’aria e delle acque è una delle principali emergenze da affrontare a livello nazionale. Molti dei grandi poli produttivi italiani hanno subito impatti ambientali così forti per via delle attività industriali da essere definiti e istituiti dal Ministero dell’Ambiente a partire dal 1997 come SIN, Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche. Lo studio SENTIERI, Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio di Inquinamento, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha diffuso rispettivamente nel 2010, 2011 e 2014 tre rapporti su Valutazione dell’evidenza epidemiologica, Analisi della mortalità e Mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri.
La pubblicazione traccia un breve quadro di contesto fornendo elementi sui procedimenti di bonifica: cosa sono, qual è la normativa a livello italiano ed europeo, qual è la storia dell’istituzione dei SIN e lo stato dell’arte delle bonifiche in Italia. Infine, analizzeremo un caso studio, quello inerente la Valle del Sacco, SIN del Lazio declassato a SIR nel 2013, su cui insistono fattori contaminanti di diverso genere concretizzandosi in una minaccia per la salute e la vita della comunità residente lungo le sponde del fiume Sacco, secondo bacino idrico della Regione e un tempo fonte irrigua per una delle zone più fertili di tutto il centro Italia. 
 
Per scaricare gratuitamente il libro sui siti maggiormente inquinati e pericolosi per la salute in Italia, cliccare sul link qui sotto:

 

Libro sulle bonifiche dei siti inquinati

 

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

8- 12 gen - Salute sotto attacco

 

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 40m 56s

Prosegue il nostro viaggio nella tecnologia, volto ad accorciarne le distanze dal nostro orizzonte di lotta e di cambiamento, a superarne le sempre sane e spesso fondate diffidenze, a ricercarne le qualità intrinsecamente proficue per l'altro mondo possibile a cui miriamo. La tecnologia può essere senz'altro una lente con cui leggere le contraddizioni del capitalismo, dalla deturpazione dei territori, alla fabbricazione di prodotti devastanti per l'ambiente e i contesti socio-economici. D'altro canto è anche possibile vedere il capitalismo come fattore distorcente della tecnologia: un esempio su tutti, quello dell'obsolescenza programmata. Per questo difficile e tortuoso viaggio, ci siamo messi in valigia le considerazioni uscite fuori dalle assemblee della conferenza internazionale sulla decrescita, svoltasi a Lipsia nello scorso settembre. Lungi dal voler dare liste esaustive di caratteristiche desiderate o tassonomie complete delle tecnologie, vi presentiamo alcuni primi risultati su cui riflettere insieme, anche nelle puntate successive. Innanzi tutto i capisaldi inderogabili: A) La vita deve rimanere possibile sulla Terra B) I prodotti devono poter essere usati permanentemente C) L'uso di prodotti non deve promuovere il consumo, ma deve mostrare qualità di autolimitazione D) Occorre tenere in considerazione anche le esternalità negative e in particolare i costi permanenti Abbiamo provato a suddividere le tecnologie che ci interessano in base alla loro relazione con il capitalismo. - Tecnologie che provano a mettere una toppa ai disastri del capitalismo (come quelle legate al riuso) - Tecnologie che competono sullo stesso piano di quelle supportate dal sistema capitalista (ad esempio le tecnologie legate alle energie rinnovabili) - Tecnologie che prescindono dai presupposti capitalisti e generano sistemi nuovi (come il Software Libero e le tecnologie a supporto delle produzioni locali e per l'autosufficienza) - Tecnologie che mirano a disintegrare il capitalismo (come quelle connesse all'hacking e alla privacy) Buon ascolto!

 

5- 1 Dic - Tecnologia e decrescita

 

Mutazioni del capitale

Data di trasmissione
Durata 42m 40s
Domenica 2 novembre, a Copenhagen, è stato presentato ufficialmente all’Assemblea dell’Onu il V° rapporto dell’IPCC  e i dati già resi noti nel corso di quest’anno hanno ricevuto una approvazione formale. Il rapporto presenta i risultati raccolti da  30.000 ricerche, che sono state poi analizzate da 800 scienziati, commentate da un altro migliaio e riviste da altri 2000 studiosi.
 
La temperatura è aumentata globalmente di 0,85 gradi nella bassa atmosfera terrestre dalla fine del XIX ° secolo
Il livello degli oceani è salito di 19 centimetri
I rapporto sottolinea che le analisi sono ormai così approfondite e concordi tra loro che “Non ci sono più scuse, l’ignoranza non può più essere un pretesto”.
 
Quali sono le principali indicazioni relative alle scelte politiche da adottare e alle misure da approvare al più presto, contenute nel Rapporto ma gli Stati dovrebbero ormai considerare delle indicazioni incontrovertibili e vincolanti:
 
  • Le emissioni dovranno superare il loro picco, cioè il livello massimo nel 2020
  • Le emissioni mondali a effetto serra dovranno diminuire tra il 40 e il 70% entro il 2050 rispetto al 2010
  • E dovranno essere totalmente scomparse ( se non addirittura raggiungere livelli inferiori allo 0) entro il 2100
  • Nel 2050 bisognerà arrivare ad avere almeno l’80% di energie rinnovabili
  • Ed entro il 2100 l’energia fossile dovrà essere eliminata. 
  • Gli investimenti in energie alternative e nell’aumento dell’efficienza dovranno ammontare a svariate centinaia di miliardi di dollari prima del 2020  (cioè nei prossimi sei anni)
 
Il rapporto, come è noto, afferma pure che abbiamo solo 15 anni per invertire radicalmente le tendenze del sistema economico internazionale e che le relative misure dovranno essere approvate il più presto possibile e non verso la fine del periodo.
 
I negoziati internazionali dovranno pervenire a un accordo firmato a  Parigi da 195 paesi entro il mese di dicembre 2015, mentre a dicembre prossimo ci sarà a Lima un primo incontro preparatorio.
 
Ma sono 25 anni che l’IPCC lancia allarmi sempre più documentati e verificati ma senza esiti apprezzabili.
 
I 28 paesi europei hanno raggiunto un accordo alla fine di ottobre che però è solo un compromesso ai minimi livelli, per cercare di compensare tra loro situazioni ancora molto distanti (la Germania ha un buon livello di energie alternative ma fa ancora funzionare molte centrali a carbone, la Francia sembra avere una situazione ottimale ma che dipende dall’esistenza di 56 centrali nucleari,  l’Inghilterra si rifiuta di affrontare questi problemi, solo i paesi nordici mostrano di aver fatto delle scelte reali a favore delle energie solari ed eoliche). 
L’Italia sta addirittura approvando le trivellazioni nel mare Adriatico e aumentando quelle da tempo in corso in tutta la Basilicata, cioè di fatto non ha ancora deciso di partecipare attivamente alle linee di fatto approvate dall’Assemblea dell’Onu e che saranno trasformate in accordi vincolanti entro la fine del prossimo anno. Solo per il risparmio energetico sono state approvate delle norme qualche mese fa, ma ancora non hanno minimamente inciso sui livelli di consumo e di emissioni dannose.

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

3- 10 nov - Mutazioni del capitale

 

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 49m 40s

Stasera, lunedì 20 ottobre 2014, seconda puntata di Entropia Massima. Vi aspettiamo alle ore 20:15, subito dopo il GR della sera, per parlare di Tecnologia e decrescita, uno degli assi tematici dell'edizione 2014-2015.

 

La tecnologia è spesso associata all'efficienza economica. Con la rivoluzione industriale, la tecnologia ha giocato il ruolo centrale di fattore di incremento della produzione. Ma la tecnologia pre-esisteva al capitalismo. E certamente gli sopravviverà! In quanto la tecnologia influenza il benessere degli individui e della collettività. In un periodo storico in cui la tecnologia ha perso del tutto la condizione di neutralità, è lecito chiedersi quali siano le caratteristiche delle tecnologie che portano reali benefici e quali quelle che favoriscono il proliferare di sperequazioni e nocività. Vogliamo, in particolare, chiederci quale siano le relazioni tra tecnologia e decrescita, non per stilare pretenziose liste di "buoni" e "cattivi", ma per ragionare su criteri di preferenza che possano guidare uno sviluppo tecnologico sano e gratificante, che guardi con decisione all'orizzonte della decrescita.
Ci muoveremo su alcune caratteristiche desiderabili e le metteremo alla prova volta per volta con esempi pratici: decentralizzata/distribuita, sostenibile/ecologica, accessibile/aperta (per l'autogestione), diversa/multiforme (non omologante), centrata sui bisogni/sulla comunità, centrata sulla cooperazione/sulla mutualità.

 

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

2- 20 ott - Tecnologia e decrescita

 

Torna Entropia Massima!

Data di trasmissione
Durata 47m 14s

Stasera, lunedì 13 ottobre, alle 20:15, dopo il GR, torna Entropia Massima con una puntata sull'acqua pubblica. Per la stagione 2014-2015, quattro saranno gli assi tematici:

 

1) Acqua pubblica e dissesto idrogeologico

2) Tecnologia e decrescita

3) Salute sotto attacco

4) Mutazioni del capitale

 

Ecco un breve abstract dell'asse tematico che aprirà stasera la stagione. Buon ascolto!

 

Con il decreto “Sblocca Italia” si svelano le reali intenzioni del Governo, ovvero il tentativo di consegnare l'acqua e gli altri servizi pubblici locali agli interessi dei grandi capitali finanziari. Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente, nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi.
Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di Stabilità.
In questo provvedimento, probabilmente, verranno inserite quelle norme, in parte già presenti nelle prime versioni del decreto circolate all'indomani del Consiglio dei Ministri di fine agosto, volte a imporre agli Enti Locali la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, oltre a quelle che costringono alla loro fusione e accorpamento secondo le prescrizioni previste dal piano sulla “spending review”. Si arriverebbe, addirittura, a costruire un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali i quali, oramai strangolati dai tagli, sarebbero spinti alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.

Obiettivo di questo anno per quanto riguarda il filone tematico sull'acqua pubblica è seguire da vicino la mobilitazione che il movimento per l'acqua e altre realtà che si battono a difesa dei beni comuni metteranno in campo per contrastare tali processi.

 

E' possibile ascoltare la puntata al seguente link:

 

1- 14 ott - Acqua pubblica e dissesto idrogeologico

 

 

 

Bitcoin e crypto-currencies: monete senza stati e senza banche

Data di trasmissione
Durata 43m 38s

Le "crypto currencies" sono valute basate sulla crittografia. Bitcoin è la crypto-currency più diffusa, al momento. E' una moneta scarsa, basata su algoritmo che ne permette la produzione fino a una quantità definita e dunque non può essere inflazionata. E' una moneta distribuita, basata su un protocollo peer-to-peer (P2P), dunque è impossibile per una sola autorità gestirla da sola. E' pseudonima, cioè basata su un nick, dunque non proprio anonima. Tutte le persone possono vedere a chi appartiene una certa quantità di moneta, ma non si può collegare direttamente quella quantità ad una persona fisica. E' possibile, però, rendersi completamente anonimi attraverso altri strumenti, per esempio Tor.

E' basata su un protocollo Open Source. E' dunque possibile per gli utenti collaborare in modo decentranto per modificarla. Creare un portafoglio per accogliere i bitcoin è facile. Occorre generare una chiave pubblica da distribuire e una privata da custodire. Attraverso la chiava privata, solo il proprietario può accedere al wallet (portafoglio). Per creare il wallet si possono usare software su computer, ma ultimamente è più diffuso il metodo di utilizzare servizi in cloud. Solo quando accediamo attraverso il nostro browser, possiamo decrittare in locale ed entrare nel sistema per gestire il proprio portafoglio. Ma sconsigliamo questo metodo per ragioni di privacy. Meglio usare i programmi in locale sul proprio computer, anche se è un po' meno immediato.

Per entrare in possesso di Bitcoin. si possono fare 2 cose. La prima è minarli, come con l'oro. Esiste un algoritmo che attraverso un protocollo permette la generazione di nuovi Bitcoin. L'algoritmo tende asintoticamente a non poterne creare più (tra qualche decennio). La difficoltà di minare è appunto sempre più costosa, come con l'oro, il petrolio ed altri materiali preziosi scarsi. Mano a mano che si estrae, ci vogliono macchinari sempre più costosi. Fino a qualche anno fa era possibile crearli con il computer di casa, oggi solo allestendo un'industria si possono creare Bitcoin in modo vantaggioso. La seconda possibilità è comprarli da chi ce li ha. Sono molto distribuiti, grazie al processo di mining fatto nei primi anni, e si possono ottenere semplicemente scambiando tramite libero mercato. Si può dare beni o servizi in cambio di bitcoin (spesso lavori online). Ci sono poi exchange online: si fa un bonifico bancario e i possessori di bitcoin li assegnano alla nostra chiave privata. In alcune capitali europee come Berlino e Londra, lo si fa acquistando in contanti tramite smartphone.

La manipolazione del denaro ad opera degli stati può creare cicli e bolle economiche di entità macroscopiche. Il mercato sta scoprendo il valore dei bitcoin e questo causa oscillazioni che in questa fase sono molto ampie. Ma non può esserci controllo malizioso da parte di un potere che abbia una facoltà di manovra privilegiata, come uno stato. Può esserci, però, accaparramento da parte di chi ha hardware e risorse informatiche. E questo potrebbe aprire scenari su cui vigilare. Anche per decidere di percorrere altre strade. Durante la trasmissione, infatti, parliamo anche di freecoin/Dcent, un progetto alternativo basato sullo stesso principio di Bitcoin, che valorizza la partecipazione diretta ai processi sociali e la cittadinanza attiva.
 

Puntata 18 - 10 gennaio 2014 - Tecnologia e autogestione